Il Governo ha risposto alle interrogazioni dei parlamentari sia alla Camera che in Senato. I parlamentari del Pd Barbolini, Bastico, Ghizzoni e Miglioli, dopo aver ascoltato la risposta del Governo alle loro interrogazioni, si dichiarano “insoddisfatti e delusi”: il parere negativo, a più riprese, espresso dai cittadini e dalle istituzioni dei territori interessati e dalla Regione Emilia-Romagna non sono stati tenuti in considerazione, nonostante il parere positivo della Regione sia necessario per legge. “Insoddisfatti della risposta del Governo e delusi del fatto che il Ministero dell’ambiente abbia ritenuto di andare avanti con la fase del procedimento di compatibilità ambientale del progetto nonostante il parere negativo, a più riprese ribadito, degli enti territoriali interessati e della Regione Emilia-Romagna, la cui intesa, tra l’altro, è indispensabile per legge per la concreta realizzazione del progetto”: è quanto hanno sostenuto, in momenti diversi, i parlamentari modenesi del Pd Giuliano Barbolini, Mariangela Bastico, Manuela Ghizzoni e Ivano Miglioli, commentando la risposta del Governo alle loro interrogazioni. Com’è noto, in momenti diversi, i parlamentari modenesi del Pd, sollecitati dai cittadini e dagli enti locali dell’Area Nord, hanno presentato interrogazioni, nei due rami del Parlamento, sul progetto di stoccaggio sotterraneo di gas che la società IGM vorrebbe realizzare a Rivara. Il sottosegretario Tullio Fanelli ha risposto alle domande presentate dai deputati Ghizzoni e Miglioli nel corso del Question Time della Camera tenutosi la sera di mercoledì 21 marzo. Analoga risposta hanno ottenuto i senatori Barbolini e Bastico, in aula, nel tardo pomeriggio di giovedì 22 marzo. Unica differenza che in Senato la risposta ha cumulato sia le interrogazioni contro il progetto che quelle pro presentate dal senatore modenese del Pdl Giovanardi. Dal Governo, quindi, non solo non è arrivato l’atteso impegno politico sulla inopportunità della scelta di realizzare il deposito di gas di Rivara, ma non viene neppure presa in considerazione la disponibilità della Regione Emilia-Romagna alla realizzazione di impianti di stoccaggio di gas naturale in siti diversi da quello di Rivara e, a differenza di questo, sicuri dal punto di vista sia geologico che ambientale. In Senato, tra l’altro, Carlo Giovanardi del Pdl ha applaudito alla posizione del Governo tacciando i parlamentari del Pd da una parte di oscurantismo (contro la scienza e la ricerca) e dall’altra di dire dei “no” pregiudiziali. “E’ proprio il contrario – rispondono Barbolini e Bastico – proprio perché siamo attenti alla ricerca e alla scienza che abbiamo presente come ben due Commissioni di Via hanno avuto dubbi sull’affidabilità del progetto. Sono gli “apprendisti stregoni” che maneggiano con faciloneria cose complesse e delicate. Il no di un intero territorio è basato su evidenze tecnico-scientifiche che definiscono quel sito non sicuro. La Regione Emilia-Romagna non è la patria dei “no” a tutti i costi: la riprova è che sono stati offerti ben cinque diverse alternative, tutte non pericolose, semplicemente non sono state prese in considerazione”
In questo momento, quindi, il “no” della Regione sembra essere il solo ostacolo che impedisce la realizzazione dell’impianto. I parlamentari modenesi del Pd, pertanto, si impegnano a vigilare sui prossimi passi della procedura e non abbandoneranno il pressing sul governo affinché si pronunci contro il deposito.
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5-06464 Mariani ed altri: Iniziative relative al progetto di localizzazione di un deposito sottomarino di gas nel comune di Rivara.
TESTO DELLA RISPOSTA
In merito all’interrogazione a risposta immediata presentata dall’onorevole Mariani ed altri, afferente il progetto relativo all’impianto finalizzato allo stoccaggio di gas naturale a Rivara, si rappresenta quanto segue.
Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia in quanto, finora, lo stoccaggio di gas è stato operato all’interno di giacimenti di gas esauriti. La normativa in vigore (decreto legislativo n. 164/2000 – cosiddetto decreto «Letta»), prevede che l’attività di stoccaggio del gas naturale possa essere realizzata anche in unità geologiche profonde. La tecnica dello stoccaggio in acquifero è ben nota all’estero e si applica in numerosi paesi, in particolare quelli in cui i giacimenti di gas naturale non sono presenti.
In generale, si sottolinea come le infrastrutture di stoccaggio di gas naturale svolgano una funzione indispensabile per la modulazione dell’offerta di gas nel sistema italiano, vista la rigidità del profilo delle importazioni e la grande differenza tra domanda estiva e quella invernale nel settore civile; le infrastrutture di stoccaggio svolgono inoltre un ruolo strategico nel garantire la sicurezza delle forniture sia nel caso di eventi climatici eccezionali sia nel caso di rischi di interruzioni o riduzioni delle importazioni.
L’attuale sistema nazionale degli stoccaggi dispone di una capacità totale di circa 14 miliardi di metri cubi, di cui 5 miliardi per riserva strategica. Tale capacità, come hanno dimostrato con tutta evidenza le molteplici crisi degli ultimi anni, deve essere incrementata per aumentare la sicurezza del sistema ed a tal fine è stato emanato un apposito decreto-legge, n. 130 del 2010 e sono in corso 10 procedimenti per il rilascio di nuove concessioni, tutte in giacimenti esauriti ad eccezione del progetto RIVARA, per una capacità complessiva di circa 5.800 milioni di metri cubi. La potenzialità del progetto di Rivara è pari, secondo i proponenti, a 3.186 milioni di metri cubi di capacità, ma è necessario verificarne l’effettiva consistenza attraverso una fase di verifica in situ.
Sotto l’aspetto amministrativo e procedurale, l’istanza di rilascio della concessione di stoccaggio RIVARA è stata presentata nell’anno 2002 ed è stata valutata positivamente nel giugno 2005 dal Comitato Tecnico per gli Idrocarburi e la Geotermia, organo tecnico istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, mentre, con decreto del 17 febbraio 2012 del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, è stata conclusa la prima fase del procedimento di compatibilità ambientale.
Tale pronuncia di compatibilità ambientale, favorevole con prescrizioni, è limitata alle sole operazioni previste per la fase di accertamento sulla fattibilità dei programmi di stoccaggio, fase necessaria per la conferma e l’acquisizione di tutti i parametri progettuali indispensabili per poter sancire la fattibilità tecnico-economica e la piena sicurezza relativa all’esercizio dell’impianto di stoccaggio del gas, ed al solo fine dell’eventuale rilascio da parte del Ministero dello sviluppo economico, d’intesa con la regione interessata, dell’autorizzazione ai sensi del Titolo II, Articolo 3, comma 7, del decreto ministeriale del 21 gennaio 2011 e del successivo decreto attuativo n. 50918 del 4 febbraio 2011.
Diversamente da quanto riferito nell’interrogazione, secondo cui l’articolo 3, comma 7, del decreto ministeriale 21 gennaio 2011 farebbe riferimento «all’accertamento della fattibilità del programma di stoccaggio» e non «all’accertamento della fattibilità dello stoccaggio», come sarebbe indicato nel dispositivo del summenzionato decreto di compatibilità ambientale, si ritiene invece che dal dispositivo finale del citato decreto di compatibilità ambientale si evinca chiaramente che la fase di accertamento oggetto di VIA riguarda la fattibilità dei programmi di stoccaggio di cui all’articolo 3, comma 7, del decreto ministeriale 21 gennaio 2011.
Del resto, al successivo punto II del summenzionato dispositivo finale, viene disposto che «nel caso in cui la fase di accertamento dia esito positivo confermando la fattibilità dei proposti programmi di stoccaggio di gas in unità geologiche profonde, la Società, ai fini del rilascio della Concessione di coltivazione (…), dovrà richiedere preventivamente al Ministero dell’Ambiente la riattivazione dell’istanza di VIA aggiornata sulla base degli esiti della citata fase di accertamento, in relazione alle fasi di realizzazione e di esercizio dell’impianto di stoccaggio».
