Nel mirino l’ex portavoce Zennaro, autore della gaffe sui neutrini. La difesa del ministero: i nostri dati si basavano su una proiezione parziale. Sono nel bunker, asserragliati dentro le larghe stanze del Palazzo della Minerva in viale Trastevere. L’inchiesta di “Repubblica” sui quattro anni di “dati oscurati” dal ministero dell’Istruzione, sulle due stagioni di errori plateali nella comunicazione degli scrutini di fine anno, sul sospetto che quegli errori fossero forzature per non rivelare che la linea “bocciare con severità per formare la futura classe dirigente” era saltata, hanno soffiato nuove nevrosi nello staff di Mariastella Gelmini. Ieri mattina uno stanco Massimo Zennaro, reduce dal siluramento dal ruolo di portavoce per la supergaffe del tunnel dei neutrini, diceva: “Figuriamoci se tarocchiamo i dati”. Poi, però, deviava il telefono ai collaboratori e in serata inviava sei uscieri a bloccare ogni ingresso al ministero.
Dal 2008 a oggi i dati dei bocciati alle medie superiori sono in calo costante: erano il 13,8 per cento, oggi sono l’11,9. Basterebbe questo percorso a rendere plateale una sconfitta politica: i docenti non hanno tenuto in considerazione le esplicite indicazioni del ministro. Il problema successivo, e più grave, è che per quattro anni la Gelmini non ha reso pubblici i numeri ufficiali e in due occasioni – settembre 2008 e giugno 2010 – ha infilato negli stringati comunicati stampa cifre sbagliate. Il timore, adesso, è che fossero false.
Ecco, i “comunicati stampa”, perno della comunicazione seriale del ministero, affidati al padovano Zennaro. Diversi fonti indicano in lui, suggeritore che resta alla Direzione generale studenti, lo stratega della “comunicazione artificiosa”. E l’ultima perla uscita dal bunker, questa tutta dedicata alla questione “bocciati”, fa crescere i sospetti. Dice: “In merito alla ricostruzione fornita da “La Repubblica” il Miur precisa che i dati contenuti nel comunicato del ministero del 12 giugno 2010 si riferiscono a una proiezione parziale relativa agli scrutini trasmessi da circa 200 scuole di sei regioni. L’equivoco nasce dal mettere a confronto il dato complessivo dei non ammessi contenuto nel comunicato del 2009 (13,6%), con l’11,7%, dato parziale relativo ai non ammessi nelle stesse 200 scuole di riferimento”. I dati sono “parziali”, abbondano i “circa”, ma non si dice nulla sulla flessione dei bocciati né si offrono le cifre ufficiali, debitamente spiegate. In una seconda nota si specifica, poi, che per legge il ministero deve comunicare solo all’Istat e ad oggi all’Istituto statistica sono stati girati i dati degli scrutini fino al 2008-2009.
Il Pd, per voce di Manuela Ghizzoni, attacca: “Bisogna revocare a Massimo Zennaro l’incarico da direttore generale. Non ha i titoli, è incorso nella gaffe del tunnel dei neutrini e ora viene indicato come il responsabile della scelta di oscurare gli esiti degli esami”. L’Unione degli studenti punta in alto: “Il 7 ottobre andremo in piazza per chiedere le dimissioni della Gelmini. Ha presentato i numeri riguardanti le bocciature in modo da far apparire valida la sua linea dura, ma era solo propaganda sulle spalle di studenti che vivevano il trauma della bocciatura. Questo ministro è capace solo di mentire”.
Da tre anni non esce più, a cura del Miur, “La scuola in cifre” e in una risposta a un’interrogazione nel giugno 2010 il sottosegretario all’Istruzione Giuseppe Pizza evidenziò che i dati ministeriali solo in rare occasioni, e su volontà del ministro, vengono diffusi. Osvaldo Roman, ufficio legislativo del Pd, segnala che anche la cifra delle classi a tempo pieno – 30,5 per cento, in aumento secondo il ministero – è scorretta perché fa rientrare in questa voce anche ciò che in realtà è solo tempo lungo. Il Partito democratico chiede all’Istat di “rendere nota tutta la documentazione scolastica in suo possesso”.
La Repubblica 05.10.11
******
“La trasparenza dei dati non è un optional”, da Tuttoscuola
Ci auguriamo che anche le altre pubblicazioni sui dati del sistema di istruzione, che da molti anni comparivano sul sito del Miur e che in questi ultimi anni sono diventate sempre più sparute e povere, vedano presto la luce, in una logica di servizio al diritto di accesso per tutti.
Dopo i servizi del Corriere e di Repubblica sui dati mancanti dei bocciati e dei promossi del 2010-11 con l’accusa all’ex portavoce del ministro, Massimo Zennaro, di non averli pubblicati nell’intento di mascherare (questa l’accusa) una presunta flessione di bocciati che andrebbe a smentire la linea del rigore valutativo voluta dalla Gelmini, cresce la richiesta di conoscere i dati effettivi.
Noi ci auguriamo che in una linea di trasparenza – che Tuttoscuola da sempre invoca anche per quanto riguarda la diffusione di elementi conoscitivi di pubblico interesse del sistema di istruzione (e per parte nostra abbiamo raccolto nel 2° Rapporto sulla qualità nella scuola oltre 36 mila dati) – il Miur pubblichi finalmente e presto quei dati dei bocciati e dei promossi.
Ma questo non basta. Come abbiamo più volte detto e come richiesto da molti altri (per ultima l’on. Ghizzoni del PD), ci auguriamo che anche le altre pubblicazioni sui dati del sistema di istruzione, che da molti anni comparivano sul sito del Miur e che in questi ultimi anni sono diventate sempre più sparute e povere, vedano presto la luce, in una logica di servizio al diritto di accesso per tutti.
C’è una legittima attesa in tal senso da parte degli operatori scolastici e della pubblica opinione per approfondire importanti tematiche del sistema di istruzione, accedendo ai dati dettagliati, senza doversi accontentare del filtro dei comunicati stampa del Miur.
La diffusione dei dati relativi all’organizzazione e ai risultati di un servizio pubblico come la scuola (ma vale per tutti gli altri servizi pubblici) è un diritto dei cittadini e un dovere della Pubblica Amministrazione. Confidiamo che ai piani nobili di viale Trastevere se ne stiano convincendo.
******
Non per “ultima” ma per prima Ghizzoni ha depositato l ‘interrogazione sulla mancata pubblicazione dei dati nel 2009!
La Redazione