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"Stipendi, merito, bocciati, le nuove favole di Gelmini", di Franco Labella

Devo esprimere, nonostante tutto, gratitudine al giovane Ministro. E’ vero, ha eliminato lo studio del Diritto e dell’Economia nelle scuole superiori e l’ha fatto proprio nel momento in cui risulta più evidente quanto improvvida sia stata la scelta . E’ vero, non ha attivato l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione nel momento in cui la Carta è la più citata da tutti, destra, sinistra e centro, come la fonte da stravolgere o da avere come riferimento, a seconda degli orientamenti, per il progresso del Paese reale.
Però la giovane scrittrice di favole ha un cuore e, nel mio caso, mi ha salvato. O per lo meno ha salvato la mia seconda passione dopo il Diritto e la Costituzione. Il venerdì è il giorno in cui comincio a pensare al contenuto degli Spicchi e questa settimana ero già rassegnato a saltare un giro. Non riuscivo a “chiudere” il pezzo. Anche perché nei giorni precedenti si era fatto il pieno. Di fanta-tunnel, di dimissioni e di statistiche sui bocciati un po’ farlocche. Ma chi ha a cuore le sorti dei giovani e del Paese come il giovane Ministro poteva saltare un giro? Mai sia detto. Ed allora dagli sotto, sabato scorso, con una intervista a, il giovane Ministro si è veramente superato. E gli Spicchi sono salvi ancora per questa settimana. Anche perché c’hanno pensato gli studenti, con le loro manifestazioni di venerdì, a dare la sveglia alla giovane scrittrice di favole. “Erano 50.000, l’ha detto il Ministero dell’Interno, ma il fatto merita rispetto”. Il fatto merita rispetto, ha detto il giovane Ministro. Sono saltato sulla sedia, se questo è l’incipit, mi sono detto, alla fine della lettura dell’intervista magari arriva l’annuncio delle dimissioni. Di Gelmini, non di Zennaro (v. Spicchi precedenti). “Facciano loro i valori del merito, coltivino l’eccellenza, altrimenti sono condannati all’impoverimento”. Ahi, tre frasi dopo ci siamo ricascati.

E’ la Gelmini di sempre, quella che conosciamo, quella che parla di merito agli studenti e nomina il suo portavoce Zennaro, che ha un curriculum cortino, cortino, cortino, chi vuole se lo legga sul sito del Ministero, addirittura Direttore generale del MIUR e dice nell’intervista “Non c’è motivo di allontanarlo anche da lì….”. Per lei è come nelle favole dove, absit iniuria verbis, un brutto anatroccolo può pure diventare cigno. Solo che lì, nelle favole, non evocano il merito. Sono favole e basta. “No, basta i tagli sono finiti….” Come tagli? Ma finora la giovane scrittrice di favole non c’aveva raccontato che i tagli era il termine dei “comunisti”, che non erano tagli ma scelte inevitabili per una scuola di qualità? Non c’aveva raccontato che gli insegnanti erano troppi e che per pagarli come in Europa bisognava farne fuori un bel po’? “Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi”. Ahi , ahi, ahi niente stipendi europei, ecchècavolo c’è la crisi, ma in compenso ci vuole dare la paghetta.

Solo che a leggere la frase viene un dubbio atroce. Perché il giovane Ministro dice “un sistema di incentivi basato sui test Invalsi” e vuoi vedere che ci incentiva regalandoci i volumi dei test Invalsi? Certo sono sempre meglio dei volumi col quizzone del concorso a Preside, ma Ministro, l’ha detto il suo collega “tagliatore”, con la “cultura” non si mangia. E poi i test ed il quizzone sono pure un po’ indigesti. Come il cavolo e i peperoni fritti. L’intervista sta per finire e comincia l’apoteosi. Come Napoleone insomma. L’intervistatore dice al giovane Ministro: “da quattro anni non rendete pubblici i dati dei bocciati”. “Li ho visti ieri, tra una settimana saprete tutto” risponde la giovane scrittrice di favole. E’ Waterloo. Ma non quella dei libri di storia chè lì finisce male. No, è l’altra Waterloo. Quella che secondo un manager, selezionato per merito evidentemente, come hanno riportato qualche mese fa giornali e Web, si era conclusa con la sconfitta delle Potenze europee e la vittoria di Napoleone e l’aveva detto ‘sta perla in una riunione per motivare i suoi collaboratori.

