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Rimpatri. Pd, norme disumane contro dignità della vita

La Lega mostra il suo volto razzista “La Lega sta mostrando il suo volto più becero e razzista. Sono indignata”. Lo dichiara Luisa Bossa, deputata Pd, a margine dell’approvazione del decreto sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e sul rimpatrio dei cittadini irregolari. “I toni che si ascoltano in questi giorni a Montecitorio sono indecenti – continua Bossa -; ho sentito il deputato leghista Bragantini usare linguaggio ed espressioni sprezzanti verso i migranti, che affrontano traversate tragiche per fuggire dalla fame e dalle guerre, per cercare un futuro. Si parla di essere umani, di persone, e se ne smarrisce completamente il senso. Vogliono tenere i migranti nei Cie diciotto mesi, in una sostanziale detenzione senza che abbiano commesso reati. Vogliono espellere i migranti a cui viene revocato il permesso senza che possano appellarsi. Negano il diritto dei giornalisti a visitare i Cie. Varano una disciplina indegna della grande tradizione civile dell’Italia. E’ curioso – conclude la deputata – che nella stessa Aula, pochi giorni fa, si sia discusso di testamento biologico e che dagli stessi banchi da cui oggi sono arrivate parole razziste e disumane, ieri arrivavano inviti alla tutela della vita. Evidentemente nella destra sono per la vita a giorni alterni, o a seconda del colore e della razza”.

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mmigrati. Turco, no al carcere per gli innocenti, norme inefficaci e disumane

“Il decreto sui rimpatri varato dal governo è disumano e inefficace”. Lo ha detto Livia Turco del Pd intervenendo a Montecitorio durante la discussione del decreto sui rimpatri e la libera circolazione dei cittadini comunitari.

“Le norme varate dalla destra – ha proseguito Turco – sono obbrobriose poiché prevede la detenzione nei Cie fino a 18 mesi di persone che non hanno commesso reati, che sono scappate dalla povertà alla ricerca di un futuro e non hanno trovato le vie legali all’immigrazione. Questa norma stravolge la direttiva europea che mette al centro il ritorno volontario della persona entrata nel nostro paese illegalmente e prevede il trattenimento nei Cie il tempio strettamente necessario per l’identificazione della persona mai oltre il termine necessario per raggiungere lo scopo dell’allontanamento. Inoltre, secondo la direttiva, il trattenimento nei Cie può essere disposto solo se, nel caso concreto, non possono essere efficacemente applicate altre misure sufficienti ma meno coercitive. Trattenere per 18 mesi innocenti è più punitivo del carcere; si tratta di persone innocenti che non hanno subito nessun processo. Non è un caso che Maroni chiuda i Cie alla visita di giornalisti, parlamentari e associazioni”.
“Si tratta – ha concluso Turco – di una norma disumana, ingiusta, inefficace e costosa. Non è vero che allungando il tempo del trattenimento si rendono più efficaci le espulsione, è vero il contrario. Il rimpatrio infatti avviene quando i paesi di provenienza collaborano. Senza collaborazione possono essere trattenute anche per anni”.

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Intervento dell’On Gozi (PD) dichiarazione di voto

Signor Presidente, necessità e urgenza reali? Sì, reali, causate dalle contraddizione, dagli errori e dai ritardi del Governo. Contraddizioni. Il collega Tassone chiedeva come è nata la direttiva rimpatri, glielo ricordo io come è nata: l’ha proposta Franco Frattini (Commissario europeo); l’ha votata e fortemente voluta il PdL, nel Partito popolare europeo, di cui, appunto il PdL fa parte; l’ha sostenuta e approvata il Ministro Roberto Maroni nel Consiglio dei ministri dell’interno dell’UE e, poi, il Governo si è rifiutato di recepirla e di attuarla, ha fatto spirare il termine per il suo recepimento che era previsto per il 24 dicembre dello scorso anno, ha esposto l’Italia ad una nuova procedura di infrazione da parte della Commissione europea e ad una condanna nell’aprile di quest’anno da parte della Corte di giustizia. Tutto ciò dopo avere respinto ripetutamente le nostre proposte emendative volte a recepire questa direttiva nella legge comunitaria 2009 e 2010. Dobbiamo chiederci, perché? Perché questa direttiva è agli antipodi dall’approccio ideologico seguito senza alcun risultato concreto dal Governo e dal Ministro Maroni.

