Prendendo per buona un’affermazione dell’autorevole Calderoli, una delegazione di commercianti padovani munita di trombette si è presentata ieri mattina davanti alla Villa Reale di Monza per l’apertura ufficiale dei ministeri del Nord. L’ingenua pattuglia veneta ha fatto due scoperte. La prima è che negli uffici non c’era nessuno, a parte un collaboratore del Calderoli inviato precipitosamente sul posto per accogliere gli ospiti: unico esempio al mondo di ministero che apre solo su appuntamento. La seconda è che nelle stanze, oltre alle scrivanie vuote e alle librerie, vuotissime, erano appesi al muro due ritratti: uno del presidente Napolitano – come è logico, trattandosi di ufficio pubblico – e l’altro del Bossi. A dirla tutta, il Bossi da parete non era solo: a tenergli compagnia c’erano una statuetta di Alberto da Giussano e un quadro sul giuramento di Pontida. L’intero armamentario padano in un ufficio distaccato della Repubblica.
Vi chiederete: ma con tutte le rogne che ci stanno cascando addosso, perché occuparsi di queste pagliacciate? Perché molte di quelle rogne derivano proprio dalla mancanza di credibilità di chi avrebbe dovuto affrontarle e invece si è occupato di queste pagliacciate. E non in qualità di commentatore, ma di ministro proponente. A chi gli chiedeva come mai i ministeri del Nord non avessero aperto come promesso il primo di settembre, l’ambasciatore del Calderoli ha risposto: c’è stato un equivoco, noi avevamo parlato di «primi di settembre». Più li vedo all’opera, più i padani mi sembrano identici al popolo con cui confinano: gli italiani.
La Stampa 02.09.11
******
“Sit-in e proteste davanti ai «ministeri» vuoti”, di Riccardo Rosa
In attesa di diventare operativi a tutti gli effetti, calamitano la protesta del nord Italia contro la manovra del governo Berlusconi. Se Bossi avesse saputo che questo era il destino dei ministeri monzesi, il 23 luglio scorso, forse, non li avrebbe inaugurati. Ieri, per esempio, sono arrivati oltre 50 fra commercianti e imprenditori padovani dell’Ascom (associazione commercianti). Lunedì, invece, toccherà alla Cisl Lombardia che ha annunciato un presidio. Ed entrambe le parti hanno sottolineato ironicamente l’effettiva efficienza della soluzione: «È molto più comoda Monza che Roma». L’obiettivo del Carroccio, però, sarebbe quello di rilanciare il tessuto socio economico del territorio. Gli uffici decentrati, poco più di 100 metri quadrati all’interno della Villa Reale, dovevano entrare in servizio ieri e così ricordavano anche i commercianti padovani. Ma la Lega smentisce: «Abbiamo detto entro settembre». Date ufficiali, per il momento, non ce ne sono e non è nemmeno chiaro quanti e quali funzionari prenderanno servizio. Di certo, per ora, c’è solo che lunedì, vista la nuova protesta in arrivo, gli uffici saranno riaperti ad hoc. Ieri a fare gli onori di casa ci ha pensato Maurizio Bosatra, capo di gabinetto del ministro Calderoli. Ha ricevuto il presidente di Ascom, Fernando Zilio, e il direttore, Federico Barbierati, mentre il corteo, attrezzato con bombolette, cartelli e uno striscione con la scritta «Indignados», è stato bloccato dalla polizia a una cinquantina di metri dall’ingresso. «Siamo delusi da questo governo che credevamo amico e anche da queste sedi decentrate — commenta il presidente —. Ci aspettavamo di poter dialogare con qualche esperto, invece non c’è nessuno». A rasserenare gli animi ci ha pensato alla fine Calderoli, che ha telefonato a Zilio: «Il ministro ha fornito ampie rassicurazioni sulla manovra». L’associazione commercianti di Padova però non ha intenzione di mollare e promette una nuova incursione a sorpresa, per saggiare l’effettiva operatività dei ministeri. La palla passa adesso alla Cisl che preannuncia una mobilitazione a livello regionale. Il loro turno di protesta è fissato per lunedì alle 16. «Questi ministeri fantasma — commenta Marco Viganò, segretario Cisl Brianza — rischiano di diventare il simbolo della protesta di tutto il nord Italia».
Il Corriere della Sera 02.09.11