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"Termini, raggiunto l'accordo sugli incentivi ai lavoratori. Firma anche la Fiom", di Paolo Pica

La mediazione di del neo ministro dello Sviluppo Corrado Passera convince sindacati e Fiat e dopo mesi di trattative a singhiozzo e attese deluse viene finalmente raggiunto un accordo sugli incentivi ai lavoratori di Termini Imerese (Palermo). Stabilimento storico che il gruppo automobilistico guidato da Sergio Marchionne sta dismettendo. Il sì è arrivato al termine di una giornata di negoziati al ministero dello Sviluppo, presenti tutte le sigle, io tecnici del dicastero del Lavoro, gli advisor, i rappresentanti di Torino e quelli dell’azienda subentrante Dr Motor. Alla fine c’è anche la firma della Fiom che tuttavia lamenta «il dispetto della Fiat che ha applicato importi più bassi» di quelli normalmente praticati. Il presidio davanti alla fabbrica viene rimosso.
SOLLIEVO TRA I LAVORATORI – A sera la soddisfazione prevale sulle critiche che pure non mancano. Tirano un sospiro di sollievo oltre 1.500 famiglie in ansia da mesi: chi non è in uscita è in cassa integrazione. Passa il primo importante test di una serie il ministro Passera che incassa a sorpresa il plauso della Cgil. L’organizzazione guidata da Susanna Camusso gli riconosce la«costruzione della soluzione» e il «rispetto» delle parti in campo. La finalizzazione è attesa giovedì 1 dicembre, ma la trattativa prosegue nei prossimi giorni con la Dr Motor, che subentra al Lingotto, per rilancio del sito industriale siciliano.
INCENTIVI PER L’ESODO- Sono 640 i dipendenti di Termini Imerese che andranno in mobilità verso la pensione. Lo fanno sapere i sindacati spiegando che l’accordo prevede un incentivo complessivo alla mobilità medio di 22.850 euro più l’indennità per il mancato preavviso e il premio fedeltà. Il costo complessivo per la Fiat è di 21,5 milioni circa. Secondo Bruno Vitali segretario nazionale della Fim «si tratta del 70% della richiesta, ovvero di quello che tradizionalmente Fiat ha dato ai lavoratori». Nel dettaglio, i lavoratori riceveranno per 4 anni di mobilità 460 euro mensili sommano all’indennità di mancato preavviso ed il premio fedeltà. Sono previsti 4.445 euro il primo anno, 5.921 euro per gli anni successivi, più 650 euro per la firma della conciliazione. Tutti gli altri lavoratori, 800 circa, saranno assunti da Dr Motor.
CGIL: «RISPETTATI INTERESSI IN CAMPO, ORA RILANCIO»- Soddisfatta la Cgil che in una nota sottolinea «il positivo lavoro svolto dal ministro Passera e dallo stesso ministero per costruire una soluzione basata sul rispetto degli interessi in campo». «Ora – afferma il segretario confederale Vincenzo Scudiere – c’è bisogno che l’acquirente confermi tutte le disponibilità annunciate per avviare la produzione e rilanciare lo stabilimento».
FIOM: FIRMATO PER SENSO DI RESPONSABILITA’ – «Soddisfazione amarezza» per Enzo Masini della Fiom. «Fiat ha approfittato della situazione e ha imposto una riduzione delle tabelle che solitamente usa in questi casi – dice – Nemmeno il Governo è riuscito a farle fare retromarcia. Rimane l’amarezza per un dispetto che Fiat ha voluto fare ai lavoratori. Abbiamo firmato per senso di responsabilità». A livello locale, Fim-Fiom-Uil di Parlemo parlano di «incentivo dignitoso» ottenuto «grazie all’intervento del ministro Passera»
DI PIETRO: FUNERALE PER TERMINI, IL GOVERNO ALZI LA TESTA – Resta diffidente il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro che si chiede «quali scambi inconfessabili siano avvenuti in queste ore tra Passera e Marchionne» e chiede al governo di Mario Monti di «alzare la testa di fronte a chi continua a chiedere soldi pubblici, nonostante stia distruggendo l’apparato industriale del Paese, e soprattutto che si opponga a questa macelleria sociale, per ridare ai lavoratori quella dignità che ogni giorno viene calpestata dalla Fiat».

Il Corriere della Sera 27.11.11

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“Fiat, primo accordo per Termini Imerese”, di Maurizio Cencioni

