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"Gelmini, l'ultima corbelleria", di Giuseppe Caliceti

Anche il Ministro all’ Istruzione, come stanno facendo diversi politici del Pdl, in queste settimane ha cercato di smarcarsi da Berlusconi ammettendo, per la prima volta, di aver fatto forse troppi tagli alla scuola. Ma non ha perso il vizio di dire corbellerie. Anche il Ministro all’ Istruzione, come stanno facendo diversi politici del Pdl, in queste settimane ha cercato di smarcarsi da Berlusconi ammettendo, per la prima volta, di aver fatto forse troppi tagli alla scuola. Ma non ha perso il vizio di dire corbellerie. L’ultima riguarda l’esame di terza media. Ha espresso la volontà di semplificarlo affidando ai test dell’Invalsi il compito di accertare gli apprendimenti di matematica e di inglese. E lasciando ai singoli istituti la formulazione dello scritto di italiano e del colloquio orale. Peccato che non sia chiara la tipologia delle prove, nè per testare il raggiungimento di che cosa. Una cosa è fare test a fini statistici, un’altra con finalità valutativa: ma per Gelmini pare non ci sia differenza, la valutazione di alunni e studenti assomigliano in modo preoccupante a un sondaggio o a una indagine di mercato. Altra questione: se l’esame di terza media salterà, che valore avranno i voti sulla scheda di valutazione di fine primo quadrimestre? O Gelmini vuole sopprimere anche le pagelle? Secondo mistero. Intanto, di fronte ai tagli epocali e all’epocale pressapochismo ministeriale, si estende la protesta nel mondo della scuola. Sono in guerra contro il governo non solo tanti docenti, studenti e genitori, ma anche gli enti locali. La Cgil emiliana chiede alla Regione di fermare gli accorpamenti delle scuole in maxi-istituti comprensivi, come dettato dalla finanziaria estiva, che distruggerebbero il rapporto con gli studenti, rendendolo sempre più anonimo. Anche perché questa sarebbe materia delle Regioni, non del governo. Insomma, la scuola ridisegnata dalla controriforma Gelmini appare sempre di più quella delle tre D: diseguaglianza, diseducazione, disoccupazione. Una scuola sempre più lontana da quella di cui si parla nella nostra Costituzione.

L’Unità 23.10.11

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