Tutti i giornali ieri scrivevano che nell´incontro con il Presidente del Consiglio Monti – mentre il Paese cerca una strada per uscire dalla crisi finanziaria – Silvio Berlusconi ha chiesto “garanzie” sulla Rai e sulla giustizia. Avremmo due domande per il Cavaliere: a quale titolo pretende queste garanzie e con quale faccia? Mentre la richiesta a Monti di intervenire sulla giustizia serve con ogni evidenza a tenere sotto pressione la magistratura, proprio quando i nodi processuali dell´ex Premier stanno arrivando al pettine, la Rai è tutt´uno con la concezione del potere – politico, mediatico, economico e imprenditoriale – che anima il Cavaliere fin dalla discesa in campo.
Quali “garanzie” va cercando Berlusconi, adesso che non guida più l´esecutivo e che il Consiglio di amministrazione Rai sta per scadere? Può davvero ragionevolmente pensare che Monti insedi una governance bolscevica a viale Mazzini? O non teme piuttosto che la Rai si avvii a essere un´azienda normale, senza il guinzaglio dei partiti (il suo in primo luogo) al collo? È bene che di tutto questo si parli alla luce del sole, senza patti inconfessabili e richieste irricevibili. Siamo noi cittadini, infatti, che chiediamo garanzie a Monti sulla Rai, e ne abbiamo pieno titolo, come utenti del servizio pubblico e come “proprietari” di un´azienda che spende denaro dei contribuenti. Naturalmente non vogliamo ribaltoni politici. Ma chiediamo semplicemente al governo di disarmare la Rai, ancora in pieno assetto da guerra berlusconiano anche dopo la caduta del sovrano, di farla agire in una vera concorrenza con Mediaset dopo gli anni del padrone unico, di farla rispondere alle logiche del mercato (riprendendo gli epurati che fanno audience) e dunque di liberarla dalla servitù alla politica.
Queste sono le vere garanzie – mercato, libertà, concorrenza, autonomia – che Monti deve dare alla luce del sole sulla Rai. Con urgenza. Se non vuole essere tecnico a metà.
La Repubblica 24.02.12
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