Errani: l´Emilia Romagna adotterà misure più eque nella sanità. Da Roma avremo 30 milioni in meno. Spero ancora che il governo discuta e ritiri questa misura sbagliata. Il presidente dell´Emilia Romagna Vasco Errani guida il fronte del no dei governatori al nuovo ticket sanitario che entrerà in vigore oggi. «Questa misura crea un doppio danno: ai cittadini e al servizio sanitario nazionale» avverte il presidente della conferenza delle regioni. Un danno alle persone, perché le obbliga a una maggior spesa anche per esami di base. Ma anche un danno al servizio sanitario, perché «rischia di far scivolare verso i privati una serie di prestazioni». Porta ancora aperta alla trattativa col governo, «perché non rinuncio al confronto e lavoro per il ritiro di questo provvedimento iniquo e unilaterale». Ma nel frattempo si studiano misure alternative per coprire il “buco” che si apre per la mancata applicazione del ticket, che in Emilia Romagna pesa per 30 milioni di euro.
Presidente, lei ha inviato una lettera alle Ausl: il nuovo ticket da 10 euro sulle visite specialistiche non sarà applicato.
«Esatto, sono del tutto contrario a questo provvedimento iniquo e unilaterale. Il ticket di 10 euro è un esperimento fallito anni fa, tanto che fu cancellato. Diverso il discorso per il ticket da 25 euro sui codici bianchi, che è già in vigore da anni da noi e in gran parte delle regioni, per scoraggiare il ricorso al Pronto Soccorso senza motivo».
La manovra però vi consente di non applicare il ticket da 10 euro solo trovando misure equivalenti per il riequilibrio economico.
«Sì, ed è per questo che ci siamo dati due settimane per trovare formule più eque e adeguate ed evitare che questa norma crei un doppio danno: ai cittadini al servizio sanitario».
Perché parla di danno?
«Perché applicando un costo in più alle prestazioni sanitarie comuni, ad esempio gli esami del sangue, rischiamo di incoraggiare i cittadini a rivolgersi ai privati. Sia chiaro: la mia non è una impuntatura ideologica. Il problema è che se i cittadini vanno dai privati anche per le analisi più semplici, calano gli introiti per il servizio sanitario. E così si produce un danno».
Ma come farete a coprire i tagli del governo, senza il ticket? Non farlo pagare costa all´Emilia Romagna 1,2 milioni di euro in più alla settimana.
«Sì, e abbiamo calcolato che da qui a fine 2011, il costo salirà a 30 milioni di euro. Questo perché il governo, a livello nazionale, ha deciso di finanziare solo 338 degli 824 milioni che costituivano l´ammontare dei trasferimenti statali sulla sanità. I restanti 486 milioni dovrebbero essere recuperati dal ticket. In Emilia Romagna, il mancato trasferimento ammonterà a circa 30 milioni di euro».
L´assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti ha ipotizzato l´introduzione di ticket di due o quattro euro sulle prescrizioni farmaceutiche, o di ticket mirati, solo per le prestazioni “rilevanti”, come Tac o risonanze.
«Non entro nel merito delle misure che adotteremo, perché dobbiamo prima discuterle. Quel che è certo è che saranno improntate a una maggiore equità e adeguatezza. Il punto è introdurre misure giuste che nello stesso tempo siano utili al sistema sanitario. Nel frattempo, resto aperto al confronto col governo per convincerlo al ritiro di questa misura iniqua».
La Repubblica 18.07.11