In Commissione Cultura il sottosegretario con delega all’editoria annuncia i nuovi criteri per l’assegnazione dei fondi. Passando dalla carta all’on-line, le testate potranno continuare a ricevere parte dei contributi. «Il sostegno pubblico all’editoria si conferma necessario e strategico». È un riconoscimento importante quello che arriva dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Paolo Peluffo che ieri in audizione alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, ha risposto alle interrogazioni di Beppe Giulietti e di altri parlamentari sulla crisi che colpisce l’editoria. Il dato è drammaticamente evidente: le testate chiudono. Il governo riconosce che occorre intervenire e presto visto che i mercati editoriali stanno cambiando «a velocità sconvolgente». Ma «i criteri vanno cambiati» afferma il sottosegretario che conferma la disponibilità dei 120 milioni di euro per quest’anno, ma annuncia quali saranno i «nuovi criteri di erogazione» che verranno indicati con una «legge ponte» per i prossimi due anni, mentre dopo ci sarà una legge delega per riformare il settore. Quindi, se il riparto dei fondi quest’anno si farà con le regole precedenti (quelle del decreto Bonaiuti), dal 2013 i primi cambiamenti per poi arrivare, da 2014, a una nuova disciplina.
Quattro i punti elencati dal sottosegretario: contributo riservato alle copie vendute ovvero alle copie «lette»; detrazioni dei costi per le imprese per un numero più limitato di voci ma «facilmente controllabili», in primis «giornalisti e poligrafici» assunti regolarmente a tempo indeterminato. Peluffo annuncia che una stretta ci sarà da subito con un aumento dei controlli nelle aziende che dovranno essere superiori al 10%. Vi dovrebbe essere pure la possibilità richiesta da Giulietti di passare dalla carta stampata all’on-line non più solo per i giornali politici conservando una parte del contributo. È confermato l’impegno per una informatizzazione delle edicole per consentire una tracciabilità delle vendite. Per questo si è previsto di investire 10 milioni di euro. Per il dopo 2014, poi, un altro provvedimento, che dovrà essere comunque una legge delega. Sottolinea pure, il sottosegretario, l’esigenza per l’Italia di recuperare terreno sul terreno delle piattaforme digitali.
Resta aperto il problema delle risorse. Per quest’anno, grazie ai 120 milioni di euro trovati, si è rimediato all’emergenza. «Sono sempre pochi», ammette Peluffo che non esclude altre risorse a fine anno. Il problema resta per i prossimi due anni (la finanziaria prevede 56 e 64 milioni). Per il sottosegretario la soluzione va trovata definendo meccanismi sostenibili, chiari e trasparenti ed eliminando le distorsioni presenti nei vecchi meccanismi.
E resta aperto anche il punto delicatissimo posto da Giulietti: l’impatto della modifica dell’«articolo 18» della legge sul mercato del lavoro sulla stampa, alle prese con una crisi pesante. Peluffo si è preso l’impegno di sollecitare al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, un tavolo per affrontare il problema. Un’assicurazione apprezzata dalla Fnsi che in una nota chiede una rapida definizione del tavolo visto il rischio che «vere e proprie discriminazioni possano compiersi mascherandole con problemi determinati dalla crisi o, domani, con mere ragioni economiche, arrivando a espulsioni ingiuste dal lavoro». Il sindacato dei giornalisti chiede che al tavolo siedano anche il ministero dello Sviluppo Economico e il mondo delle imprese, «affinché i processi siano regolati da un sano principio di corresponsabilità e equità».
L’Unità 28.03.12
Pubblicato il 28 Marzo 2012
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