Manovra, PD: “Il governo mantiene il patto con gli evasori ma rompe quello con gli onesti”. Intervento sulle pensioni: per l’anzianità non conteranno gli anni di università e del servizio militare riscattati. “La giustizia di Arcore e di Bellerio è dunque la seguente: non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il Paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea. Dopo il patto di Arcore, i conti della manovra del governo tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più”. Questo il commento del Segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, dopo il vertice di Arcore fra Pdl e Lega che ha cambiato il decreto sulla Manovra economica, traghettandola in Senato.
La Manovra, secondo l’accordo raggiunto, interverrà principalmente sulle pensioni, per ottenere un risparmio immediato: pagheranno gli uomini nati prima del 1985, che dovranno lavorare da un anno a un anno e mezzo in più per arrivare all’anzianità contributiva necessaria per andare in pensione perché, ai fini dell’anzianità, non vale più il recupero del servizio militare: quel periodo contribuirà al calcolo per l’ammontare dell’assegno pensionistico, ma non entrerà nel calcolo dell’anzianità contributiva richiesta come requisito per lasciare il lavoro; pagheranno anche i laureati che hanno riscattato il periodo di studi con i propri soldi: anche in questo caso gli anni riscattati varranno ai fini del calcolo sull’ammontare della pensione ma non nel calcolo dell’anzianità contributiva necessaria per poter lasciare il lavoro.
Insomma pagheranno sempre e solo i lavoratori onesti, ancora di più se hanno svolto il servizio militare e sono laureati, una beffa!
“Il Vertice di ieri stravolge decreto su cui abbiamo presentato emendamenti, alla faccia, come sempre dei lavori parlamentari”, ha dichiarato Anna Finocchiaro, Presidente dei senatori del PD a Radio anch’io.”Ma quello che ci preoccupa ancora di più è il merito del decreto – ha aggiunto la Presidente – perché dietro interventi di facciata, figli di un braccio di ferro evidente tra Berlusconi, la Lega e Tremonti, ( con l’evidente vittoria di Berlusconi) si arriva a numeri che non tornano. Come si arriva a quota 45 miliardi nessuno lo sa. E’ l’ennesimo compromesso che probabilmente verrà modificato ancora, che non sposta nulla sul piano della crescita, proprio nelle ore in cui il FMI rivedeva al ribasso le già basse stime di crescita del nostro Paese”.
Secondo Finocchiaro “dal vertice di Arcore ne esce una manovra se possibile peggiorata. Anche il reintegro dei tagli agli enti locali non serve ad evitare il taglio di servizi essenziali. E gli interventi sulle pensioni non sono strutturali e non servono a riformare il welfare ma solo a fare cassa. E mentre si cancella il contributo di solidarietà si colpiscono i lavoratori, con una ‘tassa sui pensionati’”.
Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, ha voluto ribadire come tutto questo sia inaccettabile per i lavoratori, e conferma il carattere socialmente iniquo della manovra. “Siamo di fronte ad un accordo che ha come obiettivo di salvare il governo e non il Paese, confermando il suo profilo di inefficacia ai fini dell’obiettivo dello sviluppo. Il Bossi difensore delle pensioni si è arreso – ha notato Damiano – e ancora una volta la previdenza, che è un diritto veramente acquisito, non come quello degli evasori che difende il governo, deve pagare il conto del risanamento del bilancio”.
Fausto Raciti, Segretario nazionale dei Giovani Democratici, e Michele Grimaldi, Responsabile Saperi dei Gd, hanno voluto commentare indignati, in merito alla scelta del Governo Berlusconi di escludere gli anni relativi al percorso di laurea dal conteggio dell’anzianità per la pensione. “Comprendiamo che la Villa di Arcore, scelta come sede per discutere della manovra finanziaria, non fosse certo il luogo ideale per i ricordare al presidente del Consiglio l’importanza di valori quali il sacrificio, l’impegno, la solidarietà, lo studio, l’eguaglianza delle opportunità – hanno dichiarato ironicamente – . Ma la decisione del Governo di far cassa continuando a colpire le giovani generazioni, pur di non colpire i redditi alti e pur di non far pagare chi non ha pagato mai, rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’idea sbagliata e pericolosa che le destre hanno del futuro del nostro Paese. Che per il centrodestra poter studiare non fosse un diritto ed uno strumento di mobilità sociale, ma un lusso concesso per censo a pochi privilegiati lo aveva già dimostrato la cosiddetta riforma Gelmini. Con le scelte di queste ore Pdl e Lega decidono anche di punire chi già lo ha fatto”.
