Sprechi nella spesa pubblica come l’evasione fiscale: nel 2011 sono stati recuperati quasi 300 milioni di euro, a fronte dei 30 nel 2010. Così il comandante della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo, tra le priorità del 2012 ha indicato le verifiche sui dipendenti pubblici, soprattutto nella sanità. Sprechi nella spesa pubblica equiparati all’evasione fiscale. Il comandante generale della Guardia di Finanza Nino Di Paolo indica ai reparti territoriali le priorità per il 2012 e in cima alla lista inserisce proprio le verifiche sull’attività dei dipendenti pubblici con un’attenzione particolare agli esborsi illegittimi nel settore sanitario. Sono i risultati ottenuti nell’ultimo anno a segnare il percorso da seguire, perché nel 2011 l’incremento delle verifiche in questo campo ha fatto aumentare di quasi dieci volte le somme recuperate passando dai circa 30 milioni di euro frodati nel 2010 ai 276 milioni di euro degli ultimi dodici mesi. Cifra record che si somma a quelle incamerate grazie agli accertamenti sui doppi lavori svolti dai dipendenti senza ottenere l’autorizzazione e dunque, nella maggior parte dei casi, senza coprire l’orario di lavoro e senza pagare le tasse. Dipendenti di enti locali e di aziende pubbliche che svolgono per i privati l’attività per la quale sono invece remunerati dallo Stato.
I conti sono presto fatti: ai 3.300 impiegati e funzionari che hanno svolto doppi incarichi negli ultimi tre anni per un totale di circa 30 milioni di euro e con un danno erariale che supera i 55 milioni di euro, devono sommarsi tutti i dipendenti pubblici denunciati per aver provocato perdite finanziarie al Servizio sanitario nazionale. Negli ultimi dodici mesi sono stati effettuati 1.927 controlli e le persone denunciate sono state 2.137 con una frode che, appunto, sfiora i 280 milioni di euro. Lo scorso anno c’erano stati 1.401 interventi e i dipendenti scoperti a commettere illeciti erano stati 1.891, ma i soldi da recuperare erano in totale poco meno di 30 milioni di euro. Nel 2009, quando erano state effettuate 1.827 ispezioni, con 3.459 persone denunciate, la frode accertata era stata molto superiore a quella dell’anno scorso, oltre 98 milioni di euro.
Quanto basta per riscrivere la lista delle priorità anche tenendo conto, come viene sottolineato nelle linee di intervento, che «la difficile situazione dei conti pubblici e le note dinamiche di crescita della spesa sanitaria rendono indispensabile ragionare in termini di utilizzo razionale delle risorse, a cominciare da quelle che si potrebbero liberare dall’eliminazione delle inefficienze, degli sprechi e delle frodi». Sono due i settori nei quali si concentreranno i servizi relativi alla Sanità: «Le condotte illecite degli operatori di settore, che tendono ad intercettare gli ingenti flussi di spesa destinati al campo sanitario e sono solitamente riscontrati nella gestione e nella fornitura di beni o servizi sanitari; i comportamenti dei privati cittadini finalizzati a fruire di prestazioni a condizioni a cui non avrebbero diritto».
Nel primo caso i controlli riguarderanno in maniera particolare le procedure di ricovero, nel secondo le esenzioni dal pagamento dei ticket. In entrambe le circostanze i benefici si ottengono grazie a false certificazioni e dunque si inciderà soprattutto sui controlli documentali. Un’attività che sarà effettuata in collaborazione con le Asl grazie a un protocollo d’intesa stilato con le Regioni che consente l’accesso ai sistemi informatici e dunque il controllo delle posizioni dei cittadini che beneficiano delle erogazioni del servizio sanitario nazionale.
La direttiva specifica come sia necessario «proseguire le azioni intraprese ai fini della stabilizzazione dei mercati finanziari e della situazione economica, della ripresa della crescita, della riduzione dell’incidenza del debito pubblico, nonché del contrasto all’evasione e all’elusione fiscale». E specifica che «l’apporto della Guardia di Finanza all’attuazione delle priorità fissate dall’Autorità di Governo dovrà essere basato sulla concentrazione delle risorse operative» proprio su quei fenomeni illegali che maggiormente incidono sulla spesa pubblica. Anche perché sono i risultati della Corte dei Conti a dimostrare quanto sia fondamentale per le casse dello Stato incidere con vigore in questo settore.
Nel 2009 il capitolo relativo alla spesa sanitaria ha portato al «deferimento» davanti ai giudici contabili di 427 soggetti con un danno segnalato all’erario di 715 milioni di euro. Nei 12 mesi successivi si è passati a 520 citazioni e una contestazione economica complessiva di 830 milioni. Nel 2011, nonostante sia salito a 1.402 il numero delle denunce, il danno finanziario è stato di 291 milioni di euro. In totale nel triennio fanno 2.349 dipendenti pubblici che hanno lucrato un totale di un miliardo e 836 milioni di euro.
Il Corriere della Sera 28.12.11