La manovra cancella la tracciabilità delle imprese nel ciclo dei rifiuti. «Un regalo alle ecomafie», arriva a dire lo stesso ministro dell’ambiente. Ma Calderoli si è imposto: «Imprese felici». E l’opposizione vuole le dimissioni della Prestigiacomo. «Era una misura non voluta dagli artigiani e da tante imprese», liquida la questione, con poche parole, il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. Più semplice di così? Con un colpo di spugna, inserito nella manovra, il governo cancella il Sistema di tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto Sistri. Le imprese – assicura lui – saranno contente. Ma anche le ecomafie, che prosperano sullo smaltimento illecito dei rifiuti, non hanno di che lamentarsi.
E pazienza se la lotta alla illegalità che dilaga nello smaltimento dei rifiuti così diventa «un’operazione di facciata», come avvertono le associazioni ambientaliste, che giudicano «gravissime» le parole del ministroCalderoli. «Non si rende conto il ministro che dietro allo smaltimento illegale dei rifiuti c’è il drammatico fenomeno delle ecomafie e un gravissimo profilo di danno ambientale (da valutare anche in termini economici)?».
Almeno, dal momento che il provvedimento è inserito nella manovra, ci si potrebbe aspettare che ne derivi qualche risparmio per le casse dello Stato. Macché. La sua parte lo stato l’ha già fatta. Per la tracciabilità dei rifiuti ha già speso milioni di euro. E ha già acquistato le cosidddette «black-box», che ha anche già provveduto a distribuire ai privati. «Possibile che ora che la gran parte dei costi ricadrebbe sugli operatori in funzione del servizio che svolgono lo Stato si appresta a buttare tutto l’investimento fatto?», domanda il Wwf. Una cancellazione che sa tanto di «sperpero di denaro pubblico», denuncia Legambiente. Che senso ha da parte del governo «cancellare un sistema che aveva creato utilizzando i soldi dei cittadini»?
E il ministro Prestigiacomo che cosa ne pensa? Si domandano le associazioni ambientaliste. «Prestigiacomo, se ci sei batti un colpo», incalza il capogruppo dell’Italia dei valori in Senato, Felice Belisario. «Su un provvedimento che lei stessa giudica fondamentale per combattere le ecomafie, ha ricevuto l’ennesima sfiducia dal suo governo e quindi dovrebbe dimettersi immediatamente », attaccano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta. «Cedere alla volontà della Lega e abrogare il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti che sarebbe dovuto entrate in vigore già da un anno è la sua ennesima sconfitta», osservano. Le imprese si lamentavano? «Ma invece di lavorare per risolvere i problemi tecnici, su cui per primi avevamo suonato l’allarme – denunciano gli Ecodem -, invece di richiamare ai suoi doveri la Selex (aggiudicataria dell’appalto), invece di togliere il segreto da tutta la procedura come promesso in Parlamento un anno fa rispondendo alle nostre interrogazioni, invece di trovare i tempi ragionevoli che avrebbero permesso alle aziende di prepararsi alla definitiva entrata in vigore del nuovo sistema, Calderoli, evidentemente spalleggiato dal premier, ha deciso di buttare il bambino con l’acqua sporca e impedire un passo avanti nel controllo dei traffici illeciti».
«Calderoli ieri aveva provato a colpire anche le rinnovabili concludono», avverto i senatori Pd, che lanciano lì il dubbio: «Chissà quante altre “porcate” si nascondono nelle pieghe di questa inadeguata e dannosa manovra?».
Il ministro Stefania Prestigiacomo, per ora, non replica. Sull’argomento, nvece, si pronuncia in modo molto critico il sottosegretario alla presidenza del consiglio e leader di Forza Sud, Gianfranco Miccichè: «Proprio una norma che non capisco, in un momento in cui il problema dei rifiuti si sta manifestando con particolare gravità nel nostro paese, dove rifiuti
e criminalità organizzata vanno spesso e volentieri a braccetto».
L’Unità 14.08.11