Dopo tutto, e con il dovuto sgomento, Forza Gnocca esiste già. Gli storici del futuro avranno modo di raccontare come il signore e padrone di un partito, arrivato al potere in prossimità dei suoi settant´anni, decise non solo di plasmare una classe dirigente femminile a suo uso e consumo. ma anche di offrirla in pasto al suo pubblico come il segno e la prova di un patto inconfessabile fra il sovrano e il suo popolo.
Eh, che complicazione! Appunto. E allora, in attesa di sviluppi varrà la pena di far notare che ormai da almeno tre anni, più che intorno alla gnocca, la vita pubblica ruota intorno alla fissazione del presidente Berlusconi per la gnocca. Certo il termine è greve. Nella retorica antica si colloca la sineddoche, cioè la parte per il tutto. Ciò che resta del giornalismo politico ci ha fatto l´abitudine: ai tempi del caso Ruby con altrettanto successo Libero titolò cubitale: «La patata bollente», altra sineddoche.
Ma di recente in un´intercettazione il presidente del Consiglio ha parlato più crudamente di «patonza». Così la potenza espressiva della parola si è subito proiettata su Berlusconi fino a fargli mutare soprannome: da «Cavalier Pompetta», per via di certe basse meccaniche, a «Cavalier Patonza», appunto. Per non dire dei deputati di Fli che hanno inalberato nell´aula di Montecitorio una grande vignetta di Vauro pubblicata sul Fatto dal titolo: «Patonza da Volpedo». Un Quarto Stato di impudico e affollato assortimento alla cui testa c´era Berlusconi: nudo, con la lingua di fuori e la mano proprio lì.
Al di là della satira, questa sua voglia matta si esplica in molteplici ambiti e conosce infiniti risvolti, l´ultimo dei quali vedrebbe nientemeno che Fabrizio Corona nel ruolo di eminenza variopinta e salvifico restauratore dell´immagine della Began e della Minetti all´interno dell´ideale Forza Gnocca. Scrive Oggi che Berlusconi lo chiama spesso: «Ha bisogno di parlare con persone intelligenti con cui confrontarsi» ha spiegato lui con la consueta modestia.
Certo che all´inizio furono battute poco più che galanti, spiritosaggini, promesse. Ma tutto lascia pensare che il sistema cortigiano formatosi attorno al Cavaliere lo incoraggiasse ad alzare il tiro. E allora arrivarono le barzellette sozze, poi quelle sozze e in qualche modo autoriferite e opportunamente glorificanti. Allegria, vanteria, sodomia, il cialis come calmante, le ho fatto vedere le stelle, le devi versare dello champagne sotto e poi «suggere», s´inebriava l´instancabile raccontatore, e quella lunghissima della mela che sa di questo e non di quella.
Ma poi dalle storielle il presidente del Consiglio è passato ai fatti; e se pure era riuscito a cavarsela indenne e anzi forse addirittura invidiato da un paio di cicli di intercettazioni per piazzare attrici negli sceneggiati, dalla formazione di gruppi parlamentari abbastanza fru-fru con tanto di espliciti richiami allo ius primae noctis, e infine alla promozione di un governo dove le belle ragazze, già miss e starlette, si facevano senz´altro notare, beh, dall´aprile del 2009 con la scuola quadri per veline e il disvelamento di Noemi, la vergine di Casoria, l´ossessione ha preso a galoppare e non si è fermata più.
E con un ardore sempre in bilico dal trasformarsi in nausea ci si è dovuti occupare di escort, olgettine, api regine, crocerossine, poliziotte, e dame bianche, igieniste dentali finte suore, calciatrici del Milan, mangiatrici di fuoco, danzatrici del ventre, orfanelle del Grande Fratello, insomma un carro di Tespi, una corte dei miracoli entro cui, a rendere il tutto più maniacale di quanto già fosse, si collocano almeno quattro coppie di gemelline provenienti da ogni parte del mondo.
