Sono finiti i bei tempi, quando c’era un solo tipo di famiglia e un solo tipo di cittadino italiano! Era un gioco da ragazzi allora compilare il questionario per il censimento. Adesso come ti muovi sbagli o perdi un pezzo per strada. Sono mutati pressoché tutti i ruoli, ma quello di suocero/a non solo permane ma si allarga. Infatti è «suocero/a dell’intestatario dell’alloggio anche il genitore (o coniuge del genitore) del convivente dell’intestatario». Perciò se io sono gay e convivo con il mio partner a casa di mio padre e della sua nuova moglie, lei, le piaccia o meno, è la suocera del mio compagno. Alla domanda sullo stato civile «devono rispondere tutte quelle persone che hanno contratto almeno un matrimonio. In caso di più matrimoni indicare la data dell’ultimo». (E’ impossibile ricordarseli tutti). Il censimento si propone di scattare un’istantanea dell’Italia il giorno 9 ottobre 2011. A quella data «le persone coniugate che non vivono più con il proprio coniuge devono barrare separato di fatto se è a causa di uno stato di crisi della coppia ma coniugato/a se la lontananza dal coniuge è dettata da motivi di necessità». E se la necessità della lontananza è dovuta al bisogno di mettersi al riparo da una coltellata del coniuge che ha scoperto un tradimento?
Il concetto di convivenza è declinato in almeno tre modalità differenti: la prima si rifà a due persone, anche del medesimo sesso, strette da un legame affettivo e che vivono insieme; la seconda al caso in cui due o più famiglie coabitino nello stesso alloggio e qui la si può dichiarare tale «solo in assenza di vincoli parentali o affettivi fra le famiglie coabitanti». Fra le due famiglie che vivono sotto lo stesso tetto possono esserci rapporti di simpatia, di amicizia, o di odio e intolleranza reciproca, purché in assenza di vincoli. Il terzo caso si rifà alla convivenza fra persone che vivono fuori della famiglia, con una lunga casistica, che va dagli istituti penitenziari alle navi da crociera. Il 9 ottobre cercate di non essere né in prigione né in crociera. E cercate per una volta di stare a casa vostra, rimandate le visite ad amici in un alloggio diverso dal vostro abituale, altrimenti, se non volete mentire, dovete compilare anche il lato B del foglio di famiglia. Piuttosto vedetevi al bar o al ristorante.
Fra i dati richiesti c’è anche la data e il luogo di nascita ma «deve essere specificata la sigla della provincia a cui appartiene il Comune di nascita alla data del Censimento». Ma le province non erano state abolite? Un anziano nato in Sardegna quando sull’isola c’erano solo tre province deve fare una ricerca su Internet per scoprire in quale delle otto attuali è finito il suo Comune di nascita. Con il censimento sapremo anche quanti sono nel nostro Paese gli immigrati e gli stranieri. Questi ultimi «devono specificare il nome dello Stato estero di cui sono cittadini in caratteri latini e in italiano» (non in latino). Esiste il nome italiano di tutti gli Stati del mondo? In compenso devono riferirsi allo Stato secondo i confini del 9 ottobre 2011 e non dell’anno in cui sono nati, e anche questo è un problema non da poco. Quanto alla sezione dei titoli di studio chi barra la casella 01 (Nessun titolo di studio e non so leggere e scrivere) deve affermarlo «in riferimento alla propria lingua madre». E’ il caso di un plurilaureato arrivato in Italia da bambino e che ha dimenticato la lingua in cui aveva cominciato a parlare.
Il questionario certifica che in Italia sono cambiati molti parametri della vita sociale, ma per fortuna alcune certezze resistono, soprattutto intorno alla definizione di cos’è il lavoro: «Per lavoro si intende qualsiasi attività» e, due righe dopo, «Non devono essere considerate le ore impiegate per lavori casalinghi». Sia chiaro una volta per tutte che il lavoro domestico è solo un hobby, per questo lo lasciamo volentieri alle donne.
La Stampa 03.10.11