Berlusconi non replica a Berlino e si chiude in casa coi figli per parlare di Mondadori. Non aveva bisogno di sentirselo dire dalla Merkel che l’Italia rischia di entrare nell’occhio del ciclone. Berlusconi però è convinto che il problema non è il nostro Paese ma la speculazione internazionale che sta colpendo l’euro in quanto tale. Allora va bene la sollecitazione della Cancelliera tedesca ad approvare in tempi rapidi la manovra. E’ l’obiettivo al quale al Senato la maggioranza sta lavorando alacremente con la presentazione di «pochi e qualificanti emendamenti» che oggi verranno illustrati a Tremonti. E bisognerà vedere se lui li accoglierà. C’è anche la disponibilità formale a recepire anche quelli dell’opposizione. Per fare questo e per venire incontro alla sollecitazione del capo Stato, il Cavaliere ritiene che non ci sia bisogno di appelli al centrosinistra, di riunire i suoi leader. Il metodo Obama non fa per lui. La cosa strana è che nemmeno
Gianni Letta ha telefonato a Bersani e Casini, nonostante alcune voci raccontavano di colloqui diplomatici. Il governo attende di conoscere gli emendamenti degli avversari e poi si vedrà quali possono essere accolti: altrimenti il centrodestra procederà all’approvazione della manovra con i propri voti e senza l’ostruzionismo di Pd, Udc e Idv.
Se tutto ciò servirà a fermare il crollo della Borsa e la speculazione è tutto da vedere, perché molto dipende dalla stabilità dell’esecutivo, dalle mosse di Berlusconi che continua a mantenere un silenzio assordante. A Palazzo Chigi spiegano che il premier segue costantemente l’evoluzione della situazione e che ieri è stato in contatto con Letta e Tremonti mentre il ministro dell’Economia si trovava a Bruxelles per l’Ecofin. Ma cosa accadrà dopo che il Parlamento avrà licenziato le misure economiche e finanziarie? Sono molti i ministri che vivono la sindrome del governo tecnico. Berlusconi ovviamente non è disposto a dimettersi, ma la telefonata di ieri della Merkel gli ha fatto capire quanto buio sia l’angolo in cui oggi si trova.
E’ vero che la Cancelliera ha apprezzato pubblicamente la manovra presentata dal governo italiano, «fiduciosa» sul fatto che l’Italia riuscirà a realizzare il risanamento del bilancio per ristabilire la fiducia nell’eurozona. «Ma quella della Merkel è una solidarietà pelosa», ha commentato uno dei parlamentari più vicini al Cavaliere. E infatti la signora di Berlino ha detto altro ai giornalisti tedeschi. Ha spiegato che l’Italia si deve salvare da sola. La Grecia si tenta di salvarla, se dovesse succedere qualcosa del genere al Portogallo l’Europa si muoverebbe allo stesso modo. Per il nostro Paese invece non è pensabile perché non c’è un fondo europeo in grado di fare fronte al salvataggio di una economia come la nostra. Una doccia freddissima. Forse queste cose la Merkel le ha dette anche a Berlusconi nella telefonata che, stranamente, è stata resa nota da Berlino e non da Roma. Rimane il fatto che non sono previsti paracaduti per l’Italia.
Dunque, il governo italiano è chiamato ad una prova di grande responsabilità. Un punto su cui sta insistendo con grande impegno il capo dello Stato. Napolitano è stato in contatto con tutti i leader della maggioranza e dell’opposizione. Ha sollecitato Palazzo Chigi a dare una risposta alla mano tesa del centrosinistra perché questo sarebbe un messaggio di coesione nazionale nei confronti dei mercati. La risposta potrebbe arrivare dal Senato con l’accoglimento di alcuni emendamenti dell’opposizione. Una dinamica parlamentare che ha come variabile dipendente l’atteggiamento di Tremonti che vorrebbe la manovra blindata anche rispetto alle proposte della maggioranza. Cosa voglia fare veramente Berlusconi pochi lo sanno.Deve ancora sbollire la mazzata del risarcimento da pagare alla Cir. Un tema doloroso che ieri ha affrontato a pranzo ad Arcore con i suoi cinque figli. L’unica magra consolazione del premier è che i titoli della Cir siano crollati ieri in Borsa. Per il resto attorno al Cavaliere si addensano nubi nerissime. E le parole della Merkel, secondo cui l’Italia deve fare da sola, dovrebbero essere l’unica sua preoccupazione.
La Stampa 12.07.11
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Il silenzio del Premier
Nella drammatica giornata vissuta ieri dall’Italia e scandita dagli indici negativi delle Borse del mondo dovuti ai dubbi sulla tenuta del nostro Paese, il silenzio di Berlusconi è parso pesante, incomprensibile e destabilizzante. E quando all’ora di pranzo la cancelliera Merkel ha chiesto al governo italiano di approvare sollecitamente la manovra finanziaria, era come se l’intera Europa dicesse a Roma: se ci siete, battete un colpo.
Ma il colpo non è arrivato e le ultime parole del nostro premier raccolte all’estero (e rilanciate dai grandi giornali internazionali come segnale negativo) risalgono alla settimana scorsa ed erano le critiche rivolte al ministro Tremonti garante di quella manovra. A sera il Presidente della Repubblica ha dato la risposta politica chiesta dalla Merkel esercitando così una supplenza necessaria. Non c’è tempo da perdere: mai come ora l’Italia deve dare un segnale forte e condiviso tra maggioranza e opposizione e far sentire una voce autorevole e convincente.
La Stampa 12.07.11