«Non si presta attenzione ai precari della scuola. Non c’è alcuna tutela, alcun ammortizzatore sociale», dice Bebbe Fioroni, responsabile Educazione del Pd, dopo la storia della prof che ha scelto di fare la bidella.
Gli studenti sono tornati nelle piazze con il «Surging Day», un assaggio dell’Onda anti-Gelmini d’autunno che sta riorganizzandosi. 50 mini cortei in diverse città del Paese. E altre mobilitazioni sono già in calendario perchè sulla scuola tutta, la battaglia non è finita con l’approvazione definitiva dei regolamenti sul primo ciclo e la riorganizzazione scolastica. Proprio su questi provvedimenti di governo pende la spada di Damocle dei ricorsi: del Cidi e della Flc-Cgil, che ha anche impugnato davanti al Tar la circolare sulle iscrizioni. Già la scuola. Proprio oggi i presidi informeranno il ministero di viale Trastevere sull’esito della scelta delle famiglie: maestro unico o tempo pieno? Secondo indiscrezioni, sarebbe stato sconfitto proprio il maestro imposto dalla Gelmini. E non finisce qui. In commissione alla Camera c’è il disegno di legge Aprea con la trasformazione delle scuole in fondazioni, mentre è già sul piatto la partita pesante dei tagli organici: 42mila cattedre in meno nel 2009. E a restare a bocca asciutta saranno almeno 30mila supplenti annuali e 10mila prof di ruolo in esubero.
Il precariato della scuola è diventato un tema sociale. 240mila sono le persone coinvolte. È la drammatica testimonianza a l’Unità di Amalia Perfetti, la prof di italiano che ha deciso di fare domanda per diventare bidella, è solo una delle tante storie ordinarie. Antonio Bucciarelli, ad esempio, sono 25 anni che è precario. Insegna educazione fisica in 2 scuole a Tivoli. Guadagna 1200 euro per 10 mesi l’anno e ne spende 150 al mese di benzina per salire in una «cattedra» a tempo. «Sono un precario preistorico: ho 57 anni, 4 abilitazioni. Non chiedo l’elemosina o una raccomandazione, ma i diritti guadagnati sul campo con il lavoro e la preparazione». Domenica 1° marzo la mobilitazione: a Napoli e Bologna con una assemblea pubblica.
Bebbe Fioroni, neo responsabile Educazione del Pd, è profondamente amareggiato. «Si ignora l’esistenza dei precari. Si ignorano i loro diritti e la loro professionalità per avviare progressivamente un sistema non di razionalizzazione ma di depauperamento sistemantico del nostro sistema di istruzione».
I tagli alle cattedre che la Gelmini ha accettato senza batter ciglio sono pesantissimi: già dal prossimo settembre verranno soppresse 42mila posti docente. «Purtroppo la storia di Amalia a breve rigurderà qualche centinaia di migliaia di docenti e decine di migliaia di Ata – precisa Fioroni -. La cosa che più dispiace è che non c’è alcuna tutela, alcun ammortizzatore sociale per i precari della scuola. Non si presta alcuna attenzione per coloro che hanno svolto da 10-15 anni non un lavoro abusivo, senza capacità e preparazione, ma professionisti che hanno istruito, cresciuto ed educato i nostri figli».
Per i precari della suola non si è presta alcuna tutela, alcuna ammortizzatore sociale, nessuna attenzione per coloreo che da 10-15 anni non hanno svolto lavoro abusivo, senza capacità e preparazione, si tratta di professionisti che hanno istruito cresciuto educato i nostri figli».
Il governo Prodi (Fioroni ministro) ha messo in ruolo 75mila precari. «Nel triennio – sottolinea il responsabile del Pd – avevamo previsto l’assunzione di 150mila. È ingeneroso lo s tudio della Fondazione Agnelli: non si tratta di immissione in ruolo di persone che non hanno mai lavorato. Sostenere che sono anziani quindi poco competenti è inaccettabile. Non degno di un paeste civile».
L’Unità 28.02.09
Pubblicato il 28 Febbraio 2009