attualità, politica italiana

"Bossi di lotta e di governo. Offende Brunetta", da www.unita.it

Lega di lotta con la base e di governo a Palazzo Chigi. Umberto Bossi deve tenere tranquilli gli elettori della Lega dopo la manovra bis: diversi leghisti, la famosa base, non approvano i tagli così come sono stati adottati, ci sono sindaci che parlano esplicitamente di “nefandezza” (Zorzo, nel padovano), quello di Varese paventa la chiusura dei Comuni. Calderoli ha dichiarato nei giorni scorsi che chi non seque la linea è fuori dal Carroccio. Allora nel comizio di Ferragosto il leader della Lega Umberto Bossi corre ai ripari. E intanto – per dar l’immagine dei ministri leghisti paladini dei cittadini lontani (in apparenza) dal “palazzo”, rende pubblico lo scontro nell’ultimo Consiglio dei ministri, in particolare sul capitolo pensioni, che la Lega vuole difendere, arrivando a offendere un collega di governo con termini pesanti, inqualificabili. «Abbiamo litigato tutto il giorno. Prima del Consiglio dei ministri e durante il Consiglio. Col ministro Brunetta per poco non passiamo alle vie di fatto. Brunetta, nano di Venezia, non romperci i coglioni».

Bossi deve insomma tenere buona la base. «Stiamo attenti, trattiamo se c’è qualcosa di meglio. Stiamo attenti che aumenta tutta la roba e a quel punto il governo è nei pasticci, perché passerebbe per un governo che taglia le pensioni e aumenta i prezzi», dice nella notte ai giornalisti all’hotel Mirella di Ponte di Legno, valutando l’ipotesi di un aumento dell’Iva nella manovra anticrisi. «Non so se quella roba lì serve a rilanciare l’economia ne parleremo meglio con Tremonti quando lo vedo». Il quale ministro per Bossi resterà al suo posto. Un cronista chiede se il titolare dell’economia a settembre chiude. «È miopia. Non hai capito un c. Tremonti non salta», replica il Senatùr. E sulle comunicazioni di Tremonti alle Commissioni parlamentari di giovedì scorso, che Bossi ha definito «fumose», il leader della Lega prova a spiegare: «Io non avevo capito. Io non avrei fatto quella riunione per fare una passerella e far fare una bella figura alla sinistra. Anche perché non avevamo ancora deciso le cose. Fossi stato Tremonti avrei detto ‘non posso venire, spostiamolà». Mda

Davanti ai leghisti non può però eludere il tema dei Comuni, anche leghisti, in rivolta perché i tagli della manovra bis stroncheranno i servizi pubblici. Al che Bossi giudica «giusta» la proposta di alleggerire i tagli agli enti locali fatta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni ma invita a «non attirare le ire della Banca centrale Europea. Ho sentito Maroni, vuole fare una modifica alla manovra sugli enti locali. Questo mi sembra giusto. Certo – avverte dal palco di Ponte di Legno – non al punto di attirarci le ire della Banca centrale europea che ci deve dare una mano per comprare i titoli di Stato». Sui tagli agli enti locali il governo «non aveva alternativa», si difende. Comunque, per il senatùr la priorità è stata difendere i pensionati: «Dobbiamo salvare gli enti locali, ma non a costo di affamare la gente. Agli enti locali ci pensiamo in un secondo momento». « La Bce – ha proseguito Bossi – ci continuerà a chiedere di tagliare le pensioni, quindi tutte le volte dovremo litigare su quello. Ma la Lega tiene botta e non abbandona i poveracci. Sapevo che avremmo trovato la via per affrontare i tagli agli enti locali, ma tagli alle pensioni sarebbero per sempre». «Io ho avuto un problema di coscienza – ha aggiunto Bossi – Salvo i poveracci che non hanno niente da mangiare o i Comuni? I Comuni alla fine se la cavano. Ai Comuni abbiamo anticipato il federalismo fiscale, e quindi il Comune se vuole può far pagare la tassa di scopo per le infrastrutture».