Insomma Zennaro s’è dimesso ma il giovane Ministro si prepara alla riscossa. Con i dati dei bocciati di quattro anni fa…. Che sono un po’ ostici e richiedono una settimana per poterli propinare facendo almeno le somme e le percentuali giuste. Ma servono per la riscossa. Come il Napoleone del manager alla battaglia di Waterloo. In fondo, nel mondo delle favole, qualche licenza e perfino qualche bugia ci può stare. Buon risveglio Ministro. Il vento sta cambiando ed i libri di storia non sono come i libri di favole. Nei libri di storia, Waterloo è proprio quella della sconfitta di Napoleone. Solo il manager selezionato per merito era convinto del contrario. Ma il giovane Ministro è per il “merito”….. A proposito signor Ministro, quant’è lungo il suo curriculum?

L’Unità 12.10.11

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Sempre meno bocciati. Il rigore è già finito

ROMA – La linea del rigore del ministro Mariastella Gelmini è arrivata al giro di boa: i dati diffusi ieri da viale Trastevere segnalano una diminuzione di bocciati dalle medie in su nell’ultimo anno. In compenso le regole più rigide per ottenere voti alti hanno fatto diminuire i 100 e lode che, però, continuano inspiegabilmente a concentrarsi al Sud, soprattutto in Puglia (l’1,6% dei diplomati qui prende il massimo contro lo 0,9% di media nazionale) e Calabria (1,5%). Resta alta, poi, la quota dei ragazzi che vengono bocciati perché prendono 5 in condotta, novità voluta dal ministro: sono stati 35mila negli ultimi tre anni.
Il picco di severità c’è stato nel 2008, primo anno di insediamento del ministro. La linea del rigore è stata segnata dall’arrivo del 5 in condotta, dei voti in decimi, dell’obbligo del 6 in ogni materia per approdare agli esami. All’inizio c’è stato un crescendo di severità che poi ha declinato verso una linea più morbida nell’anno scolastico passato. I dati fino ad oggi erano rimasti chiusi nei cassetti del Miur, generando polemiche sul loro occultamento. Ieri sono stati divulgati e rivelano lo stop all’incremento di bocciature. Ma il trend rimane più alto rispetto a qualche anno fa quando la manica era più larga.
Alla maturità a giugno non è stato ammesso all’esame il 5,3% dei candidati contro il 3,9 del 2007. Nel 2010, però, i non ammessi sono stati il 5,9%: c’è una piccola flessione. A conti fatti calano anche i non diplomati. Ma i ragazzi ora vengono fermati prima e, in cifre assolute, sono 35mila quelli che non ce la fanno all’ultimo anno, oltre il 6%. Solo qualche anno fa erano sotto al 4%. Anche per questo il ministro non vacilla: . I bocciati delle superiori, in verità, passano dal 15,5% del 2008 al 13,2% del 2011 e sono stati praticamente costanti negli anni passati. Alle medie invece fra il 2008 e il 2010 è calata la mannaia dei prof con un aumento evidente di bocciature in prima e terza. L’esame delle medie è molto severo e infatti la Gelmini pensa di «ridurre le prove, magari già a giugno con una sperimentazione». I dati dicono anche che la scuola è meno precaria: il personale a termine è passato dal 17,9% del 2007 al 14,9% del 2011, ma dal 2008 l’organico totale ha perso 57mila posti a causa dei tagli. Per il ministro «la maggiore stabilità dei docenti è comunque segnale di maggiore qualità. Ora dobbiamo far ripartire i concorsi che dovranno essere meritocratici per far entrare una nuova generazione nella scuola». Gelmini rassicura anche sull’aumento del sostegno e avverte: il ministero della Salute ha avviato controlli sulle certificazioni che aumentano. Il Pd contrattacca: «Sul sostegno mancano ancora 65mila insegnanti».

Il Messaggero 12.10.11