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“Il sud nel mirino della Gelmini”, di Alessandra Ricciardi

A differenza del passato, non ci saranno deroghe sul personale
È il provvedimento centrale dell’operazione tagliacattedre. Il decreto sugli organici, su cui ieri sera c’è stato il vertice con i sindacati e che è ora è alla firma del ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, prevede per il 2009/2010 una riduzione delle piante organiche di circa 37 mila cattedre, tra riforma della scuola, riorganizzazione della rete scolastica e innalzamento del numero di alunni per classi. I restanti 5 mila posti, necessari a raggiungere gli obiettivi di risparmio di spesa previsti dalla manovra finanziaria estiva, saranno defalcati in un secondo momento e in organico di fatto. La riduzione di organico è così articolata: 9900 alle elementari, 15.500 alle medie e 11 mila alle superiori. A pagare di più, in termini di assegnazioni di personale, saranno le scuole delle regioni del Sud. Basti l’esempio della piccola Basilicata, dove su un organico di poco più di 7 mila insegnanti ne spariranno 600, il 9%. A differenza di quanto avvenuto in passato, la Gelmini è decisa a non fare sconti. Da oltre un decennio, il Sud e le Isole perdono alunni iscritti eppure, in proporzione, hanno perso meno cattedre di quanto sarebbe stato logico. In senso opposto a quanto avvenuto al Nord, dove a fronte di un numero crescente di iscritti e di richieste di maggiore tempo scuola il contingente dei docenti non solo non è cresciuto, ma si è via via ridotto. Un controsenso spiegato dalla necessità di dare maggiori tutele, anche occupazionali, al Meridione che vive in un contesto sociale ed economico indubbiamente più difficile. Ma ora non c’è più deroga che tenga e la Gelmini-costretta a fare uso abbondante delle forbici- vuole rimettere i piatti della bilancia in pareggio. Nel decreto di prossimo arrivo, infatti, nell’attribuire per esempio la dotazione organica delle elementari per l’anno scolastico 2009/2010- su cui sarà possibile fare le assunzioni a tempo indeterminato e le nomine dei supplenti-il ministero ha tenuto conto in maniera piuttosto ferrea del numero di studenti iscritti e delle richieste di tempo scuola avanzate dalle famiglie. Le regioni con molto tempo pieno sono collocate in larga misura al Nord (regioni come l’Emilia Romagna o il Piemonte) e non subiranno forti riduzioni di organico. Le zone dove più consistente, per tradizione, è invece l’orario normale sono al Sud e questa volta, con l’introduzione del maestro unico al posto del modulo di tre insegnanti su due classi, perderanno più docenti. Ed è vero che il Meridione invece ha più tempo prolungato alle medie, ma dal prossimo anno sarà possibile concederlo solo in presenza di mensa e locali adeguati. Il che servirà, ancora una volta, a tagliare di più nel Mezzogiorno. Tenendo conto di tutti i gradi di scuola, questo il bollettino di guerra degli organici: le perdite maggiori le avranno la Campania (-5645) e la Sicilia (-5020). La Calabria dovrà rinunciare a circa 2500 cattedre, il Lazio a quasi 2800 posti. L’Emilia Romagna ha contenuto il taglio a 1359 posti, peggio è andato al Piemonte con 2175 cattedre in meno. La Basilicata ne perde 600, la Sardegna 1670. La Puglia 3600. Per la Lombardia la decurtazione sarà di 4 mila cattedre.
Italia Oggi, 24 marzo 2009

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