Proprio per queste ragioni il decreto-legge in esame si sforza soprattutto di limitare l’impatto della direttiva, senza risolvere del tutto il contenzioso che abbiamo aperto con l’Unione europea. È una vera buona occasione sprecata e per questo voteremo convintamente contro. La direttiva rimpatri, infatti, a cosa mira? Mira a rendere i rimpatri effettivi nel rispetto dei diritti fondamentali. Il decreto-legge, invece, si concentra realmente solo sulle espulsioni coatte e fa delle partenze volontarie e dei rimpatri delle mere eccezioni. Certo, non è con un decreto-legge che si dovrebbero trattare questi temi, perché certamente occorrerebbe una legge specifica per trattarli.
Viene così stravolta la logica e vengono così disattesi gli obiettivi europei. La direttiva, infatti, richiederebbe – richiede, ma non lo stiamo facendo – una riforma dell’intero sistema italiano, che va rivisto attorno al principio della partenza volontaria agevolata, mentre quella forzata deve rimanere l’eccezione e i trattenimenti vanno previsti solo laddove sussista un concreto pericolo di fuga. Tra l’altro, la Corte di giustizia ha già rilevato che i giudici italiani – e degli altri Stati membri, ovviamente – sono tenuti a disapplicare le loro norme interne in contrasto e ad applicare quelle della direttiva. In sostanza, il decreto-legge in esame non ci permette di uscire dalla situazione di incertezza giuridica creata dallo stesso Governo.
È per questo che siamo preoccupati ed è per questo che avevamo presentato nell’interesse dell’Italia e nell’interesse di chiudere completamente il contenzioso che abbiamo con l’Unione europea vari emendamenti che ci avete respinto. Lo avete fatto, a mio avviso, anche in maniera inutile ed ideologica, come nel caso dell’ultimo ordine del giorno. Cosa vi costava, se siete d’accordo con il fatto che i trattenimenti non possano eccedere i 18 mesi, accettare tale ordine del giorno, signor Ministro, signor sottosegretario? Le proposte emendative che vengono presentate dall’opposizione nemmeno le leggete, le respingete, come anche gli ordini del giorno, a prescindere. È per questo che siamo preoccupati.
Signor Presidente, a volte la statura morale e politica di un Governo si riassume fedelmente in una decisione e ci sono norme, tanto sbagliate quanto significative, in questo provvedimento, ma la norma simbolo è senza dubbio quella sui 18 mesi nei CIE per gli immigrati che non sono in regola con il permesso di soggiorno. È questo il crimine che commettono, ossia che non sono in regola con il permesso di soggiorno. Si tratta di una norma disumana e inefficace, nonché una evidente ed inutile forzatura. Un altro accanimento terapeutico, questa volta lo fate contro l’immigrato, sempre comodo capro espiatorio nei tempi difficili, e non solo. Quella presunta ispirazione cristiana che vi ha spinto ad approvare una legge liberticida contro il testamento biologico e contro la libera scelta, non vi spinga a considerare come uomini, e non come numeri o carne da macello, gli immigrati detenuti in quei lager italiani che chiamiamo pudicamente CIE.
È chiaro l’uso strumentale della direttiva, perché la direttiva rimpatri è stata adottata per ravvicinare le legislazioni di 27 Stati membri, proprio perché in alcuni di essi non esistevano termini massimi di detenzione, come ad esempio in Danimarca – ed è per questo la direttiva prevede che tale termine non possa essere superiore ai 18 mesi – e per ravvicinare le legislazioni di Paesi come il nostro, che aveva un termine massimo, che era di due mesi, e legislazioni che non avevano alcun termine, in cui gli immigrati senza permesso di soggiorno potevano stare tre, quattro, cinque anni come quella danese. Per questo è stato previsto quel termine massimo. Ne consegue – lo sapete bene – che nella direttiva non vi è alcun obbligo in capo agli Stati membri di prolungare il termine inferiore ai 18 mesi. Non solo, al momento della firma finale della direttiva nel Consiglio dei Ministri il Ministro Maroni si è impegnato a non inasprire le legislazioni nazionali sulla scorta di questa direttiva.
