Beni culturali, cinema e spettacolo: riduzione della spesa progressiva dal 2012 al 2014. Scelte che tagliano il passato e il futuro del Paese
Nella manovra economica del Governo, che a breve sarà votata dalla maggioranza, (supera quota 50 il ricorso al voto di fiducia), ingenti tagli al Ministero dei Beni e delle attività Culturali.
Il Dipartimento Cultura e Informazione del PD ha svolto un accurato lavoro di analisi delle misure previste nella manovra, che avranno un impatto devastante per la tutela e lo sviluppo della Cultura in Italia.
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«I tecnici di Palazzo Madama “Non raggiungerà gli obiettivi”», da repubblica.it
Secondo il servizio Bilancio del Senato, gli interventi previsti per il 2013 e 2014 non colmeranno la distanza rispetto ai target indicati nel Def: c’è un differenziale del – 1,2 % tra saldo primario e indebitamento netto al termine dei tre anni. Solo con la riforma fiscale c’è qualche possibilità di centrare il ripianamento del deficit
ROMA – La manovra “produce una parte significativa degli effetti finanziari” necessari per centrare gli obiettivi programmatici. Ma per il 2013 e 2014 “non colma la distanza rispetto ai target indicati nel Def”. E’ quanto rilevano i tecnici del servizio Bilancio di palazzo Madama nel dossier sulla manovra.
Nel biennio 2011-2012 l’entità limitata della manovra netta, spiegano i tecnici, implicherebbe un saldo sostanzialmente stabile allineato ai valori tendenziali (in termini di PIL, -3,9 nel 2011 e -2,7 nel 2012), mentre nel 2013 e 2014 gli effetti del decreto legge farebbero registrare un netto miglioramento del saldo primario e dell’indebitamento netto.
Quest’ultimo scenderebbe al -1,6 nel 2013 e si posizionerebbe a -1,2 per cento nel 2014. Il saldo primario migliorerebbe progressivamente fino a raggiungere nel 2014 il 4,4 per cento.
Quindi un’ulteriore precisazione: “il ministero dell’Economia e delle Finanze indica che l’azione di contenimento derivante dal decreto legge in esame verrà integrata dal disegno di legge delega, da cui deriveranno 2,2 miliardi nel 2013 e 14,7 miliardi nel 2014”. Solo quest’ultima parte potrà colmare realmente il deficit e portare al pareggio i conti dello Stato entro il 2014.
L’aumento dell’imposta di bollo sui conti titoli potrebbe provocare la “contrazione del numero e dell’entità dei conti titoli detenuti dagli investitori”. E’ quanto rilevano i tecnici del servizio Bilancio di palazzo Madama, in merito
alla misura che prevede l’incremento della tariffa dell’imposta di bollo, per le comunicazioni relative ai depositi di titoli inviati dagli intermediari finanziari.
Quantificata in termini di competenza la norma dovrebbe portare un incremento di gettito, per gli anni 2011 e 2012 pari a 892 mln di euro e a decorrere dall’anno 2013 un incremento di gettito di circa 2.400 mln di euro. La relazione tecnica, per quanto riguarda i numeri relativi alla misura speigano i tecnici, “non risulta verificabile”. Sono quindi “necessari chiarimenti da parte del governo”.
Inoltre, secondo i tecnici, “va valutata la possibile contrazione del numero e dell’entità dei conti titoli detenuti dagli investitori per effetto dell’aumento della misura dell’imposta di bollo in questione; va infatti valutato un effetto di sostituzione che potrebbe dirigere una le stime a suo tempo fatte in termini di recupero di imposte dirette e indirette”.
da www.repubblica.it