Referendum bocciato dalla Consulta: lei onorevole Franceschini era tra gli “uccelli del malaugurio bipartisan”, per dirla con I’Idv?
«Io ho firmato per il referendum e invitato il Pd a sostenerlo perché era un chiavistello per spingere a fare una nuova legge elettorale. Al di là delle chiacchiere, le valutazioni della Consulta sono di carattere giuridico, costituzionale, non politico. E non si può commentarle con un mi piace o non mi piace».
Di Pietro parla proprio di “decisione politica”, di “piacere” a Napolitano e di “deriva antidemocratica”.
«Faccio fatica a commentare assurdità simili, incredibili attacchi al Capo dello Stato. Di Pietro soltanto ieri aveva detto che avrebbe rispettato il responso della Consulta, qualunque fosse. E oggi usa parole di una simile violenza».
Come si risponde ora alla volontà espressa dagli elettori di cancellare il Porcellum?
«Approvando una nuova legge elettorale in Parlamento. Dopo il no della Consulta resta il nodo politico di quella forte domanda, che non era legata tanto al modello che sarebbe uscito dal referendum».
Il Mattarellum non piace al Pd?
«Il Pd ha presentato una sua proposta, intelligente ed equilibrata, che prevede il doppio turno corretto proporzionalmente. È stata approvata praticamente all’unanimità nel partito».
E in Parlamento? Ci sono le condizioni per approvare una nuova legge?
«Io sono abbastanza ottimista. Nessuno capirebbe, che si tratti di elettori di destra odi sinistra, se il Parlamento avendo più di un anno davanti e con un clima di sostanziale tregua non facesse una nuova legge elettorale. La gente ci correrebbe dietro, e a ragione».
Non teme un patto Pdl-Lega per blindare il Porcellum?
«Neanche chi preferisce questa legge potrà sottrarsi».
Lo dice anche dopo il voto su Cosentino?
«È stato un voto vergognoso, segreto perché lo ha chiesto il Pdl, e che tra l’altro arriva in un momento in cui c’è una caduta di credibilità a cui il Parlamento dovrebbe rispondere in ben altro modo. La Lega si era dichiarata favorevole all’arresto di Cosentino e dopo un intervento di Berlusconi, non sappiamo con quali argomenti, ha invertito posizione e salvato un incriminato per reati connessi alla criminalità organizzata. Vorrei capire i leghisti, che vengono in Aula a fare i bulli contro il governo Monti e quando il padrone fischia tornano all’ovile, come si giustificheranno ora di fronte all’opinione pubblica».
Sulla elettorale il confronto sarà tra le forze che sostengono Monti?
«Non solo, serve un’intesa il più possibile larga, che coinvolga anche Idv, Lega e anche le forze come Sel che non sono in Parlamento, perché questo argomento riguarda anche loro. Naturalmente, non serve l’unanimità, perché sarebbe un modo per non fare nulla. Però serve una mediazione che porti a un sistema che liberi dalle alleanze forzose, più proporzionale, basato sull’alternatività di Pd e Pdl e che preveda degli incentivi a dichiarare prima del voto le coalizioni».
Discutere anche di riforme istituzionali può aiutare o frenare?
«Dobbiamo mettere in condizione di governare chi vincerà le prossime elezioni, quindi dobbiamo anche riformare i regolamenti parlamentari e il sistema bicamerale. Per approvare una nuova legge elettorale bisogna prima sapere se ci sarà una sola Camera e quanti saranno i parlamentari. Naturalmente non si può aspettare la fine del percorso costituzionale. E allora serve un accordo politico trasparente in cui si stabilisca qual è la cornice istituzionale. Poi il Senato può lavorare sulle riforme istituzionali e parallelamente la Camera sulla legge elettorale».
Sarebbe opportuno istituire una commissione ad hoc?
«Niente bicamerali o altro, basta un accordo trasparente in Parlamento e poi si può cominciare a lavorare in fretta».
L’Unità 13.01.12