Sei un professore precario da oltre tre anni? Bene, anzi male. Però coraggio: significa che hai diritto ad essere assunto stabilmente. In attesa che il ministero apra le maglie delle assunzioni, hai diritto ad un risarcimento danni di circa 22mila euro per l’ingiusto precariato oltre agli scatti di anzianità. E’ quanto ha deciso il giudice del lavoro di Urbino accogliendo 27 ricorsi (22 docenti e 5 amministrativi) presentati dalla Flc Cgil. Altri 80 ricorsi sono in attesa di decisione avanti al tribunale di Pesaro. Il risarcimento stabilito dal giudice è pari a 12 mensilità più scatti di anzianità relativi agli anni di precariato. Tra i beneficiari del provvedimento del giudice, anche insegnanti delle superiori con contratti a tempo da oltre 10 anni. SCRIVE in una nota Lilli Gargamelli, della Flc Cgil: «Due anni fa, abbiamo avviato una vertenza nazionale contro la reiterazione di contratti a tempo determinato a favore del personale precario in servizio nelle scuole con almeno tre anni di servizio, al fine di ottenere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Nei ricorsi promossi nel nostro territorio provinciale spiega la segretaria generale di Flc Cgil Pesaro Urbino abbiamo chiesto anche il riconoscimento degli scatti di anzianità e il risarcimento del danno perché i lavoratori hanno subìto ingiustamente una condizione di lavoro e un trattamento peggiore rispetto a quelli di cui avevano diritto. La Flc ha tutelato i lavoratori di tutti i comparti della conoscenza con rapporto di lavoro a tempo determinato che da 3 anni (36 mesi) occupano posti liberi e hanno i requisiti previsti per l’accesso al pubblico impiego (ad es. l’abilitazione per i docenti di scuola). Ora sono finalmente arrivati i primi pronunciamenti positivi nel nostro territorio prosegue Gargamelli di grande aiuto è stata la giurisprudenza europea che condanna il ricorso a contratti a tempo determinato non per esigenze temporanee, ma per coprire buchi di organico, ed è proprio qui che si ravvisa l’abuso dello strumento contrattuale utilizzato». LE QUASI TRENTA sentenze del tribunale di Urbino, accogliendo le richieste formulate dalla Flc Cgil, sanciscono la funzione sociale del contratto di lavoro a tempo indeterminato e il divieto di utilizzo continuativo del contratto a termine come strumento di “precarizzazione” del mercato del lavoro. Aggiunge Lilli Gargamelli: «Credo che andremo a chiedere di più di dodici mesi di stipendio. Perché quello è l’indennizzo di chi viene assunto a tempo indeterminato mentre i nostri assistiti non sono ancora passati a tempo indeterminato pur essendoci i posti in organico. Dunque, la battaglia non è finita e andremo presto a confrontarci per ottenere il rispetto dei diritti dei lavoratori per troppo tempo precari». ORA si attende la decisione del giudice del lavoro di Pesaro. Ne ha sul tavolo 81. Se dovesse confermare l’orientamento del collega urbinate, significhebbe per il ministero un esborso in indennizzi per oltre 2 milioni e mezzo di euro. E sarebbe solo l’inizio perché a quel punto anche tutti i precari che sono associati ad altre sigle sindacali percorrerebbero la stessa strada civilistica, l’unico modo rimasto per vedersi riconosciuti dei diritti stabiliti anche dai tribunali europei. Perché il timbro di precario non può essere per nessuno una seconda pelle. Prima o poi, qualcuno deve credere in te.
Il Resto del Carlino 08.04.12