Polemiche per l’esempio fatto dal ministro del Lavoro per spiegare l’articolo 8 della manovra e rispondere alla Cgil. Insorgono le senatrici del Partito democratico: “Intervento incommentabile e intollerabile”. Il Comitato ‘Se non ora quando’: “Non sarebbe accaduto in nessun altro Paese democratico”. “L’intervento del ministro Sacconi ad Atreju è incommentabile e intollerabile. Sacconi si scusi pubblicamente con tutte le donne, per aver riesumato, nella furia della difesa della propria ideologia e dell’attacco alla Cgil, il peggior armamentario sessista e misogino”. Con queste parole la senatrice del Partito democratico, Rita Ghedini, componente Commissione Lavoro, invita il ministro a chiedere scusa per il paragone fatto ieri davanti alla platea dei giovani del Pdl ad ‘Atreju ’11’. Per difendere l’articolo 8 della manovra economica, Sacconi ha citato una storiella con protagoniste delle suore di un convento del ‘600: “Faccio un esempio un po’ blasfemo – ha detto il ministro – per rispondere alla Cgil rispetto agli scenari apocalittici che ha fatto. Vale quello che disse una suora in un convento del ‘600, dove entrarono dei briganti. Le violentarono tutte tranne una. Il Santo Uffizio la interrogò e le chiese: “Ma come mai non è stata violentata?”. Lei rispose: “Perché ho detto di no..'”.
VIDEO – La barzelletta di Sacconi 1
“Speravo che certe categorie – sottolinea la senatrice Ghedini- fossero ormai inutilizzabili (non oso sperare che non siano ‘pensabili’ da chi svolge un ‘ministero’ pubblico, evidentemente sono tutte, pienamente e strutturalmente parte della cultura paternalista ed autoritaria che il governo di cui Sacconi è parte incarna- conclude Ghedini – in ogni sua scelta, che riguardi le donne, il lavoro, la salute o la libera determinazione.”.
Alla senatrice Ghedini fa eco un’altra senatrice del Pd, Mariapia Garavaglia: “Stona in bocca a Sacconi una barzelletta sulle suore! Si possono fare paragoni meno ‘sacrileghi’, ma soprattutto è inaccettabile che venga violata la dignità delle suore, donne che sanno dare esempi di autentica immolazione. Con una inutile gaffe si è evocato un atto criminale che suore martiri hanno subito davvero durante la recente tremenda guerra in ‘Kosovo’ “.
“In nessun altro Paese del mondo democratico un esponente di governo sceglierebbe la metafora dello stupro – incompatibile con qualunque forma di ironia – per esprimere una sua valutazione politica, svelando la sua visione del rapporto tra donne e uomini. La violenza dello stupro è la forma più brutale di negazione dell’altro. Non comprende nessuna forma di linguaggio, non ammette nessun sì e nessun no. Come scrisse in occasione del 13 febbraio Suor Rita Giarretta, ripetiamo tutte insieme al Ministro Sacconi: “Non ti è lecito!”, si legge in un comunicato del Comitato “Se non ora quando”.