La crisi pesa direttamente sui consumi: prodotti alimentari, bevande e tabacco hanno mostrato un calo dell’1,5% a prezzi costanti. Lo segnala un rapporto Intesa San Paolo. Famiglie italiane in difficoltà con il carrello della spesa: sul mercato nazionale i consumi di prodotti alimentari, bevande e tabacco hanno mostrato un calo dell’1,5% a prezzi costanti. Lo segnala un rapporto Intesa Sanpaolo, affermando che in termini di spesa pro capite il dato 2011 riporta i livelli indietro di quasi 30 anni. Nel rapporto, si legge infatti che “si deve tornare ai primi anni ’80 per scendere al di sotto dei 2.400 euro annui destinati al comparto agro-alimentare.
In particolare, si legge nel rapporto, “si tratta in parte di un trend strutturale legato al minore consumo di alcune voci, come il tabacco, ma che segnala anche le evidenti difficoltà del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e sul reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un comparto dei bisogni poco comprimibili come l’agroalimentare”.
Nel rapporto, si evidenzia inoltre che “l’incremento della disoccupazione unito agli effetti delle manovre di correzione dei conti pubblici sulle famiglie fanno prevedere una nuova riduzione dei consumi”. Consumi che “continueranno ad essere molto prudenti a fronte di risorse reddituali sempre più scarse”.
DA repubblica.it
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Crisi, Fassina: “Necessario sostegno alla crescita”
“I dati di oggi sulla spesa delle famiglie nel 2011 e sulle retribuzioni, come i dati sulla disoccupazione dei giorni scorsi, non sorprendono. Sono, purtroppo, la conseguenza inevitabile di una linea di politica economica sbagliata che i conservatori tedeschi impongono da tre anni all’area euro”, ha dichiarato Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della Segreteria del Partito Democratico.
“Non è in discussione la “cultura della stabilità” e la riduzione del debito pubblico. E’ in discussione il percorso per raggiungerli. L’area euro e l’Italia sono in un circolo vizioso: economie in recessione, aumento della disoccupazione e continuo aumento dei debiti pubblici. In tale contesto di finanza pubblica – ha concluso l’esponente democratico – è illusorio sperare nelle liberalizzazioni e nell’approfondimento del mercato unico come fattori di sviluppo. E’ come mettere benzina in un motore ingrippato. E’ necessaria un’inversione di rotta nell’area euro da attuare attraverso il sostegno alla spesa per investimenti, misure di correzione delle insostenibili disuguaglianze e l’aumento della domanda interna nei Paesi in attivo di bilancia commerciale. Sono i punti di un’agenda progressista di cui l’Unione europea ha urgente bisogno”.
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