L’esito dell’incontro fra il PD e le forze sociali merita una qualche puntualizzazione. Sia chiaro innanzitutto un punto: con tutto quello che il Partito Democratico stesso pensa e dice della manovra, dovrebbe forse stupirsi di uno sciopero o di una qualsiasi altra forma civile di mobilitazione o di protesta?
Piuttosto, si prenda sul serio quello che diciamo da tempo. Noi rispettiamo l’autonomia di ogni scelta sindacale e siamo presenti laddove organizzazioni sociali e civili o movimenti sono in campo con obiettivi compatibili con i nostri. Saremo dunque presenti a tutte le diverse iniziative che i sindacati e le forze sociali vorranno assumere per chiedere correzioni alla manovra nel senso dell’equita’ e della crescita.
Ma noi, che siamo un partito, facciamo il nostro mestiere e solleviamo oggi una questione politica molto seria. Ancora una volta, come risulta dalle dichiarazioni del ministro Sacconi al Senato, il Governo lavora per la divisione con una irresponsabilita’ che, giunti a questo punto, lascia sgomenti. Se si vuole far vivere il prezioso patto del 28 giugno fra le parti sociali e’ evidente che l’articolo 8 del decreto va eliminato o riformulato in modo accettabile per i contraenti. A questo fine noi vedremmo con favore, secondo ipotesi emerse nel confronto PD-forze sociali, una tempestiva riapertura di quel tavolo.
E’ questa la nostra vera e grande preoccupazione: che non venga vanificata l’unica cosa positiva che si sia vista negli ultimi mesi in Italia e che il Governo, invece di valorizzare, vuole evidentemente compromettere. Infine, nel rispetto di ogni posizione sindacale, noi segnaliamo da sempre i rischi legati alla divisione del mondo del lavoro e incoraggiamo chiunque operi per una ricomposizione e per comuni strategie, soprattutto in momenti cosi’ cruciali e difficili per il Paese. E’ con questa ispirazione che terremo aperto quel confronto con le forze sociali che abbiamo positivamente avviato ieri.
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