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Uniamoci per il bene del Paese. L’Italia di domani con Ignazio Marino e Luigi De Magistris

A confrontarsi sul palco della sala dibattiti, accolti da un lungo applauso del pubblico, il senatore del Pd Ignazio Marino ed il sindaco di Napoli Luigi De Magistris dell’IDV, moderati dal giornalista Tommaso Labate de Il Riformista. L’appello di oggi del Capo dello Stato a ritrovare lo spirito di coesione nazionale per una manovra condivisa approvata in tempi rapidissimi, trova l’accordo del sindaco di Napoli “affinché prevalga il senso istituzionale”. Da primo cittadino ribadisce il suo “No ai tagli agli Enti locali” ed invita le forze di opposizione a “fare uno sforzo per cambiare la manovra perché colpisce i ceti medi e popolari, cioè le persone che danno tanto a questo Paese. Non vedo nulla nei confronti degli evasori e delle grandi rendite finanziarie” – aggiunge De Magistris – . Avanza anche proposte: “imposte su transazioni finanziarie, lotta all’evasione, lotta politica a partire dallo sciopero della CGIL”.

“Parlando di manovra dovremmo chiederci di quale manovra perché ogni giorno cambia” – dice Marino. “E’ evidente che c’è il desiderio di colpire le persone oneste. Credo che il Pd stia facendo la sua parte e lo sta dimostrando in questi giorni (il riferimento all’emendamento approvato per mantenere le festività che il Governo voleva abolire). Parla anche delle proposte scritte anche in modo provocatorio, che verranno presentate la prossima settimana nel dibattito parlamentare. “Abbiamo chiesto di rinunciare a quattro caccia bombardieri e ristabilire il fondo per la non auto-sufficienza.” Invita il centro sinistra a fare riforme strutturali: “abolire le provincie (si risparmierebbero due miliardi di euro e 140 milioni di stipendi dei politici) e prevedere una sola Camera legislativa”. Ma tutto questo è stato rimandato perché non ci sono i tempi per la modifica della Costituzione. Un accenno all’evasione: “Dobbiamo metterci in testa che dobbiamo pagare tutti per quello che abbiamo”.

Sciopero CGIL. Bersani e Di Pietro devono scendere in piazza a scioperare?

De Magistris ricorda la manifestazione della FIOM contro il ricatto FIAT, il movimento delle donne italiane, la protesta dei giovani contro la Gelmini. “L’opposizione si fa anche nei centri sociali, con i sindacati, i movimenti, le associazioni. Quindi per far cambiare la manovra è giusto il lavoro dei colleghi in Parlamento, ma c’è bisogno della base.”

Parla di “mission diversa” il senatore del Pd Marino. “ La CGIL è un sindacato, noi siamo un partito. Sono rimasto sorpreso per la proposta all’interno del nostro partito di raccogliere le firme per non far fare lo sciopero alla CGIL.”

Ma i movimenti di piazza possono dare una spallata al Governo?

“Penso che non si voterà prima della 2013 perché il centro destra è in caduta libera ed il centro sinistra non è vicino al traguardo della costruzione dell’alternativa”- risponde De Magistris.

Ricorda la sua campagna elettorale dove, dopo una prima fase iniziale di depressione, si è passati alla fase dell’indignazione che ha portato ad una grande mobilitazione, ingrediente che ha consentito la sua vittoria.

Anche la lezione di democrazia dell’Egitto, la mobilitazione partita dalla rete, testimoniano che “Non è vero che non c’è voglia di politica” – chiosa il sindaco partenopeo. “Dobbiamo credere di più, cambiare i modelli dove non conta più l’avere dell’essere, conta essere operai e non veline”.

Marino parla di “classe dirigente confusa, che ha un solo obiettivo: rimanere attaccati alla propria poltrona.” Coglie l’occasione per mandare da Pesaro un messaggio a Pierluigi Bersani, perché, piaccia o no, si è riproposto di dire quello che pensa. “Non devo far carriera!” L’invito al segretario a non essere “diversamente favorevoli” come nel caso del referendum. “Diciamo si, ci capiscono tutti e facciamo prima. Bisognerebbe mettere banchetti in tutta Italia e utilizzare tutte le nostre energie per cambiare questa legge elettorale” – continua Marino.

Si aspetta che Bersani compia anche un altro passo nell’ottica del cambiamento e annunci che alle prossime elezioni politiche non firmerà nessuna deroga nelle candidature: “Chi ha già alle spalle tre legislature non deve essere nuovamente candidato al Parlamento, come scritto nello Statuto del partito. L’unico con tre legislature che può essere ricandidato è Bersani.”

Si schiera a favore del referendum Luigi De Magistris perché questo strumento consente una forte partecipazione popolare alla vita del Paese. “Siamo convinti che in Parlamento non c’è la volontà di cambiare la legge elettorale. Le cose bisogna farle nel momento in cui si governa.”. E riporta come esempio ciò che ha fatto al Comune di Napoli, dove al suo arrivo trovò centoventi contratti di consulenze esterne che ha provveduto subito a strappare.

In chiusura non poteva mancare il tema della questione morale ed il riferimento al caso Penati.

“Io credo che a partire da Berlusconi – commenta De Magistris – la questione morale attraversa senza soluzione di continuità il nostro Paese ed interessa ugualmente sia il centro destra che il centro sinistra, certo Berlusconi è l’estremo. I leader di partito hanno tutti gli strumenti per selezionare la classe dirigente: sanno la differenza tra Marino e Penati.”

Marino cita il recente caso del senatore Tedesco. “ In Aula al Senato ho votato si alle richieste della Magistratura. Il Parlamento non deve essere un ostacolo all’azione della Magistratura. Penso allo stesso modo che il dare le dimissioni sia una cosa da fare per evitare di danneggiare il partito.” Conclude con una richiesta a Bersani di convocare una riunione per leggere gli atti pubblicati dalla Procura cercando così di meglio comprendere il caso ed evitare in futuro situazioni come quella di Penati e Tedesco che “non sono accettabili in un partito come il nostro”.

Redazione web Feste Democratiche – Simona Giulietti

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