Domani in tutte le piazze d’Italia i sindacati di polizia manifesteranno contro i tagli, chiedendo un contributo di solidarietà ai cittadini per acquistare il carburante per le automobili delle forze dell’ordine. Pochi poliziotti, male equipaggiati, dotati di lacrimogeni scaduti, e spesso troppo anziani per rincorrere teppisti ventenni per tutta la città. Tra le cause a cui imputare la guerriglia urbana che si è scatenata sabato scorso nella capitale, con i suoi oltre 130 feriti e i suoi milioni di euro di danni, c’è anche questa: la scarsa dotazione di uomini e di mezzi a cui i ripetuti tagli di questo governo hanno condannato le forze dell’ordine. Tagli lineari che negli ultimi tre anni ammontano a ben 3 miliardi di euro al comparto sicurezza, pari al 10% del bilancio complessivo del ministero dell’Interno, e ad un miliardo e 31 milioni per la sola polizia di Stato. Alla faccia del presunto governo della sicurezza.
POCHI E MALE EQUIPAGGIATI Così si spiegano i bossoli dei lacrimogeni scaduti da dicembre 2006 che ieri mattina tanti curiosi hanno raccolto a piazza san Giovanni. «In questi casi la carica esplosiva che serve all’innesco potrebbe non essere efficace» sottolineava la segreteria provinciale del Consap di Roma, uno dei sindacati di categoria. Così si spiegano le difficoltà incontrate dalle forze dell’ordine: «Ieri un carabiniere è stato colto da infarto mentre correva. Arrivati ad una certa età, superati i cinquant’anni, è difficile passare ore a correre con addosso casco e maschera antigas. Il tutto per sette euro all’ora. Bisogna avere su strada giovani, invece l’età media dei poliziotti è in continua crescita» raccontava un funzionario del Reparto Mobile impegnato sabato negli scontri. Così si spiega l’ira del sindacato Coisp verso il ministro Maroni: «Siamo stanchi della solidarietà del giorno dopo. I poliziotti che erano in piazza a difendere il vivere civile non vogliono la solidarietà dei politici».
LA PROTESTA DELLA CATEGORIA E così si richiamano le precise responsabilità in merito dell’esecutivo: «Eravamo in pochi, male equipaggiati e male impiegati. La dimostrazione di quanto andiamo dicendo da mesi: il governo taglia sulla sicurezza dei cittadini» incalzava il segretario romano del Silp-Cgil. Non a caso l’intera categoria delle forze di sicurezza è in mobilitazione ormai da mesi. E domani scenderà in tutte le piazze d’Italia (a Roma anche davanti a Camera, Senato e Palazzo Chigi) con una manifestazione inedita nelle modalità quanto nelle motivazioni: «Ormai siamo alla paralisi del sistema sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Siamo alla vera e propria resa incondizionata di questo governo alle criminalità» spiega Felice Romano, il segretario generale del Siulp. Una delle tante sigle del comparto che animeranno la richiesta di donazioni da parte dei cittadini per acquistare il carburante necessario a far funzionare le automobili degli agenti e così assicurare il presidio del territorio. L’emergenza tagli è arrivata a questo: «Non c’è più benzina per le volanti, e solo per poco tempo riusciremo a rispondere ai servizi a chiamata sul 113. In cambio daremo ai cittadini dei fac-simile di obbligazioni per maggiore sicurezza, legalità e sviluppo». Carabinieri e finanzieri non potranno partecipare alla manifestazione, in quanto militari, ma hanno già espresso ai colleghi il loro sostegno. «Siamo costretti a manifestare perché non vogliamo assumerci la correspons abilità del collasso del sistema sicurezza. Sia tolto il mandato ai ministri che hanno tradito la loro funzione» conclude Romano. Non servono particolari giudizi politici, il tradimento è nei fatti: i fondi per la manutenzione dei mezzi di polizia sono stati tagliati di un milione di euro, in 15 mesi il corpo ha perso 1lmila unità, le risorse della Divisione investigativa antimafia sono state ridotte di 13 milioni, dirigenti periferici e questori non possono adempiere nemmeno agli «interventi di manutenzione urgenti ed indifferibili» pena l’addebito dei costi a loro stessi. Ed ancora: gli organici del corpo forestale dello Stato sono stati contratti del 30%, e quelli degli agenti penitenziari mancano di 6.500 unità. «Questo governo ha lavorato solo sulla sicurezza percepita, spendendo milioni di euro per fesserie» accusa il segretario Sap, Nicola Tanzi. «Mi riferisco alla storiella delle ronde, alla mini naja, e alle passeggiate cittadine di poliziotti costretti a far da balia a militari, bravissimi nel loro lavoro ma impreparati ad attività di sicurezza sul territorio. Quelle pattuglie miste, solo nel 2011, sono costate 62 milioni di euro».?
L’Unità 17.10.11