I piani dell’allora ministro Bersani e del premier Monti a confronto. L’attuale segretario del Pd ha aperto il cantiere delle liberalizzazioni nel ’98, poi sono arrivate le sue famose “lenzuolate” nel 2006/2007. Un piano organico e abbastanza aggressivo che ha prodotto vantaggi visibili in termini di posti di lavoro e risparmi per gli italiani. Monti era partito con pari convinzione, ma le lobby si oppongono con vigore alla sua azione. Il governo Prodi, con Bersani ministro, batte Monti. Almeno sulle liberalizzazioni. Il comunista di Bettola, formatosi alla scuola dell’amministrazione locale, con le sue “lenzuolate” ha fatto di più e meglio per aprire il mercato italiano, per ridurre i prezzi per i consumatori e migliorare i servizi, del professore bocconiano che da Commissario europeo alla Concorrenza colpì con una multa stratosferica il monopolista Bill Gates. Diciamo che se fosse un match di pugilato, il segretario del Pd vincerebbe ai punti.
I CONTI CORRENTI
Bersani, tra il 2006 e il 2007, ha abolito i costi fissi per le ricariche telefoniche (2 miliardi di risparmi l’anno per i consumatori), ha aperto il mercato delle parafarmacie, ha eliminato le spese fisse per la chiusura dei conti correnti bancari e dei depositi titoli, ha tolto ai notai l’esclusiva negli atti di compravendita delle auto. Monti è intervenuto sulle assicurazioni, sulle banche, sui taxi, sulle farmacie, sui distributori di benzina, sui notai e anche sugli avvocati, ma è difficile per ora valutare i benefici per i consumatori.
Il governo dei tecnici ha separato la proprietà della rete gas tra Snam e Eni, ma la liberalizzazione del mercato non c’è ancora. E allora non cambia nulla per chi consuma il gas. Anche per i trasporti (dai treni ai taxi) è tutto rinviato a quando opererà la nuova Authority e alle decisioni che prenderanno i sindaci. Per chi viaggia l’effetto è ancora pari a zero. Pure in
autostrada non ci si accorgerà del tetto introdotto per le tariffe. Si applicherà solo alle concessionarie future. E quella di Autostrada, per esempio, scadrà tra ben 23 anni.
LAUREATI CON IL CAMICE
Guardiamo alle farmacie. Monti si è fermato di fronte alla sollevazione della corporazione dei farmacisti che, con la sponda del centrodestra, non voleva la vendita nelle parafarmacie dei medicinali di fascia C, quelli con la ricetta bianca non a carico del Servizio sanitario nazionale. Alla fine è rimasta solo la rivisitazione della pianta organica. Poco rispetto alle iniezioni di mercato introdotte con la prima “lenzuolata” del 2006. Da allora sono state aperte più di tremila parafarmacie, gli sconti sono stati intorno al 20 per cento, i prezzi al banco delle parafarmacie sono scesi di oltre l’8 per cento rispetto a quelli praticati nelle farmacie tradizionali, circa cinquemila giovani laureati in farmacia hanno trovato un’occupazione.
Ci saranno più notai (500) per effetto del decreto “Cresci Italia”, ma cambierà poco per i consumatori. L’eliminazione delle tariffe minime era già stata prevista da Bersani e poi ancora da Giulio Tremonti, lo scorso anno. Dal pacchetto del 2006 gli onorari di alcuni professionisti (architetti e ingegneri, per esempio) sono scesi fino al 40 per cento. Efficace, invece, la norma-Monti che prevede la possibilità che il cliente richieda un preventivo al professionista prima di affidargli una causa.
IL NODO ASSICURAZIONI
Bersani puntò sugli agenti plurimandatari nel settore delle assicurazioni. Gli effetti non sono stati molto visibili. Ma qualche dubbio lo si può avere oggi anche sull’installazione della “scatola nera” nella propria automobile per ottenere lo sconto.
Proprio l’Ania ha ricordato ieri che i costi “sono alti”, ma anche nel 2011 l’incremento dei costi per le polizze Rca auto è stato di circa il 5 per cento. Ha invece funzionato il risarcimento diretto, stabilito dall’allora ministro delle Attività produttive, con tempi medi di liquidazione tra i 30 e i 60 giorni.
Sulla benzina si può dire che per ora non ha vinto né Bersani né Monti. Il primo stabilì l’obbligo di installare tabelloni comparativi dei prezzi dei carburanti lungo le principali strade e autostrade. Un pizzico di potenziale concorrenza. Monti non è riuscito ad andare fino in fondo. Su un totale di quasi 23 mila gestori, al massimo un migliaio verrà “liberato” dall’obbligo di rifornirsi esclusivamente dalla compagnia di appartenenza. La vendita dei prodotti non oil era già prevista dal 1998. L’unica novità riguarda i tabacchi.
Il Sole 24 Ore 04.02.12