Record di uscite e pochi nuovi laureati: mancheranno internisti e pediatri. Più radiologi, meno pediatri ecco chi sale e chi scende nelle corsie degli ospedali. Le previsioni per il 2021: mancherà un medico su due. Ogni anno si specializzano 5mila professionisti ma ne servirebbero quasi il doppio. Addio a 140 reparti di medicina interna, a 67 di chirurgia generale e a 41 di ginecologia. Ma eccone 71 in più di radiologia. Nei prossimi dieci anni, in Italia andranno in pensione più medici di quelli che saranno specializzati dalle università. E per certe discipline negli ospedali sarà crisi.
Che il saldo tra chi entra e chi esce sia negativo ormai è noto da tempo, sta scritto pure nel piano sanitario nazionale, ma una cosa è prendere in considerazione il totale dei camici bianchi che se ne vanno, un´altra è andare a vedere cosa succede nelle singole specializzazioni. Lo ha fatto il sindacato ospedaliero Anaao Assomed in una ricerca basata sui numeri del ministero della Salute, della Federazione degli ordini dei medici, delle università. Si parte dal dato più preoccupante: stiamo per entrare nella “gobba pensionistica”: circa la metà degli ospedalieri italiani sono nati tra il 1950 e il ‘59 e acquisiranno i requisiti per la pensione tra il 2012 al 2021. L´anno con il maggior numero di uscite sarà il 2017, quando oltre 7mila medici chiuderanno i loro contratti. In tutto andranno via 61.300 persone e se ne specializzeranno 50mila. Di questi ultimi, però, non tutti andranno a lavorare in ospedale. In media, un 30 per cento di neospecializzati va a lavorare nel privato, si sposta all´estero o smette con la medicina. Entreranno così in 35mila, di cui circa 5mila faranno i medici di famiglia e non andranno in corsia.
La crisi peggiore colpirà la medicina interna, che pure sta vivendo un ritorno di vocazioni. Il problema è che a fronte di 4.200 uscite in dieci anni le entrate saranno 2.250. La differenza fa 1.950: 140 reparti da 14 medici. I chirurghi generali, invece, saranno 950 in meno. «Questi dati rappresentano un problema per le specializzazioni generaliste, quelle sempre più necessarie di fronte a malati che invecchiano e soffrono di più malattie contemporaneamente», dice Carlo Palermo della segreteria nazionale del sindacato, autore dello studio. Diminuiranno anche i ginecologi (meno 580) e gli anestesisti (meno 380). Caso particolare quello dei pediatri: tra gli ospedalieri e quelli di famiglia ne verranno a mancare ben 3.400. Un deficit enorme su cui il ministero aveva promesso di intervenire. In controtendenza, la radiologia: specializzazione per la quale lo studio prevede mille professionisti in più.
Il ministro Ferruccio Fazio nei giorni scorsi ha parlato di un numero adeguato di medici nel nostro paese (4,1 per mille abitanti contro il 3,3 di altri paesi occidentali), ma ha anche ammesso che si potrebbero far entrare gli specializzandi negli ospedali due anni prima del termine del percorso di studi, che dura in media 5 anni, con contratti a tempo determinato. «Lo chiediamo da tempo» dice Costantino Troise, segretario nazionale dell´Anaao. «È un provvedimento che potrebbe risolvere le cose nei prossimi anni».
In Italia oggi si iscrivono a medicina circa 9.500 giovani l´anno. Ma saranno laureati tra 11 anni, alla fine della gobba pensionistica. Le specializzazioni hanno numeri più bassi: sfornano 5mila professionisti ogni dodici mesi. Troppo pochi: le Regioni si sono riunite e hanno stimato il loro fabbisogno in 8.851 nuovi specializzati l´anno. Si cerca anche di coinvolgere le università, per aumentare i posti nelle specializzazioni più in crisi e diminuire quelli nelle altre. Per dare una mano, le amministrazioni locali, come Lombardia e Toscana, stanno siglando accordi con gli atenei e tirando fuori soldi per aumentare il numero di borse di studio e orientare l´offerta formativa.
La Repubblica 03.07.11