In relazione alle osservazioni che l’ISPRA avrebbe fatto in merito alla fase di accertamento, si evidenzia che lo stesso istituto ha supportato con proprie valutazioni l’istruttoria tecnica condotta dalla Commissione Tecnica VIA-VAS, valutazioni che sono state tenute in debita considerazione dalla Commissione nell’emanazione del proprio parere di compatibilità ambientale alla base del sopracitato decreto VIA.
L’ iter per l’autorizzazione del programma di ricerca potrà quindi proseguire con l’indizione della conferenza di servizi, a cui sono chiamati a partecipare, per l’espressione dei relativi pareri, la regione e le amministrazioni locali interessate (Province e Comuni). L’istruttoria per il rilascio dell’autorizzazione, anche se limitata alla sola fase di ricerca, sarà completata solo a seguito dell’espressione dell’intesa da parte della regione Emilia Romagna.
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Replica dell’ On Ghizzoni
Manuela GHIZZONI (PD), cofirmataria dell’interrogazione in titolo, si dichiara insoddisfatta della risposta fornita dal Governo, in primo luogo perché nella stessa non si fa alcun cenno, come sarebbe stato, a suo avviso, doveroso, per rispetto del ruolo e delle prerogative parlamentari, all’impegno politico assunto dal Governo in sede di approvazione da parte della VIII Commissione della Camera dei deputati, nella seduta del 25 maggio 2011, di una risoluzione che impegnava il Governo «ad assumere una posizione politica precisa sull’inopportunità della scelta della realizzazione del deposito di gas a Rivara». Sottolinea, inoltre, negativamente, il fatto che nella risposta si omette di riferire che la pronuncia di compatibilità ambientale del progetto adottata dal Ministero dell’ambiente lo scorso 17 febbraio 2012 è stata assunta nonostante due precedenti deliberati della Commissione ministeriale VIA/VAS con i quali si segnalava l’impossibilità di pronunciarsi per mancanza di elementi conoscitivi essenziali e nonostante le forti perplessità avanzate dall’ISPRA in relazione ai risultati e all’adeguatezza degli accertamenti compiuti.
Stigmatizza, altresì, il fatto che la citata pronuncia di compatibilità ambientale sia stata adottata in violazione di quanto disposto dall’articolo 3, comma 7, del decreto ministeriale 21 gennaio 2011 che fa riferimento, non «all’accertamento della fattibilità dello stoccaggio» (come riportato nella citata pronuncia di compatibilità ambientale), ma «all’accertamento della fattibilità del programma dello stoccaggio». In tal modo, di fatto, è stata stravolta la natura stessa degli accertamenti da compiere, i quali, in quanto da riferire al programma di stoccaggio, non avrebbero potuto avere natura diversa da quella di accertamenti tecnico-economici. Nel sottolineare la gravità di questo fatto, denuncia l’illegittimità del citato provvedimento ministeriale, ritenendo che non sia possibile qualificare altrimenti il medesimo provvedimento.
Esprime, infine, la propria delusione per il fatto che il Ministero dell’ambiente abbia ritenuto possibile completare la prima fase del procedimento di compatibilità ambientale del progetto, nonostante fosse formalmente a conoscenza delle ripetute prese di posizioni contrarie di tutti gli enti territoriali interessati e della stessa regione Emilia-Romagna, la cui intesa è per legge indispensabile ai fini della concreta realizzazione del progetto. Dichiara altresì la propria delusione per il fatto che il Ministero dell’ambiente abbia completato la prima fase del procedimento di compatibilità ambientale del progetto, nonostante il fatto che gli enti rappresentativi delle comunità territoriali e la regione Emilia-Romagna abbiano da tempo dato la propria disponibilità alla realizzazione di impianti di stoccaggio di gas naturale in siti diversi da quello di Rivara e, a differenza di questo, sicuri dal punto di vista sia geologico che ambientale. Avviandosi a concludere, giudica quindi incomprensibile l’atteggiamento della società IGM, che pervicacemente persiste nella richiesta di concessione di stoccaggio di gas a Rivara, rifiutandosi di prendere in considerazione ogni ipotesi di realizzare l’impianto in siti diversi da questo. Conclude, richiamando la presentazione di un ulteriore atto di sindacato ispettivo in materia, con cui si chiede al Governo in carica di esprimersi formalmente sull’impegno politico assunto in Parlamento dal precedente Governo il 25 maggio 2011, e sollecitandone quindi la risposta.