Farci sopra anche il buffone è una ambigua consolazione e ripetitiva. Questa del partito della Gnocca, per dire, risale al gennaio scorso e a gustarla per primi, con gridolini e applausi degni di Fantozzi, furono gli invitati alla festa di compleanno dell´onorevole Michela Biancofiore, che l´anno prima si era fatta fare una torta su cui si stagliava un dito medio. Ma in realtà l´ubriacatura di gnocca ha causato un sacco di disastri a Berlusconi, dal discredito internazionale al divorzio, dalle rampogna della Chiesa alle indagini, ai processi e ai milioni spesi per un sollazzo non sai mai bene quanto vero e quanto disperato.
La Repubblica 07.10.11
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“Pdl non mi piace, lo cambierò in Forza gnocca”, di Annalisa Cuzzocrea
Premier senza freni. Bersani: che desolazione. E alla Camera la Lega offende deputata pd. L´istantanea è di quelle che fanno venire i brividi: i lavori della Camera sono sospesi, la maggioranza prende tempo sulle intercettazioni in attesa della fiducia, Silvio Berlusconi è in aula circondato dai suoi deputati. Ridono e scherzano rumorosamente. Il premier spiega di aver fatto dei sondaggi, il nome Popolo della Libertà ha perso il suo appeal, qualcuno sbaglia ancora e lo chiama “la” Pdl, insomma, non va più bene: «Il nome migliore sarebbe Forza gnocca, ma non ce lo fanno fare». Sghignazzano, i parlamentari della maggioranza, contestati dai deputati pd rimasti in aula. Tra questi c´è Lucia Codurelli: «Vergognatevi», urla. E si sente rispondere da un leghista: «Vai a farti scopare, che è meglio».
Questo succede di giovedì mattina alla Camera dei deputati, prima che cominci il lungo week end di riposo del Parlamento, e che si scatenino le reazioni. Le due cose le tiene insieme Anna Finocchiaro: «C´è veramente poco da ridere – dice la presidente dei senatori pd – questa maggioranza nell´atteggiamento verso le donne fa schifo. Non sono battute, ma lo specchio della visione del Paese che hanno il premier e la sua coalizione: arretrata, volgare, squallida». A Lucia Codurelli arriva la solidarietà di tutto il Pd, la richiesta che il presidente della Camera intervenga, che chi ha parlato si faccia vivo, e magari chieda scusa. Niente invece, neanche una riga, da Lega e Pdl. In maggioranza parlano più volentieri di “Forza gnocca”: «Siete invidiosi», dice ai cronisti Umberto Bossi, riferendosi a quella che Alessandra Mussolini – un tempo sensibile ai temi femminili – definisce «una splendida battuta. Vuol dire che ci considera protagoniste, ci mette al centro». «Berlusconi è Berlusconi, si sa. Non impicchiamo nessuno per una battuta – commenta Roberto Formigoni – le fanno nel Ppe e le facevamo noi da ragazzi». Protesta invece la responsabile pari opportunità Barbara Saltamartini: «A volte anche la battuta più riuscita può risultare fuori luogo e poco spiritosa». Maria Stella Gelmini sceglie di non commentare: «Mi occupo solo di scuola». Parla un altro ministro donna, Giorgia Meloni, che a Radio 24 dice: «Berlusconi farebbe meglio a evitare le battute per non prestare il fianco alla polemica, però faccio notare che questo nome l´ho sentito fare da quelli della sinistra per denigrare le donne della destra». Non apprezzano il sindaco di Roma Alemanno e il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Il segretario pd Bersani dice: «E´ desolante, mi viene in mente che oggi si stanno tenendo i funerali di cinque donne». Rosy Bindi: «Sarà l´unico partito che ha praticato, ma la farsa si è trasformata in tragedia». Il segretario Cgil Susanna Camusso invita: «Altro che cambio del nome, bisogna cambiare in fretta il premier». E Famiglia Cristiana scrive a Berlusconi: «Si vergogni, se non lo fa ci vergogniamo noi per lei. E ci scusiamo – a nome suo – di fronte al mondo».
La Repubblica 07.10.11