Monti consideri il Parlamento il suo più potente alleato», dice la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. E però la nomina dei sottosegretari, indispensabile per garantire il rapporto tra governo e Parlamento, ancora non c’è stata.
«Questo è l’ultimo dei problemi, e sono sicura che il presidente Monti deciderà rapidamente e in piena autonomia, per poi consentire al Parlamento di conoscere e discutere le misure anticrisi e per consentire al governo di sapere quali sono le valutazioni delle Camere».
La manovra verrà presentata il 5 dicembre: non si poteva fare in tempi più stretti?
«Direi piuttosto che abbiamo avuto un raro esempio di tempestività. In pochi giorni è stato formato un governo, si è insediato, Monti ha svolto i suoi doveri istituzionali e poi ha avuto incontri comunitari molto importanti, visto che il riferimento all’Europa è essenziale. Il 5 verrà presentata la manovra, che mi auguro tenga conto delle posizioni espresse in questi mesi, per essere poi approvata in Parlamento con il più ampio consenso possibile».
Voi avete insistito sui concetti di equità, crescita e rigore: sicuri che saranno alla base della manovra?
«Quel che vediamo è che sono gli stessi criteri che compaiono nel linguaggio ufficiale del presidente Monti. Potremo avviare una discussione che mi auguro sia il più possibile seria e responsabile. E Monti poi potrà andare in qualunque sede europea e dire di avere con sé il più potente degli alleati, il Parlamento».
Come si declina concretamente, per voi, l’equità?
«Essenzialmente chiedendo che i sacrifici vengano ripartiti in base al reddito e poi, soprattutto, lavorando per l’equità generazionale. I sacrifici dovranno essere virtuosi, produttivi. Ogni euro ricavato dovrà essere investito sulle nuove generazioni, per assicurar loro un’esistenza libera e dignitosa, come dice la Costituzione, un lavoro adeguato ai loro talenti e bisogni».
Il Pdl è contrario alla patrimoniale.
«Vedremo cosa propone il governo. Noi abbiamo indicato lo strumento della patrimoniale immobiliare. Può essere realizzato attraverso l’Ici o attraverso l’aumento delle rendite catastali. Quel che è certo è che da lì, da una tassa sui grandi patrimoni immobiliari, dobbiamo partire se vogliamo ottenere rapidamente un risultato».
La ministra Forneroè intervenuta sulla riforma previdenziale in un articolo di Italianieuropei: la sua valutazione?
«Mi pare sia una proposta interessante, su cui ragionare di concerto con le parti sociali. E mi sembra un buon segnale la chiusura della trattativa di Termini Imerese. Non sarà il massimo, ma grazie al nuovo governo siamo usciti da una situazione di impasse che rischiava di mortificare i lavoratori di Termini Imerese e il Mezzogiorno».
Non la preoccupa il fatto che sulla riforma del mercato del lavoro ci siano posizioni diverse nel suo partito?
«No perché partiamo tutti dalla stessa esigenza, che è quella di chiudere con una stagione che ha visto il mondo del lavoro diviso verticalmente tra garantiti e non garantiti, cioè i giovani. Una convergenza allora è possibile, sapendo che nessuno è detentore della verità e ognuno di noi è chiamato in causa per trovare la soluzione».
Vede le condizioni, in questo Parlamento, per approvare una nuova legge elettorale?
«Ci sono le condizioni e le risorse per farlo, e in tempi rapidi. Oppure si celebrerà il referendum, e il Parlamento sarà messo in mora».
La caratteristica che dovrebbe avere la nuova legge elettorale?
«Far sì che il Parlamento sia realmente collegato al Paese, che gli eletti rispondano direttamente agli elettori. Ci attendono anni difficili e solo con un vincolo forte di rappresentanza si può costruire la necessaria coesione sul territorio».
Vede le condizioni anche per una riforma istituzionale?
«Di nuovo, è necessario che si faccia, perché per modernizzare il sistema e renderlo più funzionale dobbiamo ridurre il numero dei parlamentari, per proseguire sulla strada del federalismo dobbiamo superare il bicameralismo perfetto. Il Parlamento può tornare centrale, altro che tecnocrazia».
Avviare una fase costituente può essere anche il modo per consolidare il governo e garantirgli l’arrivo al 2013?
«Il governo arriverà al 2013 se riuscirà, e me lo auguro, a portare a termine la sua missione. Il punto è vedere se il Parlamento sarà all’altezza della situazione».
Il deputato del Pdl Crosetto dice che c’è bisogno di un esecutivo di unità nazionale: che ne pensa?
«Che abbiamo preso le decisioni giuste, che un governo tecnico è l’unico possibile in questa fase. C’è bisogno di una comune assunzione di responsabilità, che va ogni giorno curata con grande attenzione».
Berlusconi non sembra averla curata parlando di una «sinistra non matura» e ancora fatta di «comunisti».
«Ci sono momenti in cui si vedono quali sono le classi dirigenti. C’è chi guarda avanti e produce speranze e chi guarda indietro e mastica risentimento».
A proposito di guardare avanti,dice Casini che sull’appoggio al governo si giocano le alleanze del futuro.
«Vedremo. Quel che è certo è che gli italiani ora osservano con grande attenzione le forze politiche e sapranno giudicare chi si assume le proprie responsabilità e chi non lo fa».
Voi state tranquilli?
«Se c’è un partito a cui conveniva andare al voto è il Pd. Ma abbiamo messo davanti a tutto il bene del Paese. Il nostro senso di responsabilità mi pare evidente».
Se il governo arriva a fine legislatura le politiche saranno ad aprile 2013: voi farete il congresso nell’autunno di quell’anno, come previsto dallo statuto, o lo terrete prima delle elezioni?
«Vedremo cosa succede e valuteremo anche la possibilità di anticiparlo».
L’Unità 28.11.11