Anche stavolta tutto si riduce in bicchiere d’acqua. Parliamo del piano-casa e delle tanto sbandierate innovazioni che il premier Berlusconi ha lanciato davanti a tutti i media, vantandosi di un risultato che alla fine, come tante volte in passato, non arriverà. Un decreto che doveva favorire le ristrutturazioni, gli ampliamenti di cubatura degli appartamenti e “sburocratizzare” le diverse procedure così da rilanciare il settore edile. Tante belle parole, tante promesse. Nessuna mantenuta.
Infatti nulla è cambiato rispetto alla proposta iniziale del premier perchè il testo del decreto attualmente è esattamente quello che aveva anticipato. E nonostante le smentite del pomeriggio a dimostrarlo è il segretario del Pd, Dario Franceschini , in una conferenza stampa con Pierluigi Bersani, Ermete Realacci, Giovanna Melandri e Andrea Martella. Ai giornalisti distribuisce la bozza del decreto inviata a Comuni, Province e Regioni. Berlusconi non può “continuamente cambiare le carte in tavola”, ha detto il segretario del Pd, aggiungendo che se il provvedimento resterà invariato i democratici faranno “muro”.
“Fin dall’inizio abbiamo detto che siamo disponibili a discutere – ribadisce Franceschini – ma abbiamo visto la bozza del decreto, ed è esattamente in linea con quello che Berlusconi aveva annunciato”. Inutile che il premier dica che il testo che circola non è quello vero, aggiunge Franceschini: “Il testo vero è questo. Questo non è un piano casa, si chiama decreto cementificazione. Se verrà approvato rovinerà le nostre città, le nostre coste, i nostri paesaggi”.
Insomma, conclude Franceschini, “se faranno marcia indietro, saremo pronti a discutere in Parlamento; se andranno avanti troveranno un muro”.
Anche perchè quando si tolgono le regole come sottolinea Bersani “togli non solo tutele per il paesaggio, i centri storici e le coste, ma anche una tutela ai cittadini contro la possibile invasione di campo da parte di un altro cittadino. Il Pd non sottovaluta l’esigenza di rimuovere gli ostacoli burocratici e di promuovere iniziative a favore del settore dell’edilizia, ma non si può proporre, come fa il decreto, una liberalizzazione totale delle destinazioni d’uso. Si dice che Berlusconi è sempre pro-economia, ma bisogna fare attenzione a che il pro-economia non diventi pro-rendita».
Piano casa….piano pianissimo, fortissimo, retromarcia…
Berlusconi era strafelice quando sabato scorso, da Bruxelles annunciava il suo successo internazionale legato al fatto che tutte le altre nazioni dell’Unione europea avevano richiesto di poter vedere la bozza del decreto con il piano case per carpirne le linee vincenti.
Franceschini gli ribatteva a chiare parole che quanto previsto nella bozza del decreto era incostituzionale in quanto contro i diritti e le funzioni che spettano per legge alle Regioni. Ma ormai il premier si era lanciato nell’ennesimo slogan pubblicitario e non voleva tornare indietro. Poco prima dell’inaugurazione della Freccia Rossa – il treno super veloce che collegherà Milano Centrale e Roma Termini in sole 3 ore – ai cronisti annunciava il suo sondaggio della settimana: “il Piano casa del Governo raccoglie il favore degli italiani. Penso che adesso sia anche più di un italiano su due. I sondaggi sono molto buoni anche per il Presidente del Consiglio e per la formazione politica che è una cosa reale e che fonderemo ufficialmente nel fine settimana”.
In realtà, l’Europa guardava con scarso entusiasmo il Piano casa e gli italiani che non rientravano nei sondaggi berlusconiani sorridevano al solo pensiero che l’ampliamento della metratura cubica si potessero fare a scapito del vicino casa.
Anche Berlusconi si rendeva conto delle prime crepe del suo progetto mediatico e correva ai ripari. La prima precisazione era che il piano-casa era collegato solo alle case mono e bi-familiari. Molto più facile chiamarle ville o villette. E poi il nuovo coniglietto usciva dal cilindro quando dichiarava “in effetti, il disegno che è circolato non è quello a cui io avevo già lavorato e oggi alle 5 ho una sessione sul tema. Ho sentito delle cose che non erano nelle idee iniziali e che non saranno nel testo”.
“Delle cose – ha continuato nella sua smentita Berlusconi – non saranno nel testo. Per esempio, quella che riguarda gli immobili urbani. Il decreto, o ddl che sia si fermerà alle case monofamiliari e bifamiliari e alle costruzioni da rifare dopo che queste saranno demolite”.
In altri termini, il governo avrà solo pochi giorni per riscrivere il piano-casa per presentarlo venerdì al Consiglio dei ministri per, l’ennesimo, decreto legge. I rossi sono indigesti al premier. Anche la Freccia Rossa, troppo veloce per il suo piano Casa.
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“Ci risiamo. Ancora una volta Berlusconi è stato frainteso. Esattamente come accadde con le sanatorie edilizie varate dai suoi precedenti governi nel 1994 e nel 2003 che regalarono al paese 123mila nuove case abusive e alimentarono un giro di affari illegali”, lo ha affermato Ermete Realacci, responsabile ambiente del Partito Democratico, commentando la marcia indietro del premier sul testo del piano casa.
“Peccato – ha aggiunto Realacci – che il testo di decreto legge che il Partito Democratico sta oggi criticando è esattamente quello che il suo Governo ha consegnato ai presidenti delle regioni”.
“Chiedevamo a Berlusconi un passo indietro sul decreto verande che avrebbe ricoperto l’Italia di abusi edilizi condonati all’origine. Lui oggi ha spiegato che la bozza che circola da giorni su carta intestata della Presidenza del Consiglio nemmeno l’aveva letta e ha proposto un nuovo ‘decreto ville’ che consenta di allargare le residenze mono e bifamiliari”. Lo ha dichiarato Roberto Della Seta, capogruppo del pd nella Commissione Ambiente. “Inutile sottilizzare sulle giravolte e le capriole dialettiche del nostro premier – ha continuato Della Seta – Resta soltanto da scoprire quale dei tanti Berlusconi presiederà il Consiglio dei ministri di venerdì, se quello che nei giorni scorsi voleva ricoprire di cemento ogni centimetro libero del bel Paese o quello di oggi che preferisce concentrarsi su qualche decina di metri cubi da regalare ai proprietari di ville e villette”.
A.Dra & E.Vet.
www.partitodemocratico.it, 24 marzo 2009
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