“Dobbiamo affrontare il consumarsi progressivo del potere d’acquisto di pensioni e salari”. Con queste parole Walter Veltroni ha introdotto la conferenza stampa di presentazione delle misure messe in campo dal Partito Democratico per combattere il caro prezzi, uno dei temi più caldi e discussi in questo periodo.
Due linee direttrici da percorrere per uscire dall’emergenza e per combattere l’innalzamento dei prezzi: “Il nostro intervento straordinario è volto in primo luogo ad aiutare le famiglie in difficoltà, ed in secondo luogo a fare ripartire le domanda interna”. E’ proprio con questi due obiettivi che il candidato premier del PD lancia la proposta di “un buono spesa annuale per 3 milioni di famiglie italiane, a partire dal 1° luglio 2008”.
Si tratta di una misura emergenziale e straordinaria che si propone, al tempo stesso di aiutare le fasce economicamente più deboli della società, e di stimolare la ripresa dei consumi interni, considerata come la precondizione necessaria per la crescita. Una misura, sottolinea il responsabile Economia Giorgio Tonini, che si inserisce perfettamente in quella che è la filosofia economica di base del PD, cioè la commistione di “lotta alle inaccettabili disuguaglianze che caratterizzano la nostra economia e stimolo alla crescita”.
Una misura, quella del buono spesa annuale, che, come fa notare Stefano Fassina, “non è assolutamente alternativa alle liberalizzazioni dei mercati, ma che, invece, si propone come intervento mirato per rispondere ad un’emergenza, quella del carovita. Intervento al quale dovranno essere affiancate delle misure che invece saranno di tipo strutturale”, come quelle che fanno riferimento al nuovo corso in materia di politiche fiscali, o all’innalzamento immediato di salari e pensioni.
Delle correzioni strutturali sono d’altronde ineludibili. L’emergenza che ci troviamo ad affrontare oggi, infatti, affonda le sue radici dentro a dinamiche ormai a loro volta cementate dentro il nostro tessuto economico. “Un primo momento in cui si sarebbe potuto porre un freno a questo problema – fa notare Veltroni – coincide con il 2001, con il passaggio dalla lira all’euro, e con il mancato controllo di questo passaggio a livello di prezzi. Una grande responsabilità – sottolinea il segretario del PD – che la destra al governo allora si assunse”.
Ciò, insieme alla crescita del prezzo di alcune determinanti materie prime, una su tutte, il petrolio, ha determinato l’emergenza che stiamo vivendo oggi, e che si sta ripercuotendo su tutti gli aspetti legati alla vita reale delle persone. Il buono spesa è una misura che, conclude Veltroni, si va a sommare a quelle che stiamo mettendo in campo “per coniugare la crescita economica, la ripresa della domanda interna e la lotta alla povertà e alle disuguaglianze”.
IL BUONO ENTRERA’ IN VIGORE IL 1° LUGLIO 2008
Il buono spesa sarà di 600 euro per una famiglia con due figli a carico e un reddito non superiore a 18mila euro l’anno. Sarà usato come riferimento non solo il reddito ma anche la “condizione economica equivalente”, ossia il parametro Isee che le famiglie già usano per la richiesta di tariffe agevolate per gli asili nido i per i servizi di assistenza.
Valore del buono e soglia di reddito saranno diverse a seconda de numero di persone del nucleo familiare: per una persona sola con un reddito intorno ai 7.500 euro il buono sarà di 250 euro; per due persone con un reddito intorno agli 11.500 euro il buono sarà di 390 euro; per due persone con figlio a carico con un reddito intorno ai 15mila euro il buono sarà di 500 euro.
Il buono spesa potrà essere utilizzato nei negozi convenzionati grazie ad un accordo con le associazioni di categoria. I negozi convenzionati si impegneranno a fare un ulteriore sconto del 5 – 10% alle famiglie che pagheranno con il buono spesa. Sarà diviso in 12 buoni mensili di importo pari a 50 euro ciascuno.
Le famiglie riceveranno il buono spesa a casa: dovranno fare una domanda all’Inps, riceveranno assistenza gratuita per la compilazione della domanda ed entro 15 giorni lavorativi sarà inviato loro il buono spesa annuale. Il costo di tutta l’operazione è di 1,4 miliardi di euro l’anno e rientra nelle azioni previste a sostegno degli incapienti. Si tratta di misure già previste dal disegno di legge sul fisco, per le quali è stata quindi già individuata una copertura.
S.C.