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"Ai manager Eternit 16 anni di reclusione per i parenti delle vittime 120 milioni", di Federica Cravero e Sarah Martinenghi

Il tribunale di Torino condanna Schmidheiny e il barone De Cartier a 16 anni di reclusione per disastro doloso e omissione di cautele. Lunghissima la lista dei risarcimenti. A ciascuno parente delle vittime andranno 30 mila euro di risarcimento. Le lacrime dei familiari durante la lettura del verdetto. “Colpevoli dei reati a loro contestati”. Queste le prime frasi lette dal giudice del processo Eternit. La lettura della sentenza è tuttora in corso. Il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, 91 anni, sono stati condannati a 16 anni di reclusione per disastro doloso e omissione dolosa di misure infortunistiche.

La condanna vale per i reati commessi negli stabilimenti piemontesi di Casale e Cavagnolo, dal 13 agosto 1999 in avanti. Quelli precedenti risultano invece prescritti, come i reati contestati negli stabilimenti di Bagnoli (in provincia di Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). Lunghissimo l’elenco dei risarcimenti: ai sindacati andranno 100 mila euro, 4 milioni al Comune di Cavagnolo, 15 milioni all’Inail (da revisionare in sede civile), 5 milioni all’Asl. Alla Regione Piemonte andranno 20 milioni, mentre il Comune di Casale sarà risarcito con 25 milioni.

A ciascuno dei parenti delle vittime costituitisi parte civile andranno 30 mila euro. In tutto il risarcimento ai familiari dovrebbe ammontare a 120 milioni. Alla “pasionaria” Romana Blasotti Pavesi 50 mila euro, all’Associazione vittime dell’amianto 100 mila euro.

Il verdetto riconosce anche una serie di risarcimenti particolarmente significativi a parti civili come sindacati, Medicina democratica, associazioni ambientaliste. Le persone decedute, aggiornate al 5 ottobre 2011 sono 1830, a cui si aggiungono altre 1027 parti lese. In tutto il numero delle parti civili supera le 4500.

Qualche parente delle vittime dell’amianto già esce fuori dalla maxi aula 1 del tribunale di Torino per lasciarsi andare ad un pianto liberatorio. La maxi aula è piena fino all’inverosimile, con gente assiepata persino in piedi, mentre la maggior parte dei parenti delle vittime piemontesi sono nell’aula magna del tribunale.

Sono circa 1500 le persone giunte da tutta Italia e da molti paesi stranieri a Palazzo di Giustizia per assistere alla lettura della sentenza. Il dibattimento si è snodato attraverso 65 udienze, con 6.392 parti civili, tra il 2009 e il 2011.

Mentre la lettura della sentenza procede, arrivano i primi commenti. Per il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, è “Un processo storico e una sentenza esemplare. La magistratura con questa sentenza dà giustizia alle migliaia di morti per amianto”. Per Felice Casson, vicepresidente del gruppo Pd al Senato, “la condanna è una tutela per i cittadini. Ora la politica deve perseguire l’azione avviata dalla magistratura”. Oliviero Diliberto, segretario del Pdci: “Va aperta una riflessione seria sulla necessità di ampliare le competenze della corte penale internazionale in materia di protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente”.

da repubblica.it