Una crisi economica profonda e rischiosa, di cui il premier e il Parlamento non possono disinteressarsi. Per questo il Pd ha deciso di fare un passo istituzionale. Con una lettera dei capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, ha chiesto formalmente ai presidenti Fini e Schifani che Berlusconi si presenti al più presto a riferire in aula.
Nella lettera si elencano i capitoli dell´emergenza e le ragioni dell´urgenza: «La difficile situazione del paese, le tensioni sui mercati, i segnali di difficoltà che provengono dall´Europa e dagli Stati Uniti e che hanno effetti diretti sulla condizione economica sociale e finanziaria italiana, l´appello al governo venuto dalle forze economiche e sociali del paese – scrivono Franceschini e Finocchiaro – ci impongono di insistere affinché il presidente del Consiglio venga in Parlamento a parlare della situazione del paese e delle iniziative del governo». Invece nelle ultime settimane il Cavaliere – preso da tutt´altri pensieri, anche di salute – non si è fatto vedere neppure per la fiducia su una delle ennesime legge ad personam, quella sul processo lungo, approvata venerdì da Palazzo Madama.
Il presidente Napolitano dà l´esempio rinviando le sue vacanze a Stromboli, e il premier? Fini ha pronta la risposta per le opposizioni. È la stessa data in conferenza dei capigruppo qualche giorno fa: «Il portone di Montecitorio non è ermeticamente chiuso, non viene blindato nel mese di agosto. Conseguentemente l´aula potrebbe essere convocata per ascoltare il presidente del Consiglio in qualsiasi giorno, anche a Ferragosto». Insomma massima disponibilità, la Camera è sempre aperta, ma la decisione spetta appunto al governo.
Casini, il leader dell´Udc, è d´accordo: «Discutiamo subito». Di Pietro si spinge più in là e lancia su suo blog un appello a tutte le opposizioni perché sottoscrivano una mozione di sfiducia all´esecutivo: «Questo governo va fermato, noi di Idv abbiamo approntato la mozione di sfiducia, ora aspettiamo che tutte le opposizioni senza ipocrisie e senza spaccare il capello in quattro, pur di non assumersi responsabilità, la firmino con noi». Quindi, Berlusconi venga in aula e poi però – affermano in una nota i capigruppo di Idv, Massimo Donadi e Felice Belisario – se ne vada a casa.
Nel centrodestra non ne vogliono sapere. Da Palazzo Chigi non ci sono aperture e, per ora, nessun commento. Berlusconi è ad Arcore in convalescenza dopo l´operazione alla mano. Il Pdl invita a guardare il bicchiere mezzo pieno delle cose fatte: la manovra economica e il decreto sviluppo sono le misure giuste – si sostiene – per evitare il tracollo.
In difficoltà è la Lega davanti alle misure impopolari del governo. Bossi perciò dichiara guerra al ticket sanitario: «Non lo vogliamo, piuttosto aumentiamo il costo del tabacco». E il Senatùr gran fumatore di sigari si dice pronto al sacrificio: «Di fronte alla sanità sono disposto a pagare di più un vizio». I democratici polemizzano: «Se ne accorgono ora dell´iniquità del ticket? Il Carroccio tenta una retromarcia, ma il governo è in ferie». Ferie alle quali non sembra per ora voler rinunciare. Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl, nei giorni scorsi aveva fatto sapere che il premier non si sarebbe fatto mettere sulla graticola parlamentare: «Non ne vedo la necessità». E alle parti sociali che hanno parlato di gravità della situazione e invocato discontinuità, rigira la richiesta: «Discontinuità venga da voi», ad esempio rivedendo l´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
La Repubblica 31.07.11