Si è svolta nella sede della Regione, a Bologna, l’assemblea degli amministratori emiliano-romagnoli per un confronto sui contenuti della manovra finanziaria del Governo. Durante l’incontro sono state avanzate proposte di cambiamento e si è discusso di eventuali iniziative da prendere. Tra gli interventi, quello del presidente della Regione, Vasco Errani, che ha ribadito la necessità di avere un confronto col Governo “per cercare una via nuova rispetto alle necessità che ci sono in questo Paese”. Ha anche ribadito che i bilanci 2012 di Regione, Province e Comuni devono essere fatti inisieme nella cornice di un nuovo Patto regionale.
Inoltre sono intervenuti la vicepresidente della Regione, Simonetta Saliera, il presidente dell’Upi – Unione province italiane -, Vincenzo Bernazzoli e il presidente regionale dell’Anci – Associazione nazionale dei comuni italiani -, Daniele Manca.
Tra gli emendamenti presentati dalla Conferenza delle Regioni: l’alleggerimento dei limiti del Patto di stabilità, l’incremento del fondo per il trasporto pubblico locale, il no al taglio dei fondi Fas (i fondi per le aree sottoutilizzate), il rispetto del patto per la salute e l’eliminazione dei ticket sanitari.
“Le Regioni non vogliono, e non hanno mai voluto, uno scontro con il Governo ma vogliono riaprire il confronto con il Governo”. Così il presidente della Regione Vasco Errani durante l’incontro dell’Assemblea degli amministratori emiliano-romagnoli riuniti per un confronto sui contenuti della manovra finanziaria con l’obiettivo di avanzare proposte per cambiarla e per discutere di eventuali iniziative da intraprendere.
“Il Governo – ha aggiunto Errani – dovrebbe a questo punto fare una riflessione seria e aprire un confronto con Regioni e autonomie locali per cercare, insieme, una via nuova rispetto alle necessità che ci sono in questo Paese. Siamo consapevoli della fase difficile che abbiamo davanti: ciascun livello della Repubblica faccia la propria parte proporzionalmente al proprio contributo nella spesa pubblica. Chiariamo, quindi, quali risorse sono veramente in campo e decidiamo assieme quali scelte e quali livelli di servizi vogliamo garantire ai cittadini”.
Alle preoccupazioni dei primi cittadini emiliano romagnoli, il presidente Errani ha risposto che “i bilanci 2012 di Regione, Province e Comuni dobbiamo riuscire a farli insieme, nella cornice di un nuovo Patto regionale per lo sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo. Inoltre, sempre insieme, dobbiamo puntare a ridurre ancora i costi di gestione, non per inseguire la vulgata populista, ma per recuperare risorse. Al contempo la semplificazione e la sburocratizzazione delle istituzioni deve far fare un passo in avanti all’autoriforma del sistema istituzionale emiliano romagnolo”.
La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Simonetta Saliera, nell’inquadrare la situazione, ha evidenziato che “nelle manovre ci sono provvedimenti inaccettabili ispirati da opportunismo politico. La manovra ha le sembianze di un serpente: cambia pelle, ma mantiene inalterata la propria mortale velenosità. Si lambisce solo superficialmente i settori della speculazione finanziaria e non si tocca la rendita, non si richiede nessuna solidarietà sociale alla ricchezza del superfluo, ma la si impone solo ai dipendenti pubblici. Non facciamoci illusioni: a pagare saranno sempre quelli che stanno tra l’incudine e il martello. La nostra mobilitazione non si ferma: noi chiediamo chiarezza, giustizia e prospettiva per il futuro, migliorare si può: nella chiarezza, nella sobrietà dell’impegno e nella concezione che lo Stato è di tutti e non crea discriminazioni fra i propri cittadini”.
Il presidente dell’Upi Emilia-Romagna Vincenzo Bernazzoli riferendosi alle Province ha sottolineato che “trattare le istituzioni in questo modo, ovvero come fossero l’unico peso per la società, è un problema politico, civile e di dignità complessiva per la democrazia”.
Sul fronte dei Comuni, il presidente regionale dell’Anci Daniele Manca ha aggiunto che “la situazione è umiliante. Con questi provvedimenti cade il principio di leale collaborazione tra istituzioni basato sulla responsabilità di ciascun livello. Inoltre svanisce ogni possibilità, che sembrava emergere con il Federalismo fiscale, di migliorare e modernizzare le istituzioni di un Paese di cui non si intravede alcun progetto per il futuro”.