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"Fincantieri ad alta tensione. Passera convoca i sindacati", di Luigina Venturelli

Dopo sei ore di blocco dell’aeroporto di Genova, e dopo giorni di protesta ininterrotta a Sestri Ponente, Palermo ed Ancona, è arrivata la notizia che i lavoratori Fincantieri aspettavano: il governo ha convocato le organizzazioni sindacali per un colloquio sulla crisi del gruppo della cantieristica, da tempo al centro della protesta dei lavoratori per un piano di riorganizzazione che minaccia i livelli occupazionali e produttivi.
IL PUNTO SULLA CANTIERISTICA Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera parlerà con i rappresentanti nazionali delle tute blu la prossima settimana, martedì 10 gennaio, per fare il punto sulla situazione complessiva di Fincantieri. Un risultato raggiunto grazie alla mobilitazione degli operai, che ieri hanno occupato per tutta la mattina lo scalo aereo del capoluogo ligure, bloccando i varchi dei controlli e causando ritardi e disagi sui voli per Roma e Monaco, e la cancellazione di quello per Trieste. Centinaia di passeggeri sono stati accompagnati con pullman agli aeroporti di Milano e Pisa per poter viaggiare, e l’occupazione minacciava di proseguire ad oltranza, se la comunicazione dell’incontro con Passera non fosse giunta tempestivamente a rassicurare i lavoratori sulla possibilità di far sentire la propria voce. Il cantiere di Sestri Ponente, infatti, minaccia di fermarsi dal mese di marzo, una volta consegnata l’ultima nave in produzione, e di lasciare tutti gli 800 dipendenti, più altri 1.500 delle ditte esterne, a casa in cassa integrazione per mancanza di commesse.
LA PROTESTA A PALERMO La tensione resta alta anche a Palermo, dove il gruppo ha annunciato cassa integrazione straordinaria per 24 mesi per un massimo di 470 operai, sui 505 totali, e 140 esuberi in due anni con un accordo firmato dai vertici nazionali di Fim e Uilm, non dalla Fiom,ma avversato da tutti i sindacati a livello locale. Proprio ieri sono arrivate le prime lettere di comunicazione delle cig straordinaria a partire dal 2 gennaio fino al 31 dicembre 2013, così, dopo tre giorni di scioperi e manifestazioni di piazza, le tute blu hanno deciso di bloccare il traffico automobilistico sulla circonvallazione per tutta la mattinata e di presidiare l’ingresso dello stabilimento ad oltranza. O, meglio, fino a mercoledì prossimo, data in cui è stata fissata una riunione presso la Regione Sicilia con sindacati e azienda. Ieri, inoltre, si è sbloccata anche la situazione allo stabilimento Erg-Lukoil di Priolo, in provincia di Siracusa, dove i lavoratori protestavano da lunedì scorso, quando un centinaio di loro ha scoperto di avere il badge disabilitato e dunque di non poter entrare al lavoro. Un episodio che ha infiammato la protesta al polo petrolchimico, dove il gruppo ha minacciato esuberi per 1.400 lavoratori nei prossimi due anni, 700 già a partire da quello in corso. I blocchi negli impianti sono però stati rimossi ieri, ed oggi i lavoratori delle ditte dell’indotto metalmeccanico rientreranno al lavoro, grazie all’accordo raggiunto dal vertice in Confindustria a Siracusa tra i dirigenti Erg-Lukoil e i sindacati: l’azienda ha comunicato che riabiliterà i badge a tutti gli operai ed è stata concordata una serie di incontri per riprendere il confronto sugli appalti e gli investimenti nel Petrolchimico e sul piano industriale del gruppo. «L’attenzione rimane comunque alta» assicura la Fiom.

da L’Unità 05.01.12

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“Tagli Fincantieri, occupato l’aeroporto”, di Erika Dellacasa

«Se per essere convocati a Roma dobbiamo fare i matti, faremo i matti». Così Bruno Manganaro, della segreteria Fiom di Genova, dopo quindici giorni di cortei e presidi degli operai di Fincantieri di Sestri Ponente, ha annunciato che il sindacato alzava il tiro sulla messa in cassa integrazione a zero ore per due anni per tutti i 745 addetti del cantiere navale. E ieri mattina i lavoratori hanno occupato per sei ore l’aeroporto Cristoforo Colombo, quattro aerei sono decollati vuoti, uno per Roma ha imbarcato solo 7 passeggeri (71 sono rimasti a terra), altri voli sono stati dirottati sugli scali milanesi e su Pisa. Alle 16 è arrivata per fax la convocazione del ministro allo Sviluppo economico, Corrado Passera, per il 10 gennaio. Con un piccolo giallo. Il ministero, è scritto nel fax, «come già programmato ha convocato nella giornata di ieri i segretari nazionali dei sindacati per fare il punto sulla situazione complessiva di Fincantieri». La convocazione, quindi, sarebbe stata decisa già martedì 3 ma, dice Francesco Grondona, segretario Fiom di Genova «né noi né la segreteria nazionale sapevamo nulla e se l’incontro era già deciso perché il ministro non ce l’ha detto alle 10 di mattina, quando abbiamo occupato l’aeroporto?». Intanto l’Authority nazionale sugli scioperi ha chiesto informazioni al prefetto di Genova sul blocco dello scalo durante la franchigia natalizia a tutela «dei diritti costituzionali degli utenti».
Gli animi sono molto caldi e la diffidenza è alta. Dopo che un primo piano industriale dell’azienda pubblica della cantieristica era stato respinto dai tre sindacati, l’intesa delle segreterie si è rotta. La Fiom non ha firmato l’accordo siglato con Fincantieri da Fim e Uilm il 21 dicembre sul nuovo piano, con cui l’amministratore delegato Giuseppe Bono intende far fronte al calo di commesse a livello mondiale (prevede fra l’altro la Cig straordinaria per una media di 2.233 dipendenti). Per Sestri si tratta di due anni di stop totale e 400 mila euro (su 102 milioni di investimenti) per la «messa in sicurezza» del cantiere. «Cioè — dice Grondona — per chiuderlo». Fincantieri ha sempre negato questa intenzione.
Genova è maggiormente a rischio nel piano di riorganizzazione, che punta su Monfalcone ma anche altri cantieri sono in agitazione. A Palermo c’è tensione per l’annuncio di 140 esuberi e ieri ci sono stati blocchi stradali, Castellammare non vede certezze. Quanto ad Ancona, dove dovrebbe concentrarsi la costruzione dei mega yacht, l’azienda ha messo sul tavolo 230 esuberi su 600 addetti.
Il caso Fincantieri, con tutte le forti tensioni sociali pronte ad esplodere soprattutto a Genova (anche il cardinale Angelo Bagnasco è intervenuto chiedendo «la salvaguardia del lavoro»), inaugura l’anno e apre il primo tavolo su emergenza lavoro e crisi industriale per il ministro Passera. Tavolo difficile sul fronte sindacale: ieri c’è stato uno scambio di gelidi comunicati tra Cgil e Cisl genovesi perché quest’ultima ha criticato il blocco dell’aeroporto. A marzo a Sestri sarà terminata la Oceania Riviera, ma l’ultima nave rischia di non essere consegnata: la Fiom ha detto che lo scafo non uscirà dal bacino se non ci sarà un’altra commessa.

Il Corriere della Sera 05.01.12