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Bossi a Brunetta: «Nano, ci hai rotto i c…»

Il Senatùr accusa il ministro della Pubblica Amministrazione: «Voleva tagliare le pensioni. Ho deciso di salvare i pensionati». Il ministro per le Riforme Umberto Bossi ha parlato di pensioni e manovra dal palco della festa della Lega a Ponte di Legno. E punta il dito contro il ministro Renato Brunetta: «Nano, non romperci i coglioni»

COSCIENZA – «Oggi ho avuto un problema di coscienza. Salvo i Comuni, i nostri enti locali o i pensionati? I Comuni alla fine se la cavano, possono far pagare delle tasse di scopo. Non posso mollare, devo salvare i poveracci che hanno lavorato tutta la vita e adesso magari non hanno da mangiare. Salvo i poveracci, ai Comuni ci pensiamo dopo. Mi sento la coscienza a posto, dovevo salvare i poveracci». Il leader della Lega ha poi detto di aver avuto in proposito un colloquio con il ministro Maroni: «Ci siamo sentiti e ha detto che c’è bisogno di fare una modifica alla manovra per salvare i Comuni. Questo è giusto, ma non al punto da attirare le ire della Bce che ci deve aiutare coi titoli di stato».

L’ACCUSA A BRUNETTA – A Ponte di Legno il Senatùr ha svelato un retroscena con protagonista il ministro Renato Brunetta: «Durante il Consiglio dei ministri – ha specificato – Bankitalia ha telefonato a Brunetta, volevano tagliare le pensioni». Bossi ha poi aggiunto: «Oggi è stato difficile salvare le pensioni. Però io mi sono messo di traverso». Bossi si è poi rivolto al ministro per la Pubblica amministrazione dicendo: «Nano, non romperci i coglioni».

IL «LITIGIO» CON BERLUSCONI – Sempre parlando della manovra, il leader del Carroccio ha affermato: «Col premier abbiamo litigato tutto il giorno: volevano fare andare in pensione le donne da subito all’età degli uomini. Io ho detto a Silvio “Guarda che le donne sono più importanti degli uomini”».
TFR E ASSISTENZIALISMO – Il leader del Carroccio ha anche parlato di novità allo studio sul Trattamento di fine rapporto (Tfr): «Avrete una grande sorpresa tra poco, il Tfr in busta paga che permetterà anche di raddoppiare gli stipendi, l’ha pensato Tremonti». Bossi ha poi commentato certi malumori di esponentis del partito nei confronti della manovra appena approvata: «C’è anche gente nostra che ragiona come i terroni, che pensano che lo Stato debba dare qualcosa. Ma lo Stato non ci deve dare niente, è sufficiente che ci dia la libertà e poi ce la facciamo con le nostre capacità». Il leader leghista ha poi voluto sottolineare: «L’assistenzialismo è una rovina sempre, non va bene nè al nord nè al sud».

da www.corriere.it

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Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, durante il suo intervento alla festa del Carroccio a Ponte di Legno «Meglio i tagli ai Comuni
che toccare le pensioni»

Il leader della Lega Umberto Bossi sintetizza così lo scontro nell’ultimo Consiglio dei ministri sulla manovra, in particolare sul capitolo pensioni, che la Lega vuole difendere. “Abbiamo litigato tutto il giorno – ha detto Bossi parlando al comizio di Ferragosto a Ponte di Legno – Prima del Consiglio dei ministri e durante il Consiglio. Col ministro Brunetta per poco non passiamo alle vie di fatto. Brunetta, nano di Venezia, non romperci i coglioni”.

Il leader della Lega Umberto Bossi giudica “giusta” la proposta di alleggerire i tagli agli enti locali fatta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni ma invita a “non attirare le ire della Banca centrale Europea”. “Ho sentito Maroni, vuole fare una modifica alla manovra sugli enti locali. Questo mi sembra giusto. Certo – ha avvertito Bossi parlando ieri sera ad un comizio a Ponte di Legno – non al punto di attirarci le ire della Banca centrale europea che ci deve dare una mano per comprare i titoli di Stato”. Sui tagli agli enti locali il governo “non aveva alternativa”, ha spiegato Bossi. Comunque, per il Senatùr è stato prioritario difendere prima i pensionati: “Dobbiamo salvare gli enti locali, ma non a costo di affamare la gente. Agli enti locali ci pensiamo in un secondo momento”.

” La Bce – ha proseguito Bossi – ci continuerà a chiedere di tagliare le pensioni, quindi tutte le volte dovremo litigare su quello. Ma la Lega tiene botta e non abbandona i poveracci. Sapevo che avremmo trovato la via per affrontare i tagli agli enti locali, ma tagli alle pensioni sarebbero per sempre”. “Io ho avuto un problema di coscienza – ha aggiunto Bossi – Salvo i poveracci che non hanno niente da mangiare o i comuni? I comuni alla fine se la cavano. Ai comuni abbiamo anticipato il federalismo fiscale, e quindi il comune se vuole può far pagare la tassa di scopo per le infrastrutture”.

da www.la stampa.it