Ci sono volute sette ore di trattativa, ma alla fine è stata trovata un’intesa sugli incentivi alla mobilità per gli operai della Fiat di Termini Imerese ormai senza occupazione. L’accelerazione si deve all’intervento del nuovo ministro allo Sviluppo, Corrado Passera, che venerdì ha preso in mano la vertenza convocando i sindacati, l’advisor Invitalia e la Fiat per ieri al ministero. È stato un incontro fiume e non è stato facile convincere il Lingotto a mettere sul piatto più di quanto aveva prospettato per accompagnare alla pensione i 640 dipendenti in mobilità: oltre 21 milioni di euro è la cifra su cui è stato trovato l’accordo firmato dal governo, dall’azienda e da tutti i sindacati. Fiom compresa, anche se i metalmeccanici Cgil hanno sottolineato «l’amarezza» per un accordo al «ribasso», con l’importo che si aggirerebbe intorno al 70-80% rispetto a quanto tradizionalmente dato dalla Fiat negli altri stabilimenti. «Un dispetto», commenta Enzo Masini della segreteria Fiom, «ma abbiamo accettato la proposta per senso di responsabilità». Intanto a Termini Imerese, appena raggiunta l’intesa, è stato già tolto il presidio davanti alla fabbrica.
LE TABELLE DI IERI E DI OGGI Nel dettaglio: i 640 dipendenti che entro 6 anni (2 di cig e 4 di mobilità) raggiungeranno i requisiti pensionistici, avranno la mobilità incentivata. L’incentivo massimo, per chi farà tutti e 4 gli anni di mobilità, è di 22.850 euro (460 per 48 mensilità) più l’indennità per il mancato preavviso e il premio fedeltà. Mentre le tabelle applicate finora dall’azienda, secondo i sindacati, sarebbero intorno ai 31-32 mila euro. Analizzando anno per anno l’importo, per il primo le risorse sono pari a 4.445 euro, per i successivi tre anni di 5.921 euro, più 650 euro per la firma della conciliazione. Fiat farà partire la mobilità dal primo gennaio. L’intesa di ieri spiana la strada a quella conclusiva sul rilancio dell’attività a Termini Imerese: un tavolo è già stato convocato per giovedì prossimo e la parola passerà a Dr Motor, l’azienda molisana che è pronta a succedere al Lingotto nel sito siciliano per produrre 4 modelli di auto. Il piano industriale presentato da Massimo Di Risio prevede l’inizio dell’attività dal 2013 per andare a regime con 60mila vetture annue nel 2017. Dopo l’intesa sugli incentivi, per Dr è tutto più facile visto che i dipendenti Fiat da riassorbire sono circa 920 unità, rispetto agli 1.566 iniziali. Si è trattato, come sempre, di una soluzione di compromesso: «decoroso» per la Uilm, «soddisfacente», per l’Ugl, «una mediazione responsabile» per la Fim. Tra la Cgil e i suoi metalmeccanici emerge una differenza di valutazione sulla mediazione di Passera, «insufficiente per la Fiom» e «positiva» per la Cgil. Il ruolo del ministro che per tutto il giorno ha tenuto stretti contatti con le parti riunite al Mise ritorna nei moltissimi commenti che hanno accompagnato la notizia: sono infatti passati due anni da quando Sergio Marchionne ha annunciato la chiusura dello stabilimento siciliano, due anni che il governo precedente ha fatto passare senza prendere alcuna iniziativa.? Raggiunta l’intesa gli operai di Termini hanno tolto il presidio davanti ai cancelli

L’Unità 27.11.11

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“E la Fiom riapre il dialogo con i vertici del Lingotto. Decisivo l´intervento del ministro Passera”, di PAOLO GRISERI

È presto per lasciarsi andare agli entusiasmi. Ma è un fatto che la Fiom non firmava un accordo di merito con la Fiat dal luglio del 2009, quando aveva sottoscritto l´intesa per l´anticipo del premio di risultato concordando di erogare 103 euro in busta paga agli operai del terzo livello. Ed è un altro fatto che la stessa trattativa su Termini Imerese – istruita da tempo da Invitalia che ha valutato i progetti per sostituire il Lingotto in Sicilia – si è sbloccata in pochi giorni grazie all´iniziativa del nuovo ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
La biografia del ministro ha certamente facilitato l´esito. Per un manager che ha appena lasciato la guida operativa di Intesa San Paolo è più facile alzare la cornetta del telefono e chiedere a Sergio Marchionne di aumentare di 4 milioni la posta della Fiat sul tavolo degli incentivi verso la pensione. Ed è più facile per lo stesso Marchionne fidarsi dell´ex ceo di una banca che ha tradizionalmente avuto saldi rapporti con il Lingotto. Sono questi, in fondo, i vantaggi dei governi tecnici: i ministri sanno di che cosa parlano e gli interlocutori sanno chi hanno di fronte. Così ieri sera lo stesso ad di Invitalia, Domenico Arcuri, riconosceva che «l´apporto del nuovo ministro è stato decisivo per la conclusione dell´accordo». Non è necessario che il manager pubblico si spinga dove non può per capire il senso del suo pensiero.
C´è però un secondo aspetto che non va sottovalutato. Si ritrova nelle parole di Enzo Masini, il capodelegazione della Fiom: «Dobbiamo riconoscere al ministro di non aver lavorato per la divisione tra i sindacati ma per trovare una soluzione tutti insieme». Quella che potrebbe apparire una affermazione ovvia diventa, nell´Italia post-berlusconiana, una rivoluzione copernicana. Perché per anni il governo ha alimentato la divisione ideologica tra sigle sindacali piuttosto che cercare una soluzione ai problemi concreti. E´ un fatto che appena quell´atteggiamento è cambiato, il film degli accordi separati tra Fiat e sindacati ha subito una interruzione. E´ assai probabile che sia momentanea perché probabilmente a partire dalla prossima settimana Fiom, Fim e Uilm torneranno a dividersi sull´estensione a tutte le fabbriche del Lingotto dell´accordo di Pomigliano. Ma non era per nulla scontato che la Fiom avrebbe firmato un´intesa sull´uscita della Fiat da Termini Imerese.
Ci vorrà del tempo, ma se il nuovo clima si consoliderà potremmo attenderci importanti novità anche sul fronte sindacale. Perché una Fiom che esce dall´angolo è certamente costretta a rivedere le sue strategie ma finisce per costringere gli altri sindacati a fare altrettanto. La mossa del governo potrebbe accelerare il tramonto la stagione dello scontro ideologico tra Fiom e Fiat: un lusso che un paese in emergenza non può più permettersi.

La Repubblica 27.11.11