In arrivo due bandi del Miur: 415 milioni per i distretti tecnologici e 200 per le «smart cities». La parte più cospicua delle risorse finirà a distretti e laboratori del Centro-Nord: 375 milioni a cui se ne aggiungeranno 40 per il Sud. Buone notizie per la ricerca. In attesa di verificare sul campo l’impatto delle semplificazioni contenute nel decreto «semplifica Italia» approvato dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso e in attesa della firma del capo dello Stato, stanno per arrivare due bandi del ministero dell’Istruzione che sbloccano 615 milioni di euro per l’innovazione. Si tratta di risorse provenienti da diverse fonti: comunitarie, nazionali e residui di stanziamenti precedenti.
Distretti tecnologici
I due documenti sono ormai pronti e per il loro avvio manca solo la firma del ministro Francesco Profumo. Il primo avrà un valore complessivo di 415 milioni è sarà destinato a distretti e laboratori. Di questi, 375 milioni – interamente a carico del Fondo per le agevolazioni alla ricerca (Far) – riguarderanno il Centro-Nord. I restanti 40 – in arrivo dal Pon (programma operativo nazionale) Ricerca e competività 2007-2013 dell’Ue – finanzieranno i progetti realizzati in tandem con le quattro Regioni dell’obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).
L’obiettivo di viale Trastevere è realizzare, sul sostegno a distretti e laboratori pubblico-privati, la stessa «osmosi Nord-Sud» sperimentata con il bando Pon sulla ricerca industriale da 465 milioni (poi diventati 1,1 miliardi) del 2010. Ma stavolta in direzione contraria. All’epoca la maggior parte delle risorse era andata ai territori della convergenza con una fiche aggiuntiva di 165 milioni per le azioni nel resto d’Italia. Stavolta la “fetta” più ampia andrà al Centro-nord.
l bando ha una doppia finalità. Da un lato, potenziare alcuni dei 23 distretti già esistenti sulla base di piani di sviluppo strategico volti a incentivare sinergie tra atenei, centri di ricerca e imprese e magari formare personale tecnico altamente specializzato. Dall’altro, favorire nuove aggregazioni. A tal proposito, dovrebbero essere sei gli studi di fattibilità finanziati, di cui tre sui distretti tecnologici e tre sui laboratori pubblico-privati.
Smart cities
Più o meno in contemporanea dovrebbe arrivare un secondo bando sulle “smart cities”. Cioè quelle città interconnesse, sostenibili ed ecocompatibili “caldeggiate” dall’Ue. Alla cui diffusione il Miur dovrebbe destinare 200 milioni provenienti dalle azioni integrate per il Pon 2007-2013. Si tratta di risorse originariamente affidate alla Funzione pubblica. Ma dopo che il Governo Monti ha scorporato da Palazzo Vidoni il dipartimento dell’Innovazione portandolo a viale Trastevere anche i fondi in dotazione hanno seguito lo stesso percorso. Destinatarie dello stanziamento anche in questo caso saranno le quattro regioni della convergenza. Ma sulle “smart cities” gli interventi non dovrebbero finire qui visto che se ne parlerà nell’agenda digitale a cui lavoreranno Istruzione e Sviluppo economico (su questo si veda altro articolo in pagina).
Una volta completato l’iter dei due bandi citati, il Miur avrà movimentato quasi tutte le risorse per la ricerca a sua disposizione. Dei 3,2 miliardi complessivi ne resterebbe da allocare meno del 10 per cento. Nella speranza che tutti i fondi vengano poi distribuiti. Ma su questo un ruolo fondamentale potrebbero giocarlo le novità contenute nel Dl semplificazioni che puntano a snellire tempi e procedure delle fasi di partecipazione ai bandi, valutazione dei progetti e prestazione delle garanzie da parte degli aggiudicatari.
Il Sole 24 Ore 01.02.12