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Scuola, Ghizzoni (Pd): su riduzione percorso studio serve cautela e molta riflessione

“Sono molti gli obiettivi sull’istruzione che l’Europa indica e che l’Italia disattende da troppo tempo: tra questi, per citare solo quelli più urgenti, che consentirebbero la necessaria valorizzazione del capitale umano, l’azzeramento della dispersione scolastica, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, l’aumento del numero dei diplomati e una maggiore attenzione alle discipline scientifiche. Su questi punti – dopo il disinteresse dei tre anni precedenti – occorre ora investire con convinzione e senso strategico. E’ vero anche che l’Europa indica un percorso scolastico piú breve, di un anno, rispetto al nostro: un obiettivo da affrontare con la cautela imposta da un contesto sottoposto allo choc degli assurdi tagli del governo precedente. Su tutto ciò occorre portare avanti una seria riflessione, coinvolgendo e rendendo protagonista il mondo della scuola: stupiscono quindi le indiscrezioni odierne, tanto più che di tutto ciò il ministro Profumo non ha parlato durante la recente audizione in commissione”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni.

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Tutti contro Rossi Doria: impensabile ridurre di un anno il ciclo di studi

Bocciata l’idea del sottosegretario di far coincidere la maggiore età e la fine degli studi. Pantaleo: prima si cancellino le riforme Gelmini. Scrima: basta improvvisare o ripescare proposte che già hanno mostrato tutti i loro limiti. Pacifico: la riduzione del tempo scuola è controproducente. Dal proprio blog dal sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, a proposito della convenienza nel ridurre di un anno la durata del sistema scolastico italiano. Destando non poca sorpresa, anche per l’affiliazione politica (il Partito democratico), il sottosegretario ha scritto che è giunto il momento di“riformare i percorsi scolastici in modo che – dalla prima elementare al diploma – durino in tutto non oltre 12 anni. In modo da far coincidere la maggiore età e la fine della scuola, come nei grandi paesi europei, in USA, in India, Cina e Brasile”.
L’idea del sottosegretario – peraltro non del tutto originale, poiché già espressa senza fortuna dagli ex ministri Berlinguer e Moratti – appare, francamente, poco praticabile. Prima di tutto perché giunge a ridosso del ridimensionamento orario generalizzato, imposto di recente attraverso le varie riforme degli ordinamenti scolastici. In seconda battuta perché andrebbe a cancellare migliaia di posti in organico, tra docenti e Ata, contraddicendo quanto espresso più volte dal ministro, Francesco Profumo, a proposito della fine del ciclo dei tagli al comparto. Infine, andrebbe a contrastare anche un’altra dichiarazione reiterata del primo responsabile del Miur, a proposito della necessità di “oliare” il sistema Scuola piuttosto che pensare a nuove riforme. E la cancellazione di un anno (quinto superiore?) non può passare di certo come un provvedimento soft.
Tra i più infastiditi per l’uscita imprevista di Rossi Doria è stato Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil: “la riforma dei percorsi scolastici – ha fatto sapere il sindacalista – è importante e deve essere attentamente valutata ma non si possono anticipare decisioni, come quella della durata complessiva di 12 anni del ciclo di studi, che non sarebbe praticabile senza la cancellazione delle riforme Gelmini e comporterebbe ulteriori tagli di personale. Bisognerebbe evitare di annunciare ogni giorno possibili cambiamenti senza una verifica – ha concluso Pantaleo – sulle possibilità reali di raggiungere risultati concreti perché così si crea molta confusione e incertezza”.
Quasi stizzito per l’idea di ridurre di 12 mesi la conclusione del sistema formativo è anche Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola: “l’abbiamo detto nell’incontro col ministro l’altro ieri: chiediamo che il confronto sui temi della scuola e della formazione avvenga su proposte chiare e precise, non su annunci generici o indiscrezioni ministeriali. Su temi come i percorsi di studio non si può improvvisare, né ripescare proposte che già hanno mostrato tutti i loro limiti. Nella presente situazione, assai difficile sul piano economico, politico e sociale, – ha concluso Scrima – sarebbe cosa saggia individuare con realismo e concretezze precise priorità e dedicarsi a realizzarle”.
Meravigliato della proposta del sottosegretario si è detto anche Marcello Pacifico, presidente dell’Anief: “L’idea di cancellare un anno di scuola superiore – ha detto Pacifico – fa il paio con il progetto dell’ex ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, di allungare le vacanze estive: si tratta di proposte che l’Anief respinge con forza, perché la riduzione delle ore introdotta con le ultime riforme della scuola ha dimostrato che le competenze dei nostri alunni sono tutt’altro che migliorate. Bisogna, quindi, andare esattamente nella direzione opposta, portando i nostri ragazzi più tempo possibile nelle classi: solo in questo modo, passando più ore a scuola con gli insegnanti, i giovani potranno approfondire le conoscenze e ridurre le lacune”.

La Tecnica della Scuola 13.01.12

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