Nel Mezzogiorno dove la dispersione scolastica è più alta, i tagli producono danni aggiuntivi. Manifestazioni in Sardegna, proteste in Puglia. A Napoli l’odissea di Valeria, studente disabile. Ricominciare ogni settembre: a sperare in un posto di lavoro precario o a lottare per avere aule decenti, orario minimodi lezioni garantito o un insegnante di sostegno per la propria figlia disabile. Aspettare un sì o un no che fanno la differenza e la qualità della vita. Per troppi alunni, genitori e docenti precari, quelli in cui ricomincia la scuola sono giorni di battaglie, attese e speranze. Tra ieri e l’altro ieri sono tornati sui banchi tutti gli alunni di Sardegna, Puglia e Sicilia. Anche nelle regioni del Sud, quelle dove la dispersione scolastica è più alta e dove misere sono le possibilità di alternative lavorative per i docenti precari restati senza lavoro, la scure del ministero della pubblica istruzione si è abbattuta impietosa. Così ieri la Flc Cgil Sardegna ha manifestato davanti la sede della regione accusando il governatore sardo di essere complice del ministero nei tagli. In 350 hanno protestato chiedendo un incontro contro la manovra che «massacra la scuola pubblica» e coi numeri alla mano: -3,53 % di docenti rispetto allo scorso anno scolastico, -7% di personale Ata a fronte di un calo di alunni dell’1,45%. DATI ALLARMANTI Le cifre parlano da sole e fanno il paio con quelli della Puglia: meno 4mila cattedre in tre anni (2241 quest’anno) tanto che saltano i posti anche di insegnanti di ruolo: riciclati a seconda delle abilitazioni, magari spostati dalle superiori alle medie. Le classi pollaio fanno il paio coi tagli e in Puglia, regione in cui il 70%delle scuole ha problemi di edilizia scolastica legati allo stato o al numero delle aule, sono un problema serio. Capita così che da ieri i bambini di una seconda media con più di trenta iscritti abbiano fatto lezione in palestra: nessuna aula della scuola Fraccacreta di Bari Palese li poteva ospitare. Per l’assenza di amministrativi tecnici e ausiliari (Ata), invece, non si trovava chi andasse ad aprire i plessi distaccati dell’ottavo circolo Carbonara di Bari: alla fine lo hanno fatto gli insegnanti. Inutile ricordare i ritardi nelle nomine, ancora in corso, e l’assenza di insegnanti di sostegno: «La scuola in Puglia, soprattutto alle elementari e alle superiori, i gradi “riformati”, è iniziata nel caos perché alla riduzione di organici s’è sommato il ritardo nelle chiamate. Ad oggi mancano soprattutto insegnanti di sostegno, aspettiamo speranzosi la deroga promessaci dal ministero per questa categoria», dice Angela Giannelli della Flc Cgil Puglia.
GIANCARLO, PAPÀ CORAGGIO Anche Giancarlo Marzano, padre di Valeria, studentessa disabile al 100 % iscritta al secondo anno di un liceo sociopsicopedagogico di Napoli, aspetta. Aspetta di sapere se l’ufficio scolastico regionale darà a Valeria l’insegnante di sostegno per tutte le 27 ore settimanali di scuola o solo per 9, come gli hanno appena comunicato. Lui, dalla trincea dove ogni settembre ricomincia, ha diffidato tramite avvocati l’ufficio regionale citando una sua vittoria al Tar datata 2007. La sentenza stabilisce che sua figlia, finché studia, deve avere il sostegno a tempo pieno. Anche l’anno scorso ha dovuto avviare la stessa pratica di diffida per ottenere il sostegno sempre: l’ha spuntata ma c’è chi diabolicamente persevera. «Ogni anno gli stessi problemi senza contare che per noi sono macigni anche dal punto di vista psicologico. Lotto trasformando il mio
dolore privato in impegno pubblico – spiega il padre di Valeria – altrimenti non potrei vivere in equilibrio».
LE PROTESTE DI PALERMO Non si arrende, Giancarlo, come non si arrendono gli studenti siciliani che ieri hanno ripreso a protestare in occasione dell’avvio dell’anno scolastico. «Rifiuta il debito, riappropriati della scuola», è lo slogan. Gli striscioni sono comparsi su molti istituti superiori e c’è già la data della prima assemblea studentesca cittadina, il 20 settembre, e del primo corteo: da piazza Politeama il 7ottobre per la giornata di mobilitazione nazionale degli auto-organizzati del movimento studout. Sempre contro la crisi, ieri è partito da Palermo il «mercatone studentesco del libro usato»: è itinerante e lo organizzano i ragazzi delle superiori, gli stessi che, ad esempio al liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, hanno iniziato coi doppi turni per insufficienza di aule già dal primo giorno di scuola. Pure l’ufficio scolastico della Sicilia si è mosso per chiedere deroghe agli organici: 15mila precari rimasti senza lavoro in tre anni sono una bomba: alcuni di loro fin dagli inizi di settembre si sono messi in sciopero della fame manifestando di fronte alla sede della regione e solo dopo la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Palermo, hanno interrotto la protesta. Analoga, d’altronde, a quella di alcuni precari, docenti e Ata, che lo scorso anno sono stati senza mangiare per difendere il posto.
L’Unità 16.09.11