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“Monchio, finalmente il processo agli ex-nazisti”

I parlamentari Manuela Ghizzoni e Ivano Miglioli esprimono soddisfazione per il rinvio a giudizio di sette tedeschi accusati di aver ordinato la strage

Dopo sessantacinque anni il Tribunale militare di La Spezia ha rinviato a giudizio gli esecutori delle stragi di Monchio, Susano e Costrignano. Era il 18 marzo del 1944 quando i nazifascisti trucidarono a Monchio 150 persone. Tra le vittime donne, anziani e numerosi bambini.

“Non possiamo che esprimere grande soddisfazione – commentano i deputati del Pd Manuela Ghizzoni e Ivano Miglioli – per il rinvio a giudizio di coloro che all’epoca, secondo l’accusa, si macchiarono di quei delitti. Finalmente si potrà istruire un processo e i familiari delle vittime potranno sperare di avere giustizia”.

La strada per arrivare al processo è stata lunga e tortuosa. Documenti fondamentali per risalire alla verità dei fatti sono stati colpevolmente dimenticati nel cosiddetto “armadio della vergogna” e solo grazie a un lavoro paziente di ricerca, al quale il senatore Luciano Guerzoni ha dato un fondamentale contributo, si è arrivati al rinvio a giudizio di sette ex-militari tedeschi. Un risultato importante, proprio nel momento in cui il centrodestra tenta di riabilitare gli ex-repubblichini, alleati e complici dei nazisti, equiparandoli ai combattenti partigiani.

“La decisione del Tribunale militare di La Spezia – concludono i due parlamentari – ci sprona ulteriormente a salvaguardare la memoria di quelle vittime, il valore della Resistenza e della Carta costituzionale, fondamenta della nostra democrazia”. 

A occuparsi dell’inchiesta sulle stragi è stato il Tribunale militare di La Spezia. Nel giugno scorso i parlamentari del Pd Manuela Ghizzoni e Ivano Miglioli presentarono un’interpellanza urgente al Presidente del Consiglio affinché il Tribunale non venisse soppresso “perché depositario delle indagini atte a far luce sulle stragi avvenute nella seconda guerra mondiale, rimaste insabbiate per anni nel tristemente famoso armadio della vergogna”.

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