La norma che preoccupa i precari è quella che introduce il blocco del turn over nel pubblico impiego: tra le eccezioni non figura il comparto istruzione. Poiché nel Decreto sviluppo però si sostiene il contrario – immissione in ruolo su tutti i posti liberi – francamente appare improbabile che il Governo operi in modo così illogico. Le indiscrezioni giunte nelle ultime ore sulla scuola, contenute nella manovra economica di mezza estate, in via di approvazione da parte del Consiglio dei ministri, stanno creando tra i docenti un alone di pessimismo anche sul fronte delle ormai sicure assunzioni su tutti i posti vacanti. Proprio quando sembrava che l’unico punto interrogativo ancora da sciogliere fosse solo quello riguardante la tempistica (tutte le immissioni in ruolo subito oppure “spalmate” nell’arco di tre anni?), è arrivata, diciamo pure un po’ inaspettata, la nuova mannaia da parte del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
La norma che preoccupa non poco i precari della scuola è quella che introduce il blocco del turn over nel pubblico impiego, le sole eccezioni dei comparti che salvaguardano la difesa, la sicurezza, i vigili del fuoco e pochi altri. Ma non la scuola.
In effetti, leggendo il testo contenuto nell’ultima bozza della manovra finanziaria del 2011, il dubbio potrebbe sorgere: il Governo ha deciso infatti di attuare “la proroga di un anno dell’efficacia delle vigenti disposizioni in materia di limitazione delle facoltà assunzionali per le amministrazioni dello Stato, ad esclusione dei Corpi di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per le agenzie fiscali, per gli enti pubblici non economici e per gli enti dell’articolo 70, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001”. È probabile, tuttavia, che anche il personale della scuola sia esentato dal blocco: la parola “proroga” è infatti indicativa, poiché negli ultimi sei anni, seppure con il contagocce, le assunzioni nella scuola sono state fatte.
Qualora ci sbagliassimo, se il provvedimento del Governo comprendesse anche la scuola, tutto ciò avrebbe poi il sapore della beffa: nel Decreto sviluppo, anch’esso in via di approvazione, si prevede infatti esplicitamente l’attivazione di “un piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo e Ata per gli anni 2011-2013, sulla base dei posti vacanti e disponibili”. Posti che, ad oggi, secondo stime sindacali solo per i docenti si possono quantificare attorno ai 65mila posti. Francamente appare davvero difficile che il Governo, seppure stia vivendo un periodo difficile e di spaccature interne, possa permettere lo svolgersi di due linee di indirizzo politico così palesemente in antitesi.
La Tecnica della Scuola 30.06.11