L’onorevole Manuela Ghizzoni ha presentato un’interrogazione al ministro delle Finanze e al ministro per i Beni e le Attività Culturali affinché sia fatta chiarezza sulla normativa.
Si chiama ‘musica di sottofondo’, quella che accompagna con discrezione la nostra sosta nei ristoranti, alberghi, bar, pub e centri commerciali. Per i clienti si tratta di un’attenzione in più che gli esercenti rivolgono loro, ma per centinaia di attività commerciali si sta rivelando una vera e propria ‘sciagura’. Oltre ai ‘diritti d’autore’ infatti la legge tutela anche i ‘diritti connessi’, vale a dire una serie di diritti collegati a chi interviene sull’opera stessa, tramite un’attività o con la propria creatività. In particolare, nel caso l’utilizzo non sia a scopo di lucro, si prevede un ‘equo compenso’ determinato, riscosso e ripartito secondo le norme di un preciso regolamento. “A oggi – spiega l’onorevole Manuela Ghizzoni, firmataria di un’interrogazione ai ministri Bondi e Tremonti – quel regolamento non è ancora stato emanato, pertanto non si è in grado di determinare il compenso dovuto agli artisti interpreti e esecutori o al produttore. Nella provincia di Modena sono circa 2700 le attività interessate e un centinaio hanno già ricevuto una lettera di diffida – conclude Manuela Ghizzoni – da parte del Consorzio Scf, ente autorizzato alla riscossione, la cui azione sta assumendo il carattere di iniziativa unilaterale e arbitraria. Ho quindi chiesto formalmente al governo quali misure intenda assumere al fine di eliminare ogni dubbio e stabilire chiaramente il quantum del diritto connesso, al fine di tutelare realmente i diritti di produttori, esecutori, interpreti e degli esercenti”.
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