Hanno rappresentato una delle più importante conquiste civili e sociali degli anni ‘60 e ‘70. Le scuole serali hanno garantito per decenni l’istruzione degli studenti lavoratori, dei più poveri, di chi aveva percorsi umani e professionali tortuosi, nella piena attuazione dell’articolo 34 della Costituzione. Oggi la scure dei tagli Gelmini- Tremonti si abbatte anche su quella che è considerata, appunto, la “cenerentola” della scuola pubblica. Dall’anno scolastico 2011/2012 le prime classi verranno abolite, lasciando così morire progressivamente un’istituzione che negli anni ha svolto un funzione centrale in Italia. «Le scuole serali permettevano a chi era fuori dal giro dell’istruzione di rientrarci – spiega Anna Fedeli, della segreteria della Flc Cgil – non era frequentata solo da chi a scuola non ci era potuto andare ma anche dagli analfabeti di ritorno, che rischiavano l’espulsione anche dai lavori più umili e avevano bisogno di una qualifica ». E oggi anche dagli immigrati. «Ma attenzione – nota Fedeli – le serali non sono scuole di italiano, questi migranti hanno già untitolo di studio di alto grado nel loro paese che però non è riconosciuto In Italia e cercano un titolo valido». Ma il governo non sembra riconoscere la funzione sociale delle serali. «Gelmini e Tremonti dovevano portare a casa il risultato – dice la Flc – Cgil – e quindi hanno pensato di intervenire sull’anello debole della scuola, con il taglio dell’organico le Regioni non potranno attivare i corsi pur in presenza di iscrizioni consistenti ». La questione è ambigua perché è pilatescamente lasciata nelle manidei dirigenti degli uffici scolastici regionali che, a seconda delle risorse a disposizione, possono decidere come e in che modo tagliare le serali. A farne le spese sono ovviamente le grandi città, Roma, Milano, Torino, maanche le regioni dove già in passato le serali hanno avuto un ruolo fondamentale contro la dispersione scolastica: Sardegna, Puglia, Campania. I dirigenti tagliano le prime classi e così facendo chiudono definitivamente le scuole serali. Così è successo a Foggia, come racconta la professoressa Maria Tattoli dell’ IISS “A. Righi” di Cerignola: «per il prossimo anno il provveditore aveva attivato solo le quinte classi e, dopo la nostra protesta, ha attivato la quarta, nonostante per la prima avessimo molte iscrizioni. In pratica ha fatto morire la scuola serale. Ora abbiamo fatto un ricorso al Tar firmato anche da studenti, speriamo bene». «Dove andranno coloro che si volevano iscrivere? – si domanda la professoressa – Non lo so… noi avevamo studenti dai 16 ai 60 anni, donne che avevano lasciato la scuola per sposarsi e ora, divorziate, avevano bisogno del titolo di studio per ricollocarsi ma soprattutto lavoravamo contro la dispersione scolastica. E soprattutto adesso che c’è la crisi i lavoratori avrebbero bisogno di qualche carta in più per consolidare la propria posizione lavorativa ». Nel progetto del governo a sostituire le scuole serali ci sarebbero dovuti essere i Cpa, i cui regolamenti attuativi devono ancora essere approvati dal Consiglio dei Ministri. «Uccidono una cosa, senza avere pronta un alternativa. È impossibile! – tuona Nazzareno Coregliano, presidente del Comitato per la difesa delle scuole serali – e tra l’altro il progetto del governo è pessimo perché penalizza ancora di più chi si iscrive a questi Cpa, facendogli fare corsi ridicoli». E la Flc- Cgil, annunciando una mobilitazione per settembre aggiunge, «il taglio alla scuola serale è vergognoso. Questo governo classista da i soldi alle private e taglia invece la “scuola dei più poveri”, la riforma Gelmini-Tremontinon aveva altro fine che ripristinare le gerarchie nell’istruzione »
L’Unità 12.08.11
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Sulla chiusura delle serali (qui) interrogazione di cui sono prima firmataria
(qui) interrogazione a firma Caterina Pes (PD) da me sottoscritta