Si deve dimettere. Questa maggioranza non è più forte dopo il voto di fiducia. È sempre più sgangherata». Dario Franceschini, capogruppo Pd a Montecitorio, respinge con decisione al mittente l`invito al dialogo. E stavolta i mittenti sono due: Silvio Berlusconi, che apre all`opposizione parlamentare per un confronto sulle riforme e Umberto Bossi che si dice disponibile a parlare di legge elettorale. «Inaffidabili» e «inattendibili» entrambi. Chiuso il discorso.
Franceschini, il Pd continua a chiedere le dimissioni, ma il premier è saldo in sella. 317 sì alla Camera.
«In qualunque altro paese del mondo o in qualsiasi altra stagione politica in Italia un presidente del Consiglio nelle condizioni di Silvio Berlusconi si sarebbe dimesso. Nell`arco di tre anni ha registrato il fallimento del suo disegno politico, perché gli è sgretolato il Pdl in mano; lo sfaldamento della sua maggioranza, perché un pezzo, guidato dal presidente della Camera, è uscito ed è passato all`opposizione, è protagonista di scandali legati alle sue vicende personali e giudiziarie: chiunque, ripeto chiunque si sarebbe fatto da parte non solo per il bene del Paese ma anche per salvare la sua maggioranza e il suo partito. Invece Berlusconi è nella logica “muoia Sansone con tutti i filistei” e il risultato è l`ingovernabilità di cui è prigioniera l`Italia».
Cicchitto dopo il voto di fiducia ha detto: «abbiamo la maggioranza assoluta». Invece no?
«È una maggioranza che politicamente non esiste, continuano a prendere sempre gli stessi voti, 320 quando sono al gran completo. La realtà è che si tengono insieme per attaccamento alle poltrone o per la promessa di poltrone, come dimostra lo sfaldamento arrivato poco dopo la fiducia con il voto sul nostro ordine del giorno sul trasferimento dei ministeri al Nord. Poi, vale la pena ricordare che la maggioranza di cui parla Berlusconi è solo quella raffazzonata che ha messo insieme in Aula perché nel Paese c`è un`altra realtà. come ha dimostrato il voto delle elezioni amministrative e dei referendum. Per questi ultimi si è recato alle urne il 57% degli elettori e oltre il 95% ha detto no alle politiche del governo. Stiamo parlando della maggioranza assoluta degli italiani. L`opposizione in parlamento, ormai maggioranza nel Paese, non può far altro che continuare sulla strada intrapresa: incalzarli e fare esplodere le loro contraddizioni».
Non crede agli impegni assunti ieri dal premier al Senato su Fisco, piano per il Sud e riforme?
«Non voglio neanche sentirlo quell`elenco, sono tutte parole scritte sulla sabbia. Sono quindici anni che dice delle cose che poi svaniscono al vento. Proprio come Bossi».
Nessuna apertura al dialogo, dunque?
«Ogni offerta di dialogo da parte di chi in 15 anni ha dimostrato di essere culturalmente e psicologicamente impedito ad ogni normalità democratica, è assolutamente inaccettabile. Prima se ne vada e dopo tutto diventa possibile, sia in Parlamento sia nel Paese. Berlusconi è una montagna insormontabile per ogni intesa tra maggioranza e opposizione».
Berlusconi ha invitato apertamente l`Udc ad appoggiare il governo, Bossi ha aperto le porte ad un`intesa sulla legge elettorale. Solo tentativi di spaccare l`opposizione?
«Il ruolo del Pd è quello di tenere insieme le opposizioni che siedono in Parlamento e quello fuori. Anche l`iniziativa che abbiamo preso su questa assurda proposta di spostamento dei ministeri al Nord e poi il successivo pasticcio che hanno fatto Pdl e Lega per cercare la quadra, ha impedito che si realizzasse il solito copione».
Cioè quale?
«Parole roboanti in padania con la minuscola e brache calate a Roma».
Il governo dà parere favorevole ad un odg del Pd che dice il contrario di quanto sostenuto dalla maggioranza proprio sullo spostamento dei ministeri.
Che è successo?
«Con il nostro ordine del giorno, in sostanza, abbiamo impegnato il governo a non delocalizzare i ministeri, compresi dipartimenti e sedi decentrate. Loro hanno dato parere favorevole perché sapevano che sarebbero stati battuti in Aula, motivo per cui la Lega non ha partecipato al voto e il Pdl si è astenuto. Sapevano che sarebbero stati battuti sul loro stesso ordine del giorno e quindi hanno preferito rifugiarsi nel parere positivo del governo. Questa è la situazione».
Finirà così anche per le missione all`estero e la Libia?
«La Lega farà la stessa cosa, alzerà la voce e poi si allineerà perché le poltrone romane sono troppo appetibili. Ormai credere a Bossi è impossibile come credere a Berlusconi. E inutile perdere tempo».
Anche parlare con Maroni è una perdita di tempo?
«Un ministro dell`Interno che aveva acquisito una certa credibilità, ma poi sale su un palco e inneggia alla Padania libera, alla secessione e parla di barbari, mi pare che non possa essere considerato un interlocutore».
Dopo l`ennesima fiducia incassata, si allontana l`ipotesi di un voto anticipato?
«Il momento del voto anticipato dovrebbe essere obbligato rispetto a quello che il Paese ha chiesto con le amministrative e i referendum, ma purtroppo temo che la maggioranza resterà attaccata alle proprie poltrone. Pdl, Lega e Responsabili sanno che se si andasse al voto per loro sarebbe una disfatta. Per questo penso che la fase finale del berlusconismo sarà la più complicata. Non solo non possiamo illuderci di avere la vittoria in tasca, ma dobbiamo tenere alto di livello di attenzione. Sarà importantissimo mantenere l`unità di tutte le opposizioni e la mobilitazione nella società civile».
Berlusconi dice che non c` è un`alternativa a questa maggioranza.
«Qualunque alternativa sarebbe migliore per il Paese, ma Berlusconi non riesce a pensare a qualcun altro al suo posto a Palazzo Chigi. Finché potrà farà del tutto per restare al suo posto».
L’Unità 22.06.11