Piero Fassino, adesso che è ufficialmente sindaco di Torino, è pronto a presentare la sua squadra. Lo farà domani a Palazzo di Città, ma su alcuni nomi ormai restano pochi dubbi. A partire da Maurizio Braccialarghe, direttore del centro di produzione Rai torinese, che dopo qualche giorno di riflessione avrebbe detto sì all’ex ministro e sarebbe pronto a prendersi in carico la Cultura. Mentre Tom Dealessandri, già vice di Chiamparino, si avvia alla riconferma della delega al lavoro e alla formazione. Fassino ha ribadito quanto promesso in campagna elettorale: in giunta il 50% saranno donne, 5 su 10 (escludendo sindaco e vicesindaco) e giovani. Non è detto che la provenienza dai partiti sia un elemento di scelta prioritario, perché il sindaco intende privilegiare la competenza rispetto alle materie trattate. Porte aperte dunque a esponenti della società civile. In campagna elettorale Piero Fassino ha fatto dell’ascolto e della partecipazione due fattori centrali. E ora ha in mente di applicare quello stesso processo partecipativo nello sviluppo della governance cittadina. Per questo, oltre alla giunta, metterà in campo due cabine di regia permanenti: una che raccoglierà ‘i saperi della città’, un’altra per il processo di concertazione.
Tra le donne in giunta dovrebbero entrare Ilda Curti (alle Periferie), Giuliana Tedesco (all’Anagrafe) e Anna Prat (all’Urbanistica). Gianguido Passoni sembra destinato all’assessorato al Bilancio e Enzo Lavolta a Trasporti e infrastrutture. Nella squadra sarebbero pronti a fare il loro ingresso anche Stefano Gallo e Claudio Lubatti. Per il momento sembra confermato come city manager Cesare Viaciago. Quanto alle partecipate, è un capitolo che il sindaco affronterà più avanti. Qualche mal di pancia però nel Pd c’è, soprattutto con la corrente di Davide Gariglio, avversario di Fassino alle primarie. Tra i democratici ancora non è chiaro se in giunta saranno confermati gli ex assessori Alessandro Altamura e Domenico Mangone, o se invece entrerà Michele Paolino. Tra le donne si fanno i nomi anche di Lucia Centillo e Domenica Genisio. Per l’Italia dei valori quasi certamente farà parte della squadra Maria Cristina Spinosa, per Sel Maria Grazia Pellerino.
Se a Torino è ormai cosa fatta, a Milano il sindaco eletto, Giuliano Pisapia, ha già detto che per decidere la giunta si prenderà un paio di settimane. L’intenzione è quella di scegliere fuori dalla logica del pendolino dei partiti e indicare personalità capaci di proseguire la relazione che in queste settimane si è creata con la città, personaggi adatti a coltivare quella dimensione popolare che in molti – cattolici compresi – hanno apprezzato fin qui.
Piero Bassetti, presidente del Comitato oltre il 51 per cento, non usa mezzi termini: «Se ne freghi delle richieste fondate sulle apprtenenze politiche». Pisapia, dice, «è consapevole di non essere espressione prevalentemente di una coalizione di forze politiche. E un sindaco eletto con questa legge non ha alcuna ragione per subire pressioni politiche. Sulle quali ha anzi il dominio». Il tema vero, dice il primo presidente della Lombardia, è il rapporto con la società civile, «ora non più organizzata con quegli ascensori che una volta erano i partiti». L’organizzazione istituzionale «è vecchia» e appartiene a «meccanismi che non funzionano più». Occorre invece organizzare – ragiona Bassetti – i rapporti di interfaccia con la società civile, che una volta erano gestiti per buona parte dalle organizzazioni di classe. Facebook, per esempio, si è confermato un efficace canale di comunicazione in questo senso, nella campagna elettorale di Pisapia.
Sulla squadra di governo per Milano che il nuovo sindaco sta preparando c’è, per ora, un’unica cosa certa: in giunta le donne saranno il 50%, saranno donne il vicesindaco e l’assessore al personale, forse anche quello al bilancio. Pisapia ha smentito categoricamente i nomi che circolano in queste ore. «Sono indiscrezioni – ha detto – che non hanno alcun riscontro con la realtà». E ha precisato che darà i nomi nel corso della prima riunione del consiglio comunale. I rumors riguardano soprattutto esponenti democratici, o comunque eletti nelle liste del Pd. A partire da Stefano Boeri, campione di preferenze (quasi 13.000, secondo solo a Silvio Berlusconi), che potrebbe avere la delega all’Expo. A Pier Francesco Majorino in molti pensano per la Cultura, a Davide Corritore per l’Economia e lo sviluppo, a Carlo Monguzzi per le Infrastrutture, a Marco Granelli e Andrea Fanzago per le Politiche sociali. Tra le donne in pole position ci sarebbero Marilena Adamo e Maria Grazia Guida, direttore della Casa della carità di Don Virginio Colmegna.
Oggi, dopo la lunga notte di festa in Piazza Duomo per celebrare la vittoria del centrosinistra, in giro per la città sono comparsi i cartelloni di ringraziamento del nuovo sindaco con la scritta ‘Milano buon giorno’ e una foto di Giuliano Pisapia. Che ha incontrato, come aveva promesso, i dipendenti del comune di Milano.
Il Sole 24 Ore 01.06.11