Che l’infiltrazione mafiosa sia un fenomeno che ci riguarda da vicino è senz’altro vero e non siamo tra quelli che pensano che sia sbagliato parlarne. Al contrario, servono parole e fatti. Qui certo presenta caratteristiche diverse, ma non meno pericolose, rispetto ad altre zone del Paese, in termini di infiltrazione nell’economia locale e avvelenamento del clima di legalità.
Le mafie, in sostanza, hanno deciso di “investire” laddove è più alta la ricchezza, e dunque anche nei nostri territori, utilizzando una tecnica di guerriglia, più che di guerra aperta. Ripulendo capitali, conquistando posizioni, rendite.
Di fronte a questo, in Emilia-Romagna non abbiamo di certo nascosto la testa sotto la sabbia ed abbiamo riconosciuto ed iniziato ad affrontare di petto un fenomeno evidenziato anche da alcune ricerche e da indagini svolte dalle Procure, che abbiamo apprezzato e sempre sostenuto. Non mancano, dunque, gli anticorpi: fra gli amministratori (a Modena ad esempio, numerose sono state le iniziative), fra i magistrati, le forze dell’ordine, i giornalisti, e lo dimostra da ultimo il vostro coraggioso cronista, fatto oggetto di minacce. Il sistema regionale deve essere sempre più attento. Con i fatti promuoviamo assieme una cultura del rispetto e della legalità, creiamo forti antivirus ad ogni livello, per far crescere una forte reazione civica.
Come Regione abbiamo fatto alcune cose concrete. Due leggi regionali, innanzitutto, che non formulano “auspici”, ma che danno concreti strumenti di contrasto alla criminalità. Si parla di economia come alveo nel quale attecchiscono le mafie. Bene, la Regione ha approvato una legge che promuove la legalità e la semplificazione nel settore delle costruzioni, sia a committenza pubblica che privata.ùSettore evidentemente delicato, rispetto al quale puntiamo a valorizzare le imprese virtuose, a semplificare le procedure, riducendo le pratiche cartacee e l’uso indiscriminato del massimo ribasso d’asta negli appalti, ad aumentare i controlli nei cantieri per segnalare appalti nei quali possono annidarsi fenomeni di infiltrazione mafiosa, lavoro irregolare e usura.
A partire da questa legge, abbiamo siglato protocolli con alcune Prefetture: il primo, sui controlli antimafia, ha abbassato le soglie previste dalla normativa statale. Questo vuol dire estendere i controlli per tutti gli appalti e i subappalti di servizi e forniture considerati “sensibili”. Parlo, ad esempio, di trasporto e smaltimento rifiuti, trasporto terra e materiali inerti. Il secondo protocollo ha esteso per la prima volta all’edilizia privata la verifica antimafia. E poi c’è il delicatissimo settore del credito.
Delicato perché anche qui si gioca l’equilibrio della legalità. Abbiamo puntato, in questi anni, sui Consorzi Fidi, sostenendoli in modo tale da assicurare disponibilità di credito al nostro sistema produttivo.
Lo scorso anno, poi, abbiamo varato la legge di prevenzione delle infiltrazioni mafiose e per la diffusione della cultura della legalità. Sono stati finanziati oltre 60 progetti, e gli accordi saranno firmati in Regione proprio lunedì. Si tratta di progetti che hanno coinvolto scuole, Associazioni, Comuni, Province, Università, Polizie locali, Arma dei Carabinieri, Associazione nazionale magistrati. E una parte significativa e rilevante è nel modenese. Da ultimo, ma non certo per importanza, il Patto per lo sviluppo intelligente, promosso con tutte le forze economiche e sociali della regione, fa perno proprio sulla questione della legalità, del rilancio di una economia sostenibile e sana. Dunque non si parte da zero, vogliamo rispondere con i fatti. A costo di essere ripetitivi, reagiamo sempre nelle stesso modo: ci si unisce, si fa rete, si mettono insieme risorse ed energie. Al di là delle differenze che ci sono tra noi. E questo faremo. Per battere un fenomeno che
c’è, che affrontiamo a viso aperto, che ci preoccupa ma che siamo certi di poter combattere in modo adeguato.
Questo è l’impegno della Regione Emilia-Romagna, che intendiamo rendere sempre più solido ed efficace.
Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia-Romagna