Di unioni civili in Italia non si parla (ovvero, si parla e basta), e così la sortita di Angelino Alfano – che si è esercitato nell`antico vaticinio della «sinistra pronta a fare i matrimoni gay alla Zapatero» – ha avuto almeno il merito di increspare la palude. Poi, di nuovo tutto fermo, stagnante e silenzioso. «Era un discorso di una certa rozzezza» dice Ignazio Marino, «citava le unioni tra uomini, ignorando quelle tra donne».
Il senatore del PD – padre di famiglia, cattolico, impegnato sul fronte dei diritti e adesso in libreria con Credere e conoscere, scritto col cardinale Carlo Maria Martini (che «apre» alle ragioni dei gay) è convinto che debba e possa essere il Parlamento, questo Parlamento, ad agire.
Ammetterà, però, che non è aria.
«Ci rendiamo ridicoli in Europa. È capitato anche a me, di non sapere dove girarmi».
Racconti.
«Fine 2011, ero a un incontro della commissione sui diritti civili, per fare il punto sull`applicazione, nella Ue, delle leggi nazionali sull`aborto. Lo sa, no, che l`Italia è nella black listi».
Anche su questo.
«Per forza, abbiamo regioni con I`80 per cento di obiettori tra gli anestesisti… Comunque, una europarlamentare olandese inizia a dire che bisogna vigilare con attenzione sui diritti civili, e poi fa l`esempio: “Ricordiamoci che in Europa ci sono ancora due Paesi dove le persone che si amano, se sono dello stesso sesso, non sono come le altre coppie”».
E lei?
«Io, zitto. Arrossisco e basta. In quel momento ero il rappresentante di una “vergognosa anomalia”, Noi e la Grecia», Eppure, quando si parla di unioni gay in Italia, apriti cielo.
«È la classe politica: ferma al secolo scorso. Il Paese va in un`altra direzione, anzi è già altrove. Chiunque abbia figli adolescenti sa che l`amore omosessuale non è più argomento di discussione».
La Chiesa si oppone, però.
«Una bizzarria: è l`idea che la famiglia, così come si è fissata nella storia, in quanto coppia eterosessuale, si difenda e si rafforzi proibendo altri tipi di unione. Comunque, anche nella Chiesa ci sono pareri diversi. Prenda il cardinale Martini».
Lei non pronuncia mai la parola «matrimonio».
«Contano i diritti, non le parole, e per molti questa è quasi un tabù. Ma ci sono coppie eterosessuali, tante con figli, che hanno ritenuto di non sposarsi, né civilmente né in chiesa. Se uno dei partner sfortunatamente muore, l`altro non subentra neanche nella proprietà della casa. lo penso alla soluzione inglese del civil partnership senza nozze, si attribuiscono tutti i diritti a ogni coppia ».
Anche il suo partito fibrilla.
«Il mio partito dovrebbe essere il portabandiera del rispetto e dell`uguaglianza, al di là della religione, del sesso e dell`orientamento sessuale».
Invece, l`argomento divide.
«Agita solo una ridotta componente dei parlamentari. Forse è il caso di fare un resetting».
Rivedere le posizioni?
«No, rivedere i parlamentari. Tagliare fuori quelli per i quali i diritti civili sono un problema».
Be’, facciamo l`elenco.
«Niente nomi: spero sempre che ci sia un`evoluzione. L`altra sera, in fondo, Clemente Mastella ha ammesso in tv di avere cambiato idea su questi temi».
Però Mario Monti ha precisato di non volere giocare la partita.
«Monti sbaglia. Invoca un Paese all’altezza dell`Europa, ma se poi un manager tedesco, maschio o femmina, viene a lavorare in Italia con il partner cui è unito civilmente, e questo si ammala, non avrà il diritto di assisterlo in ospedale». Un`ultima domanda…
«Vuole sapere se sono gay?».
Ma si figuri….
«Invece pensi che, in campagna elettorale, alla fine di un dibattito alla festa dell`Unità, dopo un bicchiere, me lo hanno anche chiesto: “Ignazio, ma tu… ?”».
(In questa legislatura, sono stati depositati 19 disegni di legge sulle unioni civili: dieci allo Camera, nove al Senato. Uno è stato ritirato. Di nessuno è iniziato l`esame).
da Venerdì di Repubblica