Viene chiesto di considerare anche il rischio di impoverimento a causa di disabilità e non autosufficienza, di definire i livelli essenziali di assistenza sociale e di non considerare reddito le indennità per i disabili gravi. Uno dei prossimi punti nell’agenda del Governo Monti è la ridefinizione dell’Isee, cioè lo strumento di calcolo della disponibilità economica dei nuclei familiari. Il Governo, infatti, in forza dell’articolo 5 della Manovra Monti (Legge 214/2011) dovrà rivedere sia le modalità di determinazione che i campi di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee).
La Federazione nazionale superamento handicap ha inviato al ministro Elsa Fornero e al sottosegretario Cecilia Guerra, in previsione dell’elaborazione del nuovo decreto, un articolato documento di analisi e di proposta per la revisione dell’Isee. Nel documento emerge con forza la necessità di tenere in considerazione, oltre al reddito e al patrimonio, anche il rischio di impoverimento a causa della disabilità e della non autosufficienza. Viene sottolineata l’importanza di definire, prima di applicare in modo stringente l’Isee, i livelli essenziali dell’assistenza sociale ancora assenti nel nostro impianto normativo. Viene ribadita l’importanza di non considerare reddito le provvidenze assistenziali quali la pensione sociale o l’indennità di accompagnamento per i disabili gravi, né che quest’ultima sia condizionata dallo stesso Isee.
“Si tratta di un passaggio indubbiamente delicato – spiega la Fish in una nota appena diffusa – e che interessa una ampia gamma di servizi sociali e agevolazioni tariffarie e, potenzialmente, fiscali. Dagli asili nido ai centri diurni per persone con disabilità, dal ricovero in Rsa alle agevolazioni tariffarie sui consumi elettrici, tanto per citare alcuni esempi: sono interessati un gran numero di nuclei familiari (sono circa 7 milioni le dichiarazioni Isee compilate ogni anno). Le premesse normative fissate dalla Manovra Monti – prosegue la Fish – richiamano la volontà di rivedere la definizione di reddito disponibile, di migliorare la capacità selettiva dell’indicatore, valorizzando in misura maggiore la componente patrimoniale, e di permettere una differenziazione dell’indicatore per le diverse tipologie di prestazioni”. Il testo integrale del documento inviato al governo è su www.fishonlus.it. (Redattore Sociale)
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