I due esponenti dei giovani del Pd hanno concluso sottolineando che “mentre tutti i paesi decidono di investire in formazione, innovazione e ricerca per rilanciare l’economia, il governo decide di perseverare negli errori che hanno portato il nostro Paese alla crisi attuale, che non è frutto del caso ma delle politiche sbagliate di questi anni”.
Anto.Pro.
www.partitodemocratico.it
Grafico dal www.ilsole24ore.it
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«Manovra peggiorata, si sta passando il limite»
Dopo il vertice di Arcore la manovra, secondo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, «non solo non è migliorata, ma è peggiorata nel senso dell’equità e nel senso della tenuta dei conti, perché i conti non tornano».
Tuttavia, ha precisato il leader del Pd, per capire come è cambiata la manovra «bisogna essere dei rabdomanti perché non abbiamo visto nessun emendamento, quindi sto anch’io a quello che ho letto sui giornali. Si è veramente passato il limite. Mi è stato detto che andare a prendere i soldi da chi li ha portati illecitamente all’estero sarebbe stata la rottura di un patto, mentre invece rompere il patto con chi ha fatto il militare servendo il paese o con chi coi soldi suoi si è riscattato la laurea andrebbe bene. È un concetto di giustizia che fa rabbrividire», conclude il segretario del Pd.
BERSANI, NEL MONDO PENSANO A ITALIA SENZA TIMONE
«Chi ci guarda nel mondo pensa che la barca è senza timone e francamente si fa fatica a dargli torto». È l’opinione di Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, che ne ha parlato a Modena dove è intervenuto per partecipare alla festa dell’Unità. Il riferimento è alla manovra dove, secondo Bersani, «siamo da capo, siamo nella confusione totale».
CASO PENATI: FATTI TUTTI I PASSI INDIETRO
L’ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, «ha fatto tutti i passi indietro che poteva fare» e «pur in una vicenda dolorosa, io credo che si vedrà la differenza». Così il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, da Modena commenta la lettera di oggi di Penati, «una lettera che dice ‘non mi nascondo dietro la prescrizione, rivendico l’innocenza, lasciate fare alla magistratura’», osserva Bersani. «Spero che l’attenzione dei commentatori ora si rivolga a Berlusconi, Scaiola, Verdini: come si stanno comportando? Hanno fatto i passi indietro?», aggiunge. «Noi abbiamo un altro modo, presunzione d’innocenza sí, ma passo indietro – afferma – e tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge. Finché non cambia la Legge, è uguale per un immigrato come per un amministratore o un deputato».
SPERO CHE REFERENDUM SIA UNO STIMOLO
«Sostengo la nostra legge, spero che il referendum possa essere uno stimolo: se non ci si arrivasse, meglio il referendum della ‘porcata’, ma penso che io o gli altri segretari del partito dobbiamo lasciar lavorare la società civile». Dalla festa nazionale del Pd dedicata alla scuola, a Modena, il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, è tornato a ribadire la propria posizione rispetto al referendum sulla legge elettorale, rispondendo così a chi gli chiedeva se firmerà o meno per il referendum, ricordando anche al segretario Pd la firma già espressa da Romano Prodi e l’invito al partito a decidere da parte di Arturo Parisi. «Abbiamo già deciso – ha risposto Bersani – il Pd sulla legge elettorale ha un risposta positiva, poi c’è un ruolo dei partiti e c’è un ruolo dei movimenti della società civile. Quindi – ha sottolineato – benissimo che i promotori del referendum facciano il loro mestiere, benissimo che i cittadini firmino, compresi esponenti e militanti del Pd, i segretari dei partiti non ci mettano il cappello e via via il tema sarà svolto. Noi – ha detto ancora Bersani – stiamo chiedendo l’immediata calendarizzazione in Parlamento della riforma elettorale». Bersani ha poi concluso: «quando sarà ora di combattere, se il Pd decide di dare una mano i risultati poi si vedranno come si sono visti in passato».
da www.unita.it