Voglio leggere la dichiarazione allegata alla direttiva rimpatri del 2 dicembre 2008. È una dichiarazione del Consiglio europeo, signor Presidente. Il Consiglio dichiara che «l’attuazione della presente direttiva non deve essere utilizzata di per sé come motivo per giustificare l’adozione di disposizioni meno favorevoli per le persone alle quali si applica». Questa è la dichiarazione del Consiglio, adottata all’unanimità.
Pertanto è evidente che ancora una volta questo decreto-legge, Presidente, viola l’impegno politico e giuridico adottato dal Governo, adottato dal Ministro, a Bruxelles. I CIE non possono diventare una forma nascosta di reclusione per lo sciagurato reato di clandestinità voluto dalla maggioranza e che c’è già costato una condanna europea. Voi invece insistete con l’equiparazione ideologica in cui l’immigrato viene sempre e solo equiparato a un criminale. Questo decreto-legge è il prodotto diretto della vostra sconfitta, in particolare della sconfitta della Lega alle ultime elezioni amministrative. Ancora una volta la Lega, con sondaggi al ribasso e un elettorato che si è accorto del doppio gioco dei suoi dirigenti nella «Roma ladrona», demonizza gli immigrati per uscire dalla crisi.
Così l’allungamento dei mesi di trattenimento, di fatto, diventa una vera e propria detenzione senza i diritti che spettano normalmente ai detenuti e va nella direzione opposta alla direttiva che richiede, al contrario, di limitare la durata massima della privazione della libertà. Create delle zone franche senza Costituzione, create delle vere e proprie carceri degli innocenti. E mi fa sorridere, collega Dussin, che ogni volta lei intervenga e dica che questi immigrati vanno curati e vanno aiutati a casa loro. Ma come li aiutate se avete azzerato i fondi per la cooperazione allo sviluppo, se ormai è meno dello 0,1 per cento il Fondo alla cooperazione allo sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Chi volete prendere in giro?
È un provvedimento vergognoso, non soltanto perché stabilisce che delle persone possano essere private della libertà personale fino ad un anno e mezzo senza aver commesso un reato, senza subire un processo e senza nemmeno vedere un giudice vero, ma anche perché è un provvedimento assolutamente inutile ai fini che dichiara di voler perseguire, cioè facilitare ed accelerare le espulsioni di clandestini. Difficilmente, infatti, la mancata identificazione o espulsione di un cittadino, se non la si è ottenuta in sei mesi, la si potrà ottenere nei successivi dodici mesi. Ed è assurdo che neppure una parte di queste ingenti somme che lo Stato dovrà sborsare per consentire il trattenimento fino a diciotto mesi siano utilizzate per migliorare la gestione di CIE, per rendere più civili e più dignitose le condizioni di permanenza nei CIE.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Gozi.

SANDRO GOZI. Concludo, signor Presidente. Sono scelte in contrasto con i diritti fondamentali e scelte in contrasto con la ragionevolezza economica. Con le stesse somme, fino a 30 Pag. 68mila euro per la detenzione in diciotto mesi, potremmo facilmente fare dei rimpatri volontari, dei rimpatri accompagnati. Così, a causa vostra, mentre lasciamo morire alla deriva nel Mediterraneo migliaia di immigrati e di profughi, andiamo tutti noi, ancora di più, alla deriva, sempre più lontani dall’Unione europea. Lei, Ministro Maroni, voleva uscire dall’Unione europea. Di fatto lei ci sta facendo uscire, legge dopo legge, con questi provvedimenti, dall’Unione europea e noi questo non lo accettiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).