Il simbolico digiuno dei genitori a Bologna. Ancora una protesta per non perdere servizi essenziali. La scuola ha fame. E io digiuno con lei. Lo slogan scelto da genitori e docenti di Bologna che da alcuni giorni digiunano sotto l’Ufficio Scolastico Regionale, ha una sua forza icastica che bene descrive la situazione d’emergenza in cui versa la scuola. Ha fame di buona volontà e di politiche nazionali serie, e di risorse, perché il governo Pdl-Lega non ha fatto altro che sottrarre: via il tempo pieno, via le compresenze di insegnanti, via il sostegno, via i laboratori, via le certificazioni di sicurezza, via i progetti innovativi. L’obiettivo del governo Berlusconi è quello di ridurre la scuola pubblica italiana alla completa anoressia. E così non basta più che i genitori paghino la carta igienica, che si improvvisino imbianchini o muratori per sistemare le aule, ora debbono pagare ciò che la scuola dovrebbe garantire. A Milano da settembre i tagli della terza tranche, che incidono sull’organico di diritto, costringeranno i genitori a pagare di tasca propria una cooperativa esterna per il tempo scuola pomeridiano. Ma non è l’unico caso in Italia. Nei giorni scorsi due senatori del Pdl hanno presentato un disegno di legge che prevede di “appaltare” ai privati il sostegno scolastico agli alunni disabili. L’ennesima assurdità. Ma di assurdità in assurdità, ecco che prende forma la scuola berlusconiana: i docenti malpagati e umiliati; i libri di scuola sottoposti a censura preventiva; i servizi essenziali per le famiglie come il tempo pieno o il sostegno privatizzati e magari ‘regalati’ a qualche azienda amica; gli alunni costretti in edifici non a norma e in classi superaffollate; l’autonomia scolastica, svuotata di risorse umane e finanziare, ridotta a parola vuotamente burocratica. Intanto un economista come Eric Hanushek ci dice che c’è un rapporto diretto tra i bassi livelli di apprendimento degli studenti italiani certificati dai test Pisa Ocse e il decennio di “crescita perduta” del nostro Paese. La Germania dal 2000 al 2009 ha investito per far recuperare ai propri ragazzi lo svantaggio: scuole aperte tutto il giorno, servizi educativi 0-6, formazione per gli insegnanti. Nel tempo della crisi, continuano ad investire in istruzione e la loro economia tira. Da noi la scuola non è neppure governata: in ben cinque regioni manca il dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale e 2871scuole aspettano un dirigente scolastico da troppo tempo. Non sorprendiamoci dunque se a Napoli i bambini trovano topi e scarafaggi in una scuola materna, se a Bologna si fa lo sciopero della fame e a Milano si paga per un diritto: questa è esattamente la scuola che vuole il governo di centrodestra.
L’unità 27.05.11