La risposta a tre interrogazioni del senatore Pd: grazie a una disposizione del governo, l’azienda ha chiuso una vertenza con il fisco da 173 milioni pagando “solo” 8,6 milioni. Un anno fa, fece scalpore la decisione del governo di inserire in manovra la possibilità, per le aziende che avessero dopo 10 anni cause ancora pendenti al terzo grado di giudizio e avessero vinto nei precedenti due passaggi di poter ‘estinguere’ la lite pagando un modesto 5% delle somme in contestazione con l’Erario. Grazie a questa disposizione la Mondadori spa – azienda di proprietà del presidente del Consiglio – poté ‘chiudere’ in via definitiva la sua vertenza, su un mancato pagamento di 173 milioni pretesi dall’Agenzia delle Entrate, con un esborso di 8,6 milioni.
Marina Berlusconi, Presidente di Fininvest e Mondadori, bollò le proteste come mere strumentalizzazioni, affermando che altri soggetti avevano utilizzato l’opportunità offerta dal provvedimento del governo, traendone analoga convenienza.
“Ora, finalmente, qualche elemento di chiarezza comincia ad emergere” spiega il sen. Giuliano Barbolini che sulla vicenda ha presentato ben tre interrogazioni. “Al governo risulta che effettivamente 66 aziende hanno utilizzato la norma: le somme pretese dall’Erario assommavano globalmente a quasi 226 milioni di euro, che sono state ‘sanate’ versando un importo complessivo di circa 13 milioni. Ma con una sostanziale differenza: il contenzioso Mondadori pesa su questi importi per oltre il 75%, mentre meno del 25% si spalma tra tutti gli altri 65 soggetti interessati. Come avevamo sostenuto – conclude il parlamentare del Pd – si è trattato veramente dell’ennesima legge ‘ad aziendam’, cucita su misura per la